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Le 9 Serie Tv europee più brutte di sempre

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“Non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace”. Questo è uno dei motti più influenti della nostra epoca, un messaggio forte e chiaro che cerca di salvare tutto quello che di base, molto spesso, altro non è che un errore colossale, un salto nel vuoto che crea sfaceli frutto di pessime idee. Con questa frase riusciamo spesso a giustificare il nostro terribile cattivo gusto di fronte a dei prodotti oggettivamente inguardabili, ma che – chissà perché – guardiamo e apprezziamo. Ecco: questo non è il caso di alcune delle Serie Tv peggiori europee di cui stiamo per parlare. Per loro non c’è motto che le salvi, una speranza di essere apprezzate. Non stiamo parlando di serie che non riescono nel loro intento, ma di prodotti che non sono altro che buchi nell’acqua. Sceneggiature pessime, dialoghi incomprensibili e vuoti, idee di fondo già errate in partenza: niente di ciò di cui parleremo avrà un solo appiglio per sentirsi meno peggio di quello che in realtà è. Forse saremo cattivi, ma non quanto loro che invece ci hanno illuso di poter avere una nuova esperienza seriale interessante e che nella realtà si sono dimostrate un incubo che ci ha terrorizzati.

Ci dispiace se in alcuni casi rivivrete alcuni di questi traumi. Noi vi stiamo solo avvisando nel caso in cui ve ne sfuggisse qualcuna e voleste darle una possibilità. Siete pronti?

1) Ares, una delle Serie Tv peggiori provenienti dall’Olanda

“Ma cosa sto guardando?”. Questa è la domanda più ovvia e non banale che si ci possa porre di fronte alla prima Serie Tv olandese prodotta da Netflix. Il quesito non è banale perché va colto nel suo senso letterale: cosa è quello che ho di fronte? Un horror? Un thriller? Un teen drama? Che obiettivi ha? Di cosa è fatto il prodotto che sto guardando?

Ares accende il motore di una storia che fa acqua da tutte le parti già dall’inizio. La protagonista, un’umile studentessa, entra a far parte di una setta che – come in ogni copione – lavora con il favore delle tenebre mandando avanti dei piani loschi, poco chiari e sicuramente non con obiettivi onorevoli. Questo è il nodo centrale da cui vuol partire la serie, ma il problema è che in realtà la partenza non avviene mai. In un certo senso potremmo dire che una direzione e vera e proprio – Ares – non la prende. Vive in perenne stato confusionale perché non coglie quali siano davvero i suoi obiettivi, quindi se non l’avete capita state anche tranquilli, perché nemmeno lei lo ha fatto. Il problema non è la lentezza di cui si veste – sappiamo che questo aspetto si riveli anche essere molto positivo con lo scopo di analizzare e scavare a fondo nelle serie – ma il fatto che, nonostante questo, non riesca a giungere da nessuna parte. I suoi tempi morti e la sua voglia di mistero hanno totalmente annebbiato quello che a un certo punto doveva essere chiaro nella sceneggiatura, e per questo non c’è giustificazione che tenga. Stiamo parlando di una serie di sole otto puntate da trenta minuti, riuscire a raccontare una storia – se ben chiara in testa e nella sceneggiatura – non era in alcun modo complicato. C’erano i tempi e c’era anche una trama che viaggiava sul fronte complottista, che si traduce nella volontà della sceneggiatura di avere una parte thriller, e uno splatter che ci riporta al genere horror. Il risultato? Tanta, troppa confusione e una personalità praticamente nulla.

2) Estate di Morte

Netflix, dopo il grande successo di Serie Tv europee come Dark, cerca di ritentare la medesima esperienza mediatica con altri progetti, ma le cose non vanno come previsto. Estate di Morte in questo senso è l’esempio lampante aggiudicandosi un posto in questa lista di Serie Tv peggiori.

Quello che abbiamo di fronte è un prodotto che concentra la sua intera essenza all’interno di una scomparsa lunga venticinque anni. Il protagonista, infatti, ha perso la sorella quando era ancora giovane, e da quel momento nessun’indagine è riuscita ad aiutarlo nel coltivare delle speranze. Ma nulla è ancora perduto: degli indizi finalmente aprono la porta a una possibilità che oramai sembrava persa e che sembra ricondurre dalla sorella, a quanto pare ancora viva. Detta così, lo sappiamo, la storia sembra presentare dei tratti interessanti che mischiano il mistero, i colpi di scena, il passato e il presente, eppure non è tutto oro quella che luccica. Estate di Morte – come avrete compreso – si divide in due lassi temporali che raccontano l’adolescenza dei due fratelli e il presente del protagonista, ma questo non aiuta a creare curiosità nel telespettator ma solo un proseguimento dettato dall’inerzia, nella migliore delle ipotesi. Ogni indizio, ogni possibile colpo di scena, tutto viene appesantito da una trama che presenta delle buone intenzioni ma che non riesce a concretizzarle nella realtà dei fatti. I personaggi sono privi di individualità, la loro personalità è debole e la corsa verso la verità procede a passi indecisi e lenti. Non riusciamo a gioire o a stupirci del finale della serie perché – semplicemente – la nostra empatia non è mai stata stimolata. In modo estremamente apatico, la narrazione si presenta a noi con l’obiettivo di metterci su un piatto tutti i vari avvenimenti, senza mai fermarsi un attimo per scavare a fondo. La superficialità è purtroppo la vera protagonista di questa storia, e questo non ha fatto altro che ridicolizzare tutto, anche le cose che avevano la possibilità di essere apprezzate.

3) Segni, una delle Serie Tv peggiori ancora una volta proveniente dalla Polonia

La Polonia, dopo il tentativo fatto con Estate di Morte, ci ritenta con un altro crime che presenta quasi le stesse problematiche del primo ma con un’aggravante in più. Segni, infatti, è un prodotto che non ha alcuna intenzione di mettersi in discussione, di provocarsi e provocare, di fare un passo fuori dalla propria zona sicura. Avete presente le Serie Tv crime basate sul detective che arriva in una nuova cittadina sperduta e da lì comincia le indagini su un caso irrisolto da anni? Ecco: questo è Segni in poche parole. Sceglie di prendere la stampa esatta di questa trama basilare, e non fa altro. Segue in modo ossessivo tutti gli step che fanno parte di questo genere, e non aggiunge nulla di suo, di personale, qualcosa che la faccia riconoscere. Il problema, però, è anche un altro: non solo segue tutto in modo ossessivo, ma in più lo fa anche male. Se negli altri prodotti, infatti, riusciamo a trovare un motivo per andare avanti, delle cose fatte bene, qui no. Segni ci vuole solo raccontare una storia in cui si cammina verso la verità, dimenticandosi però che il percorso tra l’inizio e l’arrivo dell’epilogo significa tutto, significa l’intera qualità della propria creatura. La personalità manca, i dialoghi sono superficiali, il contorno viene totalmente rimosso per fare spazio sempre e solo a una protagonista che non sa riempire la scena, e ogni mossa viene copiata da prodotti visti e rivisti: nulla in Segni riesce a salvarsi, neanche il suo coraggio.

