Negli ultimi anni è indubbio che la serialità italiana abbia compiuto un netto salto di qualità. Tra l’avvento delle piattaforme streaming e un lavoro incredibile svolto da player già attivi come Rai e Sky, l’Italia è divenuta un polo importante di produzione di serie tv, che non di rado riescono anche a travalicare i confini nazionali e a imporsi all’estero. Insomma, dopo parecchi anni di galleggiamento, la produzione italiana ha alzato il tiro e ci ha regalato un numero sempre più crescente di titoli di altissimo livello. Al fianco di tanti successi, però, permangono, ovviamente, anche serie tv più fiacche, che per un motivo o per l’altro non riescono a fare breccia presso il grande pubblico.
Non sempre questa inefficacia è da imputare a uno scarso livello qualitativo, ma alle volte intervengono anche altri fattori a stroncare l’ascesa di una serie tv. Oggi, dunque, vogliamo parlarvi di cinque titoli della produzione nostrana che, per svariati motivi, avrebbero meritato un destino completamente diverso da quello avuto. Non sono necessariamente dei flop, ma sono serie tv che possedevano delle potenzialità rimaste inespresse e la cui parabola ha compiuto un percorso diverso da quello che, alla vigilia, ci si poteva immaginare.
Serie tv italiane che avrebbero meritato un destino diverso: Tutta colpa di Freud
Nell’introduzione dicevamo che queste serie tv italiane che avrebbero meritato un destino completamente diverso non sono necessariamente dei flop e la testimonianza arriva subito da Tutta colpa di Freud, serie tv ispirata all’omonimo film del 2014 di Paolo Genovese, che ha fatto il proprio esordio nel 2021 su Prime Video. Tutta colpa di Freud, al pari del film da cui ha avuto origine, è un’opera davvero ben fatta, che alterna sapientemente momenti comici e altri passaggi più intensi, regalando una storia capace, al contempo, di affascinare, divertire ed emozionare. La serie racconta la vicenda di Francesco (Claudio Bisio), uno psicoanalista che si ritrova a vivere nuovamente con le sue tre figlie, che ha cresciuto da solo e che ormai sono delle adulte.
Il ritorno delle figlie si abbatte come un tornado su Francesco, che però anche grazie a questo rinnovamento riesce a mettersi in gioco e a darsi una seconda chance anche in ambito sentimentale. Dopo un’ottima prima stagione, di Tutta colpa di Freud si sono perse completamente le tracce. La prima stagione possiede un finale aperto che non ha avuto più seguito e da qui il rimpianto per una di quelle serie tv italiane che avrebbero meritato sicuramente un altro esito. Tutta colpa di Freud è progressivamente, e inesorabilmente, caduta nel dimenticatoio ed è un gran peccato, perché la storia, molto valida, possedeva sicuramente ottimi spunti per andare avanti. Oggi sembra davvero utopico pensare a un prosieguo della serie, ma dal 2021 ancora si attendono notizie sulla produzione con Claudio Bisio.
Il nome della rosa
Dopo Tutta colpa di Freud, continuiamo il nostro cammino nei rimpianti legati alle serie tv italiane con un titolo che richiama uno dei grandi capisaldi della letteratura nostrana nel Novecento. Il nome della rosa è uno dei romanzi più celebri della narrativa italiana, un vero e proprio caso editoriale che ormai è entrato a far parte in pianta stabile dell’immaginario collettivo. È naturale che un’opera così impattante abbia stimolato degli adattamenti e dopo il film del 1986 di Jean-Jacques Arnaud, nel 2019 è arrivata anche la miniserie de Il nome della rosa, con un’ambiziosa co-produzione che ha unito Italia e Germania.
La serie si articola in otto puntate e ha avuto una risonanza mista, anche se globalmente sufficiente. Tuttavia, possiamo ascrivere anche Il nome della rosa a questa nostra lista di serie tv italiane che avrebbero meritato un destino diverso perché, considerando l’importante materiale del libro, si poteva fare sicuramente di più per l’adattamento seriale. La sufficienza non basta per un titolo che adatta uno dei più letti venduti romanzi italiani nel mondo. La serie ha avito una risonanza globale, ma recensioni miste e da qui arriva il rimpianto, perché un titolo come Il nome della rosa avrebbe davvero potuto, e dovuto, portare il meglio della serialità italiana nel mondo intero.
Serie tv italiane che avrebbero meritato un destino diverso: Baby
Dopo Tutta colpa di Freud e Il nome della rosa, giungiamo a una delle serie tv italiane più dibattute degli ultimi anni. Baby è una produzione Netflix che si articola in tre stagioni ed è, molto liberamente, ispirata al caso delle “baby squillo” dei Parioli (uno dei quartieri in di Roma), esploso nel 2013. Il maggior rimpianto legato alla serie sta proprio qui. Al di là poi della scelte narrative, più o meno azzeccate, che hanno contrassegnato la produzione Netflix, si poteva fare sicuramente un lavoro più profondo proprio su questo scioccante caso di cronaca, che ha comprensibilmente scosso l’opinione pubblica quando è venuto a galla.
Baby, invece, per molti versi rimane in superficie sulla questione. Tratta sicuramente tematiche impegnative come la prostituzione minorile, la violenza e l’abuso sessuale, però lo fa non riuscendo a creare un giusto bilanciamento con la narrazione da teen drama che caratterizza la serie. Sembra, in sostanza, che queste tematiche restino costantemente nascoste dietro le esigenze narrative, che finiscono per dominare la scena in Baby, lasciando il contesto parzialmente inespresso. La scelta di affrontare una questione del genere, con tutte le implicazioni che seguono, era sicuramente onorevole e molto interessante, ma relativamente allo sviluppo che la serie di Netflix ha avuto, ripetiamo a prescindere da giudizi di valore, non si può nascondere un po’ di delusione.
Luna nera
Da Baby passiamo a un’altra serie tv Netflix, stavolta decisamente meno dibattuta nei giudizi. Luna nera è unanimemente una delle peggiori serie tv italiane degli ultimi e non possiamo che unirci a questo giudizio critico, perché della serie tv si salva davvero poco. Tuttavia, se la resa narrativa della produzione Netflix è sicuramente da condannare, i presupposti che hanno accompagnato la nascita della serie tv potevano suggerire scenari ben diversi. Luna nera si basa sulla trilogia di romanzi di Tiziana Triana Le città perdute, e già questo è un materiale più che valido per una buona serie tv. Inoltre, la narrazione porta in scena una tematica che gode di una grande tradizione in campo seriale, ma che al contempo è abbastanza inesplorata nella produzione italiana.
La stregoneria è sicuramente un topic interessante, un elemento che apre tantissimi spiragli narrativi e costituisce una porta d’accesso privilegiata al mondo del sovrannaturale, che, in campo seriale, rappresenta sempre un peso da novanta. Luna nera costituiva la grande occasione per portare anche in Italia questo mondo, ma è evidente come tutte le premesse e le aspettative siano andate in fumo. Luna nera in sé, come la serie che abbiamo visto, merita sicuramente il giudizio che ha avuto, ma Luna nera nella sua potenzialità, come racconto ancora in fieri, avrebbe meritato sicuramente un destino diverso, che in questo caso si traduce in una resa completamente differente.
Serie tv italiane che avrebbero meritato un destino diverso: Sopravvissuti
Chiudiamo questa trattazione relativa alle serie tv italiane con un altro titolo ambizioso e deludente. Al pari di Luna nera, Sopravvissuti ha tentato di rinnovare il panorama italiana con una serie mistero sovrannaturale dal forte impianto “lostiano”. La Lost italiana, com’è stata audacemente e beffardamente intitolata dalle nostre cronache, ha però fallito miseramente, proponendo una narrazione sconclusionata, con poco mordente e picchi di assurdità notevoli. Tuttavia, anche in questo caso se la resa è da condannare, l’idea di base era interessante e un soggetto come quello di Sopravvissuti avrebbe meritato sicuramente una realizzazione diversa.
A questo punto, dunque, possiamo concludere questo viaggio tra cinque serie tv italiane che, a nostro avviso, avrebbero meritato un destino completamente diverso. Abbiamo analizzato casi diversi, da flop conclamati come Sopravvissuti e Luna nera a opere non sfruttate a dovere, come Il nome della rosa e Baby, fino all’incomprensibilmente scomparsa di Tutta colpa di Freud. Tutte queste serie tv hanno però in comune il grande rimpianto di non essere riuscita a dire la loro in un contesto che ormai si sta dimostrando sempre più capace di tirare fuori grandi serie tv.