Che ansia. Che sudata, ragazzi. Che palpitazioni e che nervosismo. Però, possiamo fare un respiro di sollievo: per questa puntata siamo fuori pericolo. Però dopo ce ne sarà un’altra, come faccio a stare tranquilla? Mi è tornata l’ansia. Ecco, questo è quello che succede ogni volta che guardo una Serie Tv in cui, al suo interno, trovo personaggi che mi fanno stare con il nodo alla gola per la paura che, da un momento all’altro, rovinino e mandino a monte tutto. Questa è tutta colpa delle loro personalità instabili, perennemente irrequiete e mai in pace. Il loro modo di affrontare le cose non ci permette mai di stare tranquilli, nonostante non facciano mai parte del club dei villain. Spesso camminano fianco a fianco al protagonista, e condividono anche le stesse battaglie. Il problema è che ciò che hanno dentro spesso li porta a creare delle situazioni ambigue, pericolose per se stessi e gli altri. Per questo motivo, spesso, abbiamo dubitato delle loro intenzioni, mettendo in discussione il loro personaggio. Le ragioni per cui questo sia accaduto sono svariate, e hanno a che fare con degli aspetti peculiari di ognuno dei personaggi che stiamo per elencarvi. C’è chi ci ha fatto dubitare a causa della sua rabbia repressa, e chi perché cominciava a star bene tra le braccia del potere e dell’inquietudine. Lo vedevamo bramare il controllo, e vedevamo quanto – una volta ottenuto – non volesse più farne a meno. Per riuscire a tenerlo con sé si sono macchiati di azioni che ci hanno confuso e che hanno fatto vacillare le nostre sicurezze fino a quel momento.
Scopriamo insieme chi sono, quindi, i personaggi delle Serie Tv che più ci hanno tenuto con il fiato sospeso, anche se non erano dei villain.
1) Jesse Pinkman – Breaking Bad
Dobbiamo essere onesti: abbiamo amato il personaggio di Jesse Pinkman, ma ogni volta che faticaccia. Siamo sempre stati consapevoli della sua quasi maniacale auto-distruzione, e siamo sempre stati consapevoli della sua impulsività. Ogni volta che le cose non giravano a suo favore, Jesse cominciava a impazzire, a perdere il controllo e a fare di testa sua. La maggior parte degli scontri che ha avuto con Walter White avevano come base principale proprio questo punto. White sapeva che Jesse avesse dentro di sé la capacità e il coraggio di mandare tutto all’aria senza curarsi delle conseguenze, e di questo ne eravamo ben certi anche noi. D’altronde, se c’è una cosa che Pinkman non è mai riuscito a essere, quella è sicuramente equilibrato. Ha sempre disconosciuto questa condizione scegliendo di dare, alle sue azioni, una natura ostile, frutto di rabbia repressa e caos interiore. In questo senso, va ricordato quando – dopo una furiosa lite con Walter – decise che bruciargli la casa fosse la migliore delle opzioni, nonostante all’interno ci fossero i figli innocenti di quest’ultimo. Sapevamo che avesse ragione in quella discussione, conosciamo anche e soprattutto il marcio che alberga dentro White, ma durante quel momento abbiamo smesso di respirare e, per un attimo, abbiamo temuto il peggio. Abbiamo che temuto che Jesse Pinkman potesse fare l’ennesima azione di cui, a un certo punto, si sarebbe pentito.
2) Billy Butcher – The Boys
Billy Butcher è il moto che attiva, una volta e per tutte, il piano di vendetta contro i (non) supereroi. Le sue intenzioni, fin da subito, si sono mostrate nobili: voleva interrompere la sfilza di brutalità che, ogni giorno, questi facevano nei confronti del mondo intero e, soprattutto, voleva vendicarsi personalmente per quello che gli era stato fatto qualche anno prima. Infatti, il personaggio di Billy porta dentro di sé una ferita troppo grande per essere rimarginata dal tempo: la perdita di sua moglie. Fin dall’inizio scopriamo che dietro alla morte di quest’ultima c’è non solo la mano dei supereroi, ma soprattutto quella di Patriota. Per questo motivo Billy non ha alcuna intenzione di andarci piano. Vuole ferirli, ucciderli, rovinare la loro organizzazione e il loro complotto per sempre. Ha ragione, è chiaro che ne abbia. Il problema risiede, però, nelle modalità con cui spesso questa sete di vendetta interferisce nel piano. Non sappiamo mai cosa aspettarci da parte sua, perché abbiamo davvero a che fare con un personaggio totalmente mangiato e fatto a pezzi dalla sua rabbia, uno di quelli che – per riuscire nel suo intento – avrebbe fatto qualsiasi cosa. Durante l’inizio della prima stagione, pur di riuscire a convincere Hughie, si finge ancora agente della C.I.A. Non contento, comincia a utilizzare il ragazzo mettendolo spesso in pericolo, senza mai curarsi delle sue volontà. Con il tempo il rapporto tra di loro diventa più autentico e sincero, ma non sempre fidarci della mossa di Billy risulta così semplice per noi e per chi gli sta intorno.
3) Wendy Byrde
Quando incontriamo Wendy Byrde per la prima volta stringiamo la mano a una donna totalmente ignara degli affari del marito. Wendy si limita a essere una donna borghese, lavoratrice, madre di famiglia, priva di qualsiasi tipo di responsabilità riguardante le azioni illegali di Marty. Conosciamo, insieme a questo aspetto, anche una parte intima e privata che riguarda la sua relazione clandestina, cosa che metterà il suo matrimonio in serio pericolo. Per un attimo, però, Marty riesce a dimenticarsi ciò che la moglie gli ha fatto e – mosso da fretta e furia – si trasferisce con tutta la famiglia a Ozark, confessando i suoi loschi affari alla moglie. Dopo il trasferimento qualcosa comincia a cambiare dentro Wendy, che comincia a farsi risucchiare dