Tra le serie tv italiane da vedere di cui nessuno parla c’è anche Bangla, sequel dell’omonimo film
Andiamo a chiudere con un altro piccolo gioiellino, forse il titolo meno conosciuto di questa lista. A maggior ragione meritevole di attenzione, perché si dovrebbe parlare davvero molto di più di Bangla. Questa serie tv è il sequel dell’omonimo film del 2019, folgorante opera prima del cineasta romano, originario del Bangladesh, Phaim Bhuiyan. Il film è stato premiato a suo tempo con il Globo d’oro per la migliore opera prima e il Nastro d’argento per la migliore commedia. Bhuiyan ha anche vinto il David di Donatello come miglior regista esordiente. Un successo assoluto, replicato nella serie tv che ne prosegue la storia.
Al centro della vicende c’è la vita dello stesso Phaim, anche protagonista sia del film che della serie. Bangla racconta con un tono leggero e uno sguardo intimo, le vicende di un giovane italiano di seconda generazione, con chiaramente annesse tutte le questioni legate sia alla giovane età del protagonista, che alle sue origini. Un racconto efficace, emozionante e divertente, che tenta di sfidare preconcetti e convinzioni latenti, con uno spirito genuinamente entusiasta.
Al fianco di Phaim Bhuiyan troviamo in Bangla Carlotta Antonelli, alla ribalta soprattutto per il ruolo di Angelica in Suburra, e lo straordinario Pietro Sermonti, valore aggiunto in qualsiasi produzione che lo coinvolge. Bangla è un’altra delle serie tv italiane da vedere per divertirsi e per riflettere, ed è soprattutto un altro titolo che meriterebbe parecchia più attenzione. Se vi abbiamo convinto a recuperarla, trovate Bangla disponibile su RaiPlay.
A questo punto siamo arrivati alla fine di questo percorso. Abbiamo parlato di alcune delle serie tv italiane da vedere più sottovalutate dallo stesso pubblico italiano. Noi ci auspichiamo che di questi titoli s’inizi a parlare con più insistenza, specialmente quando si innescano quei famosi dibattiti sulla produzione italiana, che a ben vedere è capace non solo di tirare fuori di titoli di altissimo livello, ma anche di spaziare tra generi e produzioni, creando un panorama di alternative in grado di soddisfare grandissima parte di pubblico.