La risposta più semplice è no. In realtà è anche la più plausibile e la più giusta. Ovviamente parliamo comunque di gusti, ma la qualità di una buona Serie Tv è poco opinabile.
È importante anche dire che i temi che più raccolgono consensi in Italia sono sempre gli stessi, probabilmente perché parlano di noi e della nostra quotidianità nazionale. Mafia, religione, alla fine ad essere indagati e studiati sono sempre loro, in forme e oggetti diversi. La novità essenziale che riesce a fare di una Serie Tv un’eccellenza italiana è sicuramente l’originalità con cui vengono trattati questi argomenti. I capolavori ci sono, basta cercarli, ma soprattutto basta saperli cercare.
Inoltre la produzione di Serie Tv in Italia è minore rispetto ad altre nazioni mondiali in cui praticamente tutto o quasi è legato al mondo della serialità. America e Inghilterra in particolare.
Le eccellenze quindi ci sono anche nel nostro bel paese e non sono neanche poi così sconosciute. Per esempio la citatissima Gomorra, o le più anziane, ma neanche troppo, Suburra e Romanzo Criminale. E non solo, ora come ora abbiamo anche Montalbano, di uno Zingaretti sempre perfetto. E poi ci sono quelle che in pochi conoscono, come Non Uccidere o L’Ispettore Coliandro. Il secondo soprattutto meriterebbe molto più spazio e molta più fama, ma è pur vero che alcuni prodotti di nicchia devono necessariamente rimanere tali, è parte del loro fascino.
A scegliere il ricamo giusto per Serie Tv internazionali ci hanno pensato Paolo Sorrentino in The Young Pope e una bella fetta del cast in I Medici, di cui uno dei personaggi (Guido Caprino) era stato protagonista in un’altra Serie Tv italiana: Il Commissario Manara, neanche questa da sottovalutare. D’altronde basta ricordare il gigantesco clamore che la serie con Richard Madden ha riscosso sui social. Per la prima volta abbiamo assistito alla spasmodica ricerca dei sottotitoli in inglese per una serie italiana, benvenuti nel club, guys.
In effetti è comunque un’evidenza che la merce italiana di qualità si conta sulle dita di una mano. È importante però non tralasciare lo scarso budget che il Made in Italy riceve in ambito seriale rispetto alla produzione estera. Con un ammontare basso, anche i Manetti Bros., produttori de L’Ispettore Coliandro hanno rischiato di non poter più curare questa spettacolare Serie Tv.
Altra questione è il pubblico e lo share. Lo spettatore medio italiano non è sicuramente uguale a quello di altri paesi. Anzi, la tradizione e la cultura che c’è in Italia si differenzia di moltissimo andando quindi a intaccare soprattutto le tematiche che più vengono rappresentate come stendardo dell’italianità. Il pubblico italiano si aspetta un certo tipo di modalità seriale, la deviazione è per moltissimi segno di scarsa qualità, di conseguenza i prodotti innovativi non ricevono ascolti e da qui parte il degradante e poco rispettoso crollo della serie, non sempre meritato. Possibile causa potrebbe essere l’età media, o semplicemente il nostro passato di decadi di tradizionalità diffusa.
Non ha quindi alcun senso ribadire che le Serie Tv italiane fanno schifo. In realtà ce ne sono di inconcludenti, ma statisticamente è quasi normale. Rispetto alla mole di prodotti che vengono divulgati in paesi più prolifici in quanto a serie, la percentuale è quasi adeguata.
Il livello di qualità media in Italia non esiste. Esiste invece il capolavoro e l’indefinito, non c’è il mezzo e probabilmente non si arriverà mai a crearlo. Ma forse è meglio così.