4. Chris Miles (Skins)
La morte è di per sé un accadimento tragico, riprovevole e inaccettabile. Quando essa è (anche) prematura, come detto nel passo precedente, diviene inspiegabile, imperdonabile e spiazzante, perchè toglie chiunque, dal padre di famiglia al neo-adolescente, da quel posto che credevamo tanto idilliaco che è la nostra esistenza, il nostro vivere quotidiano. Eventi come questi, presenti nella storia di ogni giorno, ci sbattono la verità in faccia anche in un momento inaspettato, dove credevamo di poter distogliere per un’ora almeno la mente e la riflessione. Skins, una delle più belle serie mai trasmesse da Mtv, racconta infatti le vicende di alcuni adolescenti. Ma le racconta in modo tale da generalizzare, nonostante l’individualità della trattazione (sottolineata dai titoli degli episodi), la storia di ognuno di quei ragazzi e farla nostra o, meglio, di ogni ragazzo che si trovi o che ha già vissuto quella fase esistenziale. E quando avviene qualcosa di tragico in questa simbiosi, lo sentiamo. E lo sentiamo nel profondo. Soprattutto quando il nostro Chris Miles, un sognatore, un ragazzo buono dal cuore grande nonostante i suoi difetti, esala il suo ultimo respiro quasi guardandoci dritto negli occhi. Chris Miles muore quando sembrava aver trovato tutto. Questo mi ha fatto contorcere.