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Che 2020 è stato per le Serie Tv italiane?

Serie Tv Italiane
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L’anno 2020 è stato uno degli anni più complicati con cui la maggior parte di noi abbia mai avuto a che fare, lo sappiamo. Un periodo estremamente difficile che ci ha visti spesso dentro casa davanti computer o televisori che ci hanno fatto compagnia con film e serie tv. Proprio in questo anno – però – abbiamo avuto una carezza: i prodotti che ci hanno intrattenuto sono stati impeccabili. L’Italia ha sfornato – in questo turbolento 2020 – delle serie tv straordinarie che hanno avuto il potere di farci ricredere rispetto a questo mondo dal sapore tutto italiano.

Cercando di analizzare le varie serie tv, vediamo di comprendere in maniera più dettagliata come descrivere i prodotti italiani con cui abbiamo avuto a che fare, e come loro abbiano contraddistinto questo 2020.

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Potremmo definire questo anno – così vasto – con una sola parola: rivoluzionario. Stiamo parlando di un viaggio italiano che è andato oltre ogni confine, riuscendo a diventare qualcosa di internazionale.

Prodotti importanti e imponenti nel mondo delle serie tv italiane sono giunti al termine definitivamente, mettendo un punto decisivo alle storie che – per un po’ di tempo – siamo riusciti ad amare e apprezzare comprendendone la grandezza. Stiamo parlando di Suburra, la produzione Netflix tratta in primo luogo dal romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, e in secondo luogo dal film del 2015 (tratto a sua volta dal libro). Fin da subito la serie fece scalpore. Con la terza e ultima stagione – uscita il 30 ottobre 2020 – ha diviso i fan in due fazioni: chi si è ritenuto più che felice e soddisfatto del finale conclusivo, e chi invece si aspettava di più.

In quest’ultimo caso probabilmente le aspettative non sono state all’altezza della realtà per un motivo che è riscontrabile in più prodotti: la fretta. Il finale è parso, infatti, assai veloce e questa è una cosa che non risulta particolarmente difficile da comprendere visto che le puntate totali dell’ultima stagione sono state solo sei. Questo ha dato modo alla serie di giocarsi la carta dell’incisività quasi totalmente. Facendo un esempio concreto: la morte di Samurai è stata una corsa frenetica verso la fine. Il suo personaggio è stato uno dei più iconici, lo sappiamo. Proprio per questo la decisione di farlo morire in maniera così veloce è parsa davvero strana al pubblico di Suburra che lo ha ritenuto sempre estremamente intelligente, altro motivo per il quale la discesa verso il baratro non ha convinto: com’è possibile che non abbia fiutato l’agguato? La stessa cosa possiamo dirla della morte di Aureliano che è risultata più che forzata. Si è sacrificato per salvare Spadino ma lui era praticamente ormai salvo, quindi perché tutto questo chiasso?

Il finale – di conseguenza – in sé e per sé lascia un amaro in bocca che non ci saremmo mai aspettati da un prodotto come questo. Probabilmente meritava più attenzione, dei dettagli che potessero fare la differenza. Nonostante questo, Suburra è riuscita a rimanere impressa nel cuore di ogni suo affezionato che è riuscito ad amarla nonostante qualsiasi imperfezione.

È proprio questo il punto: il prodotto in questione è stato così potente che, nonostante il finale dolceamaro, è riuscito a caratterizzare questo 2020. Tutto è stato in funzione e in attesa di questo epilogo, e il suo arrivo ha fatto un rumore a cui non siamo mai stati abituati particolarmente. Perché la verità è che questa è una delle Serie Tv italiane destinata a durare nel tempo, qualcosa che non scorderemo facilmente. Sarà rispolverata, conoscerà ogni giorno nuovi affezionati e non si confonderà mai con altri prodotti. Il destino di questo show sembrava già essere scritto e non sembra un caso che sia finito proprio in questo anno così rivoluzionario per le nostre serie tv.

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Proprio all’inizio abbiamo parlato di un altro aspetto interessante dell’anno: quello internazionale. Quello a cui abbiamo assistito in questi 12 mesi è stato un crossover di culture, star e luoghi. Siamo stati ovunque, andando oltre ogni confine.

Sky Atlantic ha dato vita a una serie tv pazzesca che è riuscita fare un mashup degno di nota. Diavoli – ambientata a Londra – è riuscita a mettere in prima linea due protagonisti di due mondi diversi che sono riusciti a unirsi e convergere in un solo universo. Stiamo parlando di Patrick Dempsey – celebre attore statunitense conosciuto non solo per il suo ruolo fondamentale in Grey’s Anatomy – e il nostro Alessandro Borghi, stella italiana che sta letteralmente mangiando il cinema internazionale.

Diavoli ci mette di fronte a due protagoniste: le menzogne e le decisioni. Mentire, in questo prodotto, è una scelta consapevole e precisa. Proprio nel finale di stagione – infatti – veniamo a patti con un Massimo che ha perso tutto quello che voleva a seguito di tutte le scelte che ha fatto e Sofia – consapevole di tutto questo – lo annienta con delle parole devastanti:  “È questo che sei: un diavolo“. Questa frase ci porta di fronte alla consapevolezza che Massimo ha le mani sporche proprio come Dominique, e diventa così il nemico che ha sconfitto.

