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Le 10 Serie Tv più brutte degli ultimi 10 anni (una per anno)

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Che belli questi anni. Mamma mia, che grandi soddisfazioni. BoJack Horseman, Squid Game, Breaking Bad, Better Call Saul, Ozark, The Crown e ancora, ancora ancora. Una lista infinita di prodotti hanno avuto la capacità di tenere il nostro sguardo fisso sullo schermo, e sono stati in grado di – durante pause tra una stagione e l’altra – farci tornare lì dove li avevamo lasciati. Abbiamo vissuto anche delle esperienze che, via via con il tempo, ci hanno portato a comprendere che qualcosa si fosse rotto, e che oramai quella grande Serie Tv non fosse più così grande, come abbiamo visto con le ultime stagioni di The Walking Dead. Ma poco importa, perché comunque e a prescindere sono state in grado di metter su qualcosa di memorabile, lasciando comunque un buon ricordo. Ma questi anni, inutile negarlo, sono stati caratterizzati anche da delle delusioni. Stiamo purtroppo parlando di quel tipo di Serie Tv che non è mai riuscita a fare centro, che non è mai riuscita a diventare iconica e a conquistarsi un posto ben preciso non solo nel nostro cuore, ma nel panorama seriale. In un certo senso, è come se nessuno le abbia mai davvero preso sul serio, come se chiunque le abbia guardate lo abbia fatto solo per il mero gusto di intrattenersi con qualcosa mentre svolge delle proprie faccende. Per questo motivo, queste che stiamo per nominarvi, sono in assoluto le 10 Serie Tv peggiori di questi ultimi dieci anni. Facciamo, dunque, un gran salto nel passato tornando all’anno 2012, e prepariamoci a scoprire i nomi di ognuna di queste. Vi avvertiamo: sarà un viaggio lungo, e avverrà in mezzo a una strada tortuosa e piena di buche.

Allacciate le cinture, si parte.

1) Sei Passi Nel Giallo – 2012

Sei Passi Nel Giallo ha fatto il suo esordio nel 2012 sulle nostri reti Mediaset. Di produzione italo-maltese, la serie si costruisce su degli episodi indipendenti che, con trame e personaggi diversi, raccontano vicende dal sapore misterioso. L’intento della serie è quello di riportare in vita il genere giallo con tutte le peculiarità tipiche degli anni settanta e ottanta, ma la cosa – come abbiamo potuto constatare – non riesce. I vari episodi, infatti, non riescono a ottenere l’effetto desiderato ma al contrario ne diventano quasi una caricatura. Per questo motivo Sei Passi Nel Giallo è una di quelle Serie Tv che più i telespettatori Mediaset hanno dimenticato. Per fortuna.

2) La Vita Segreta Di Una Teenager Americana – 2013

La Vita Segreta Di Una Teenager Americana ha fatto il suo esordio nel lontano 2013, e questo noi ce lo ricordiamo bene. Tra le presenti in lista, infatti, questa Serie Tv è riuscita a ottenere degli ascolti sicuramente più importanti ma che – al tempo stesso – non le sono bastati per lasciare un bel ricordo. La sua popolarità è, infatti, caratterizzata da frasi come “Ricordi La Vita Segreta Di Una Teenager Americana? Che trash quella serie, ma come facevamo a vederla?

La serie, come ricorderete, narra le vicende di un’adolescente americana che, a seguito di una gravidanza, comincerà a vivere una sorta di doppia vita. La Vita Segreta di una Teenager Americana si concentra anche su altri personaggi e, in modo particolare, racconta di come la protagonista non sia l’unica ad avere un segreto. Gli intrighi adolescenziali, così, prendono il completo possesso della situazione ma lo fanno in modo mai credibile, mai attento. Certo: il problema de La Vita Segreta Di Una Teenager Americana non risiede nella sua leggerezza, ma nel come si volesse proporre al pubblico. Voleva dare qualcosa, dimostrare di non essere solo un teen drama, ma nella realtà dei fatti ha sbagliato così tanti colpi da non riuscire a essere neanche questo.

