Stupefacenti nelle loro imprese e persi nel loro dolore. Si presentano sempre così gli eroi di un mondo in apparenza irreale eppure così profondo e sensato. Nelle serie tv, e spesso nella vita di tutti i giorni.
Li sentiamo vicini, a volte più di quanto sentiamo vicini noi stessi. Le loro azioni diventano ai nostri occhi comprensibili e logiche, ma solo alla fine riusciamo a renderci conto che quello che questi personaggi sono è quello che noi ci evitiamo di essere. Quando non ci sembra più importante capire le nostre motivazioni e i nostri desideri, in quel momento capiamo ciò che loro capiscono, capiamo quanto loro siano simili a noi. La nostra coscienza incontra la loro irrazionalità proprio dove sta il confine tra il vero e l’assurdo, dove le ossessioni guidano il nostro e il loro modo di essere. La differenza è tutta lì, nella linea che ci separa da chi ha deciso di fare della propria vita uno strumento di perdizione e arte per esaudire un desiderio diventato ossessione e patologia.
Non è un caso che i personaggi che amiamo di più sono quelli che vorremmo essere. Magari in un’altra vita, in un altro tempo o semplicemente in un mondo parallelo. Sono mossi da qualcosa che per loro è fondamentale e necessario, spesso qualcosa che hanno perso o che gli è stato tolto e molto più spesso qualcosa che va oltre il mortale: un’ossessione morbosa.
Come Alessandro Magno, giunge alla fine della sua conquista, guarda ciò che gli resta da prendere e vede nella fine della sua vittoria una sconfitta più grande. Non è rimasto più nulla, se non un cielo stellato che sprofonda nelle onde dell’oceano e che non dà più speranze.
O squillo acuto, o spirito possente,
che passi in alto e gridi, che ti segua!
Ma questo è il Fine, è l’Oceano, il Niente..
e il canto passa ed oltre noi dilegua.
Così Thomas Shelby continua il viaggio reso insoluto dall’Alexandros di Pascoli. Naviga al di là dell’irraggiungibile e brama la fama e il potere. Lì dove Alessandro Magno si è fermato, riconoscendosi dei limiti e dando una meta allo sconfinato, Thomas ha spinto più in là quel limite. L’ha superato e continua a farlo, a costo della vita, a costo del dolore lancinante e della perdita della sua umanità. Thomas Shelby ha scelto di conquistare l’inconquistabile, di provare dolore e di non fermarsi, la sua ossessione è andata oltre tutto, persino oltre la realtà.
[…] era miglior pensiero
ristare, non guardare oltre, sognare:
il sogno è l’infinita ombra del Vero.
Patrick Jane ha sognato a lungo la sua vendetta, un sogno che riempiva le sue notti e che ha saputo trasformare le sue azioni. La sua ossessione ha disegnato il suo piano, quello che gli è stato tolto è diventato motivo di vita e di redenzione.
The Mentalist è nata grazie all’ossessione del suo protagonista e con questa si è evoluta portando a risvolti inaspettati. Così come spesso accade a molte trame di Serie Tv incentrate sulla deriva dei loro personaggi principali.
È accaduto a Penny Dreadful che con Vanessa Ives ha narrato la storia della sua ossessione nella fede e nell’oblio in cui di conseguenza si è trovata ad annegare. È accaduto anche ad Hannibal che nella sua personale volontà di potenza ha trascinato un mondo intero, persino la sua poetica ossessione per l’eleganza e la maniacale attenzione ai dettagli.
Un desiderio inespresso ma cercato crea non solo la storia del protagonista, si manifesta anche nella sua stessa dimensione concreta. Invade e trasforma tutto, si evince dall’ambiente e dall’atteggiamento dei nemici. Cersei Lannister si è ritrovata a dover gestire il mondo totalmente in balia del suo odio. L’ossessione che ha le è stata tramandata, le è stata donata come un vestito da indossare sempre, come una ferita aperta che non potrà mai guarire. La vendetta ha preso il posto dell’odio e del potere. Si è esposta per i suoi figli ed è stata tradita. Nonostante la sua immoralità, o forse proprio grazie alla sua lontananza dall’etica, è una figura immensa e potente.
Tutto può evidentemente diventare ossessione, anche la morbosa ricerca di una via di fuga. Centrale in Prison Break come tratto di personalità di Michael Scofield. Fulcro anche della trama di una Serie Tv come Mindhunter che vede Holden Ford avvicinarsi sempre di più al male che cerca di evitare. È una libertà cercata per gli altri che presuppone però la costante creazione di prigioni per se stessi.
Per alcuni la libertà è ormai un desiderio che non può essere più espresso. Costretto nella sua mortalità, Walter White ne guadagna in astuzia e scienza. Ricostruisce improvvisamente tutta la sua vita nello spazio di una Serie Tv che ne delimita i suoi confini fisici e mentali. La sola ossessione a cui si affida è l’ambizione. Una volontà di controllo che va oltre i sentimenti di moralità e buon senso a favore della creazione di una Serie Tv fortemente biografica.