2) Outlander
Con Outlander si travalica il concetto di amor cortese definitivamente.
Tutte le storie drammatiche cui siamo sempre stati abituati, fin dal buon vecchio Dante, si basavano sul fatto che il matrimonio fosse la meta. Jamie e Claire invece decidono di bruciare drasticamente le tappe. Oddio, decidono è probabilmente un parolone. Per Claire la scelta consiste o nello sposare quel figaccione di Jamie Fraser o di finire tra le grinfie di Black Jack Randall. E così la loro storia comincia con un matrimonio organizzato in fretta e furia, e una notte di nozze in cui la sposa ha appena conosciuto il nome completo del suo consorte.
Nonostante ciò Jamie risulta in grado, a differenza della maggior parte degli uomini, di organizzare un matrimonio assolutamente perfetto, con tanto di abito perfetto, chiesa perfetta e anello eccezionalmente romantico e, sì, decisamente perfetto.
Da qui in avanti comincia la vera storia, in cui i due, nonostante tutte le difficoltà, restano fedeli al proprio amore impossibile. Non si tratta di una passione trasgressiva, adultera o maledetta. La loro relazione, tolti i duecento anni di scarto temporale, resta assolutamente canonica e i due imparano con il tempo a fare un perfetto gioco di squadra, a essere complici e amici, e ad accettarsi esattamente per quel che sono. Anche dopo una separazione durata vent’anni.
Quella che poteva essere una storia d’amore in stile harmony, è stata completamente trasformata da questo semplice concetto di fondo che un po’ ricorda l’amore tra Angelica e Joffrey, per chi ama i vecchi film francesi.
Il matrimonio del tutto anticonvenzionale qui rappresenta l’essenza stessa della loro relazione: complicatissima nella sua estrema semplicità.