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I 10 monologhi più memorabili nella storia delle Serie Tv

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7) Enomao – Spartacus

Un gladiatore non deve temere la morte: la abbraccia, la accarezza, la fotte. Ogni volta che entra nell’arena infila il suo arnese nelle fauci della bestia, e prega di aver finito prima che serri le sue mascelle! Nessuno di voi, cani randagi, resisterebbe un solo istante! Eccetto uno di voi… questo Trace, misero e malconcio, ne ha battuti quattro nell’arena, condannato a morte con nient’altro che una spada a cui affidare la propria vita. Lo hanno attaccato… ancora, e ancora, e ancora… ha sfidato la morte, il Fato, gli Dei stessi!

Osservate quest’uomo, studiatelo, e rammentate che è solo una nullità! Un codardo, un ausiliario disertore! La sua vittoria nell’arena… illusoria come il suo coraggio! Egli ha sfidato gli uomini incapaci di Solonio, rivale del vostro padrone.

In questo caso il monologo non è del protagonista della Serie Tv in questione, ma di uno dei suoi personaggi.

Enomao, il maestro d’armi, con queste parole presenta ai suoi gladiatori l’ultimo arrivato, ossia il nostro Spartacus. Il discorso sembra spaccarsi in due: da una parte elogia il Trace come temerario, omaggiando la sua forza e il suo coraggio a dispetto di avversari ben meglio addestrati. Dall’altra scoraggia i suoi compagni di gladio dall’ammirarlo, sottolineando che la sua è stata solo fortuna. E in effetti questo discorso forte e incisivo rispecchia perfettamente il personaggio di Spartacus.

Un uomo (apparentemente) vinto e sconfitto, privato di tutto e che ha fatto della sua rabbia, della sua voglia di rivalsa, del suo desiderio di sovvertire ciò che gli Dei sembravano avergli riserbato, le sue armi. Tali da far vacillare e tremare Roma stessa!

Quanto ci manca questa Serie Tv, con i suoi dialoghi dai toni sempre aulici e ricercati!

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