4) Un Caso Per Due

Un Caso Per Due è un prodotto made in Germania, un prodotto infinito, estenuante, che sembrava volerci non mollare mai. Immaginate Beautiful, ma in versione crime. Ecco: questa è più o meno la sensazione che si ha quando si comincia a guardare questa serie, non si sa mai quando la si finirà. Trecento, e ripeto, trecento episodi che vedono sempre la stessa solfa: un detective privato e un legale cercano di risolvere i casi più intricati. Tutto molto interessante, se non fosse che quello che abbiamo di fronte è un prodotto che non riesce a catturare l’attenzione, che non riesce a farsi guardare con piacere. La sua prima puntata è andata in onda nel 1981 arrivando a concludersi nel 2013 e mai, come in questo caso, siamo riusciti a cogliere il senso della frase “invecchiare male”. Perché Un Caso Per Due è una serie che inevitabilmente invecchia male, un prodotto che non poteva e non doveva toccare i nostri anni perché pienamente relegato a quell’epoca che segnò il suo inizio. Non riusciamo a stargli dietro, e abbiamo ragione. Non è un salto nel passato interessante, è un’angosciante esperienza che non sa insediarsi nei nostri anni. Probabilmente tutto quello che ha ottenuto lo deve al suo inizio, un momento in cui la sua essenza non stonava, anzi. Il nostro animo conservatore, però, non riesce a stargli dietro o ad apprezzarlo perché vede in questo prodotto pochissima credibilità, pochissima stoffa sul piano dell’intrattenimento. Piazzarci di fronte allo schermo e scegliere di guardare Un Caso Per Due non è più possibile, e il suo pretendere di andare avanti con le stagioni fino al 2013 è stato punito con la nostra totale indifferenza a riguardo. Non è accattivante, non è dinamico, non è nulla di tutto quello che – se minimamente rivoluzionato – avrebbe potuto essere, e questa è tutta colpa sua.

5) The Break

Con The Break ci ritroviamo nuovamente di fronte al dramma del poliziotto che, a seguito del caso irrisolto, comincia a impazzire. Yoann si ritrova immischiato dentro una fitta rete di segreti che non sembrano voler essere risolti distruggendo la sua salute mentale a tutti gli effetti. La serie presenta purtroppo le stesse problematiche di cui abbiamo parlato già in precedenza, e proprio questa è la base su cui si fondano le critiche moviamo a questo prodotto e ai suoi simili. Ancora una volta manca il coraggio e la totale assenza di identità svalorizza qualsiasi azione, scena o personaggio. L’impressione è che tutti svolgano stoicamente il loro ruolo da interpreti dimenticando che quello che stanno facendo è raccontare una storia. Nessuno dà anima, sembra tutto spaventosamente apatico tanto da indurci all’idea che, forse, in questo caso, non conosceremo mai un finale ma per nostra volontà. Saper assecondare la curiosità del telespettatore è fondamentale soprattutto quando l’intenzione è quella di prolungarla fino a una seconda stagione che – come immaginavamo – ha visto un successo ancor più ridotto della prima. Curare le basi è fondamentale, e The Break non lo ha fatto.

6) Adrian, una delle Serie Tv peggiori made in Italy

Serie Tv peggiori

Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco. Questa è la base fondamentale da cui avrebbe dovuto partire l’autore di questa serie, che altro non è che Adriano Celentano. Il suo intento era raccontare una storia che riuscisse a toccare i più svariati temi – anche sociali – ma alla fine il risultato non è stato neanche lontanamente soddisfacente. Quello che viene fuori è, infatti, un racconto che sembra voler celebrare il cantante e, come se non bastasse, i momenti di cui avremmo volentieri fatto a meno non mancano. I dialoghi sono superficiali, e le scene erotiche vengono forzate gratuitamente. La critica ha stroncato del tutto l’opera, e anche il pubblico non si è risparmiato in questo senso. Noioso ed esageratamente trash sono stati i due punti più quotati per descrivere questa serie italiana che, sorprendentemente, è riuscita a fare un buco nell’acqua ancor peggio di altre. E non era facile.

7) I Dodici Giurati, ancora una volta il Belgio torna con una delle sue Serie Tv peggiori

Serie Tv peggiori

I Dodici Giurati è una di quelle serie che con la sua trama ti inganna praticamente subito. Dodici persone sono chiamate a fare da giuria in un caso di omicidio controverso: la preside Preside Fri Palmers è accusata di duplice omicidio, una delle vittime è suo figlio. Da questo momento in poi le cose non saranno difficili solo per la presunta colpevole, ma anche per le persone chiamate a giudicarla. La vita dei dodici giurati, infatti, viene completamente stravolta e da questo momento le cose andranno solo a peggiorare. Tutto molto interessante, ma solo sulla carta. Nella realtà dei fatti la Serie Tv belga non riesce a portare a termine con successo il percorso che prosegue verso il finale e la verità. Cerca di mantenere alta la suspense, ma quello che in realtà viene fuori è il tentativo di riuscire a mantenere un clima accattivante, la forzatura che viene fatta per raggiungere questo obiettivo. Tutto, infatti, risulta forzato , anche la volontà di metter su grandi colpi di scena. Purtroppo siamo tutti affetti dalla stessa malattia delle Serie Tv, le nostre esperienze in questo senso sono infinite. Sappiamo riconoscere un prodotto che, invece di riuscire nella propria impresa, la tenta senza successo. E purtroppo, questo è ciò che è accaduto ne I Dodici Giurati.

8) Nymphs, una delle Serie Tv peggiori proveniente dalla Finlandia

Serie Tv peggiori

Quello di cui stiamo per parlare, se fossimo in una classifica, guadagnerebbe un posto sul podio senza troppe storie. Nymphs racconta la vita di un’apparente normalissima ragazza nel pieno della sua adolescenza. Un giorno la sua tranquillità viene completamente distrutta da una notizia: Didi è una ninfa e ad ogni luna piena è condannata a dover assorbire la forza vitale degli uomini uccidendoli. A seguito di questa rivelazione, la ragazza va a vivere con le sue nuove tutor, due ninfe che cercano di insegnarle le regole della sua nuova vita, la prima su tutte è quella di non innamorarsi mai di un umano. Indovinate di chi si innamora Didi? Si, di un umano. Chiaro.

Da questo momento in poi, capite bene, le sue avventure saranno più o meno descrivibili in questo modo: Didi cerca di non innamorarsi, non ce la fa. Si innamora, poi scappa “perché tu non puoi capire, non possiamo stare insieme”. Di nuovo, se ne pente, torna. Ma aspetta, si ricorda che stando con lei il suo umano morirebbe, scappa di nuovo. Poi però torna. Praticamente Nymphs è lo spin off di Brooke Logan, il nostro spin off di Beautiful. Per quanto la serie ci abbia provato a farsi prendere sul serio, questo non è mai successo e qui non ci sono forzature o giustificazioni che tengano, qui il problema sta proprio nella qualità totalmente assente di questo prodotto.

9) I Testimoni

Serie Tv peggiori

I Testimoni è una delle Serie Tv francesi peggiori degli ultimi anni. Anche in questo caso siamo di fronte a un omicidio che stravolge la vita di una tranquillissima cittadina. A differenza degli altri prodotti crime citati, qui abbiamo una storia drasticamente più macabra: un’intera famiglia viene trovata morta nella propria abitazione, dopo di loro anche un adolescente e un uomo e una donna vengono uccisi e tutti presentano la stessa modalità. A capo di questi omicidi troviamo la detective Sandra e l’ex poliziotto – ora in pensione – Paul, un uomo che dovrà vedersela con il suo oscuro passato pronto a ribussare alla sua porta. Il collegamento tra lui e questi casi irrisolti esiste oppure no? Questa è fondamentalmente la base su cui I Testimoni si appoggia per dar vita a una storia crime che, però, non riesce a convincere. Nonostante il coraggio di distaccarsi un po’ di più dal resto degli omicidi che abbiamo elencato, la serie non ottiene l’effetto sperato. Il suo obiettivo era diventare grande, fare il boom sul piano internazionale, ma nella realtà dei fatti il suo è stato un insuccesso su tutti i fronti. Non sappiamo cosa abbiamo di fronte, se non un prodotto che – nonostante la trama – non fa mai un salto di qualità, ma rimane statica nella mediocrità in cui – inconsapevolmente – si è imbattuta.