4) Sense8
Impossibile non citare a questo punto Sense8, l’inno alla diversità per eccellenza. La serie delle sorelle Wachowski non parla nello specifico della comunità transgender, tuttavia tratta un’incredibile varietà di tematiche con grande delicatezza, regalandoci spesso momenti davvero da brividi. Questo successo internazionale racconta la storia di otto persone che non hanno nulla a che fare l’una con l’altra, e che però si ritrovano a condividere la vita, i pensieri e le emozioni in un’esperienza metafisica che cancella i confini dello spazio e dell’individualità.
In Sense8, il ruolo di “portavoce LGBT” viene attribuito a due dei protagonisti: Lito e Nomi. Quest’ultima, in particolare, restituisce l’immagine della ragazza transessuale rifiutata dalla propria famiglia (che non ammette il suo cambiamento di sesso e continua a chiamarla con il nome di battesimo), discriminata dalla società e persino allontanata da un pride per via della sua “diversità” rispetto agli altri partecipanti omosessuali. Oltre a lei e al suo background, l’intera serie tende in realtà a demolire ogni possibile barriera culturale e sessuale, cercando di farci comprendere che l’unico muro è quello eretto nella nostra mente.