3) Chasing Life – 2014

Correva l’anno 2014, e Chasing Life diventava ufficialmente nostra. Tratta da una Serie Tv messicana, Terminal, narra le vicende di una ragazza che sogna di voler fare la giornalista. Tutto sembra andare per il verso giusto professionalmente parlando, ha tutte le carte in regola per esserlo. Dal punto di vista personale, però, le cose non vanno per il meglio. Il padre è morto, e la madre e la sorella ribelle le prendono praticamente tutto il tempo. Gestirle non è semplice. Quando pensava che non potesse andar peggio, però, ecco che scopre di avere una brutta malattia. La serie si porta a casa la prima stagione senza mai convincere il pubblico, e lo stesso succede con la sua seconda. Per questo motivo, infatti, viene immediatamente cancellata. L’idea era valida, ma purtroppo i modi di metterla in pratica non hanno avuto la stessa sorte. I toni, in questo caso, hanno avuto lo stesso tipo di suono di quelli di una soap opera, e molte cose più che essere trattate con una leggerezza che avremmo potuto comprendere – d’altronde, ogni argomento se fatto bene può essere raccontato in modi anche anticonvenzionali, come abbiamo visto in After Life – vengono raccontate in modo superficiale. Tra leggerezza e superficialità c’è un oceano, e questo – Chasing Life – avrebbe dovuto comprenderlo.

4) The Returned – 2015

The Returned arriva sui nostri schermi nel 2015, presentandosi come il remake di Les Revenants, Serie Tv francese a sua volta remake del film Quelli Che Ritornano. Come comprendiamo da questi titoli, The Returned racconta di un piccolo paesino di montagna in cui, a un certo punto, le persone credute oramai morte, tornano in vita. Il loro ritorno, ovviamente, destabilizza la tranquillità della piccola cittadina che, come un fulmine a ciel sereno, vede tornare in vita i propri cari. Dopo un attimo di smarrimento, comunque, il sentimento di shock lascia spazio a quello della felicità di aver ritrovato le persone che oramai credevano perse. Questa felicità è, però, destinata a concludersi a causa di vari fenomeni paranormali che cominciano a verificarsi. La cancellazione della serie, da parte di Netflix, arriva praticamente subito, dopo una sola stagione. Inutile negare che la cosa non ci abbia mai scioccati, e questo proprio a causa delle varie pecche tangibili che partono dalla pessima scrittura dei personaggi fino ad arrivare alla superficialità con cui la storia viene narrata. D’altronde, in questi casi, i generi della serie hanno spaziato attraverso teen drama e horror, ma nessuno dei due è riuscito a imporsi in modo chiaro e netto. Tutto è rimasto informe, e questa è una macchia troppo profonda per una Serie Tv.

5) The Shannarah Chronicles – 2016

Non essere all’altezza di una saga best seller non è qualcosa di raro per un riadattamento, eppure The Shannara Chronicles, nel 2016, ha dimostrato che non esiste fine al peggio. La serie, difatti, racconta un mondo fantasy in cui – come da manuale – un valido eroe cerca di salvare l’Eterea – un antico albero magico che ha la funzione di mantenere in vita il Divieto, regno creato anch’esso dalla magia dove ogni creatura malvagia è imprigionata – e proteggere le Quattro Terre dell’esercito demoniaco. La serie è andata in onda per due stagioni, al termine delle quali viene annunciata la cancellazione. Anche in questo caso non è mai esistito alcun sentimento di shock, perché questo tipo di epilogo era più che prevedibile a causa della natura malfunzionante della serie. Il fantasy, genere noto per la sua dinamicità, viene trattato come qualcosa di monotono, senza alcuna sfumatura. Guardare la serie, così, non significa mai empatizzare con i personaggi, ma rimanerne solo distaccati. Allo stesso tempo, dentro di noi, non si accende alcun tipo di sentimento di fascino nei confronti di questo mondo fittizio che – in altri prodotti – ci ha sempre stregato.

6) Famous In Love – 2017

Famous In Love è una delle Serie Tv più conosciute di questa lista. Non sapremo mai se il detto “bene o male, l’importante è che se ne parli” paghi sempre, ma quel che è certo è che – tra le due opzioni – di Famous In Love se ne è parlato sempre male. Queste critiche, certamente, sono mosse da una trama che cerca di dar vita alle vicende di un teen drama ma che, nella realtà, cade in continui cliché tipici del genere. Per questo motivo non riusciamo mai a prendere sul serio le vicende della protagonista, divisa tra la vita dell’attrice e quella di una ragazza normale. Anche il triangolo amoroso, che diventa poi parte integrante della trama, cade in situazioni che abbiamo già visto e rivisto. Il punto è che quelle che abbiamo conosciuto prima erano valide, queste no.

7) Tell Me a Story – 2018

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Tell Me a Story nasce nel lontano 2018, e decide di volersi mettere in discussione nello stesso modo utilizzato nell’iconica Serie Tv Once Upon a Time. Infatti, Tell Me a Story, racconta delle storie che fondono in un’unica nota le fiabe. Per intenderci, la prima stagione – ambientata a New York – unisce la fiaba de I Tre Porcellini, Hansel e Gretel e Cappuccetto Rosso, mentre la seconda La Bella e La Bestia, La Bella Addormentata e Cenerentola. Ed è così che, Tell Me a Story, cerca di raccontare una storia moderna attingendo dai grandi classici delle fiabe, e lo fa con l’obiettivo di narrare una storia piena di vendetta, amore, omicidio e rancore. Il problema, in questo caso, è che le varie similitudini con Once Upon a Time sono chiare, e non solo per il concept. La mancanza di personalità è più che tangibile, e per questo fatichiamo a entrare davvero dentro le vicende della serie.

Insomma, qualsiasi fosse l’obiettivo di Tell Me a Story, è ovviamente fallito.

8) The I -Land – 2019

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Chiariamo un concetto fondamentale che, forse, è ora venga assimilato: non basta un’isola con dei dispersi per riproporre il capolavoro seriale di Lost. Purtroppo, nel tempo, abbiamo dovuto comprendere quanto questo tipo di principio spesso non sia stato compreso. The I-Land ne è la prova evidente. Ma quello che purtroppo suona ancora più assurdo è provare, davvero, a paragonare le due serie. L’unica cosa che hanno in comune è un’isola dispersa, perché per il resto The I-land non ha nulla della profondità, ambiguità, estrema attenzione ai personaggi e alle storie di Lost. Se in quel caso, infatti, ci troviamo di fronte a una storia strutturata e costruita, dall’altro facciamo i conti con qualcosa che non sembra neanche possedere le basi di un racconto qualitativamente anche solo sufficiente, e questo a causa del suo essere scontato, banale, e inconcludente.

9) Luna Nera – 2020

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Aggiungere a questa lista una Serie Tv italiana ci ferisce, ma non possiamo fare altrimenti. Netflix, durante l’anno 2020, ha presentato nuova fantasy italiana Luna Nera alzando delle aspettative che, purtroppo, sono state deluse praticamente subito. L’idea originale si era presentata a noi in modo anche molto interessante anticipandoci un racconto che avrebbe dato spazio alla condizione femminile del XVII secolo. Sono, però, bastati pochi minuti per comprendere che in realtà non avremmo mai potuto gioire durante la visione effettiva del prodotto, perché qualsiasi cosa potenzialmente positiva lascia purtroppo spazio a qualcosa che fa emergere solo i difetti della serie italiana. Dai dialoghi fino ad arrivare alla struttura della storia, Luna Nera si guadagna il posto principale all’interno delle peggiori Serie Tv del 2020, e degli ultimi dieci anni.

10) Fate – The Winx Saga – 2021

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Fate – The Winx Saga conclude il nostro viaggio nel tempo, e lo fa – paradossalmente – promettendoci anche una seconda stagione. Il punto forse è che in qualche modo possiamo comprendere il motivo del rinnovo, d’altronde il titolo dal sapore nostalgico qualche ascolto lo ha inevitabilmente prodotto, ma quel che non comprendiamo è che tipo di intenzioni abbia la serie. Le sei puntate della prima stagione hanno raccontato una storia che ha faticato a spiegarsi e che, al tempo stesso, ha fatto notare la sua difficoltà nell’entrare nel vivo nonostante i soli sei episodi. In poche parole, raccontare una storia fantasy di questo tipo – soprattutto quando lo si vuol far con leggerezza – implica determinati presupposti come scorrevolezza, dinamicità, avventure e rapporti umani tra adolescenti. In questo caso questi ultimi vengono trattati come se le due parti che prendono parte al rapporto non siano altro che robot che, semplicemente, devono unirsi e copulare perché la trama vuole questo. Anche la parte fantasy sembra totalmente dormiente, e questo solo a causa di questa lentezza che – ripetiamo – per un prodotto del genere sembra paradossale.

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