La serie – uscita nell’aprile 2020 – è stata già ufficializzata per la seconda stagione. Il successo di questa storia ha fatto la differenza fin dal principio: la curiosità di vedere Borghi affermarsi definitivamente a livello internazionale è stata sentita tanto non solo dal pubblico affezionato a Suburra, ma anche da chi ha compreso a pieno la potenza della rivoluzione di questo 2020. Non siamo stati ai margini noi italiani quest’anno. Eravamo stanchi di vedere solo successi stranieri e così ci siamo resi protagonisti di un mondo che finalmente ci ha riconosciuto, e ha compreso il nostro talento. Ogni volta che qualcuno chiede le nostre serie tv preferite iniziamo una lista di nomi stranieri, ma quest’anno le cose sono cambiate e abbiamo avuto la possibilità di parlare in italiano dei nostri pezzi di cuore. Ci siamo affermati in un universo che a volte si dimenticava di noi: questa è la nostra soddisfazione del 2020, di cui possiamo definire Alessandro Borghi grande fautore.

Anche nelle produzioni le cose sono cambiate. Al timone di queste abbiamo trovato registi dal calibro altissimo: Stiamo parlando di We Are Who We Are e The New Pope.

Queste due serie tv hanno dato una boccata d’aria fresca portandoci ancora una volta in un mondo internazionale. La prima che abbiamo citato – We Are Who We Are – vede al timone Luca Guadagnino, insieme a Paolo Giordano e Francesca Manieri: un trio tutto italiano per un prodotto che ha portato il Veneto nel mondo. Guadagnino, regista di fama mondiale, ha sempre cercato di far conoscere l’Italia tramite i suoi film. Basta pensare a Bigger Splash (girato in Sicilia, nello specifico nell’isola di Pantelleria) e Chiamami Col Tuo Nome, uno dei suoi capolavori di maggior successo. Ma in questo anno così importante il regista ha deciso di mettersi in gioco con nuovo progetto addentrandosi nel mondo delle serie tv.

In We Are Who We Are viene ricordata bene l’atmosfera che si respira in Chiamami Col Tuo Nome grazie soprattutto a quella sensazione di inquietudine e spossatezza tipica del regista. La serie si concentra sulla vita di un gruppo di adolescenti che cerca di affrontare il periodo dell’adolescenza senza perdersi. Guadagnino racconterà il senso di inadeguatezza e la crescita emotiva di ognuno di questi ragazzi mettendo al centro di tutto l’amicizia, il loro posto sicuro nel mondo. La storia è arrivata fin in America ed è stata trasmessa su HBO, emittente televisiva.

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Passando a The New Pope, invece, facciamo i conti con una serie tv capolavoro da ogni punto di vista che – vi facciamo questo spoiler – si è aggiudicata il primo posto nella nostra classifica delle 10 migliori Serie Tv italiane del 2020.

Distribuita da Sky Atlantic e creata da Paolo Sorrentino, The New Pope unisce in questo progetto il mondo italiano con quello internazionale lasciando le redini della storia ad attori importanti sia nel panorama italiano che non.

Accanto a Jude Law e Sharon Stone troviamo – infatti – Silvio Orlando, Massimo Ghini e Maurizio Lombardi.

Tutti hanno dato voce a una storia impeccabile dal sapore internazionale che ha permesso al mondo di venire a patti con vicende corrotte e sporche ambientate nel contesto del Vaticano. Una scommessa più che vinta da parte di Sorrentino, che ancora una volta sceglie di utilizzare il suo talento per raccontare una storia grande che possa fare il giro del mondo, e proprio con questo spirito i telespettatori sono riusciti ad apprezzare – in questo racconto – la vena sorrentina. Un prodotto, questo, che è destinato a non fermarsi ma a girare all’infinito grazie alla magistralità che si trasmette in ogni scena, dialogo o frammento.

Abbiamo fatto un viaggio lungo e definito all’interno delle serie tv italiane di questo 2020 cercando di parlare di tutti i maggiori successi. Non sappiamo cosa abbia in serbo per noi il 2021, ma siamo consapevoli che la porta del successo è stata ufficialmente aperta in questo anno. Quello con cui abbiamo avuto a che fare è un vero e proprio salto di qualità che ha messo in mostra più sfaccettature e generi, passando dal crime al teen drama. Proprio in questo anno l’aspetto del teen drama in Italia sta prendendo sempre più vita grazie ai prodotti ben riusciti come Skam Italia e Baby, giunta alla fine proprio qualche mese fa. Luca Guadagnino – come abbiamo visto – si è affermato nel campo delle Serie Tv italiane a pieni voti e questo ci fa intravedere grandi possibilità per l’anno che sta arrivando: arriverà un sequel di We Are Who We are oppure debutterà con un nuovo esperimento?

Insomma ci aspettiamo grandi cose e abbiamo ragione di farlo: l’Italia ha dimostrato di essere qualcosa di più di una fiction o un racconto mediocre. Quindi, per favore, ogni volta che ricorderete il 2020 fatelo pensando anche alla rivoluzione che siamo riusciti a fare e a come il mondo sia stato felice di averla accolta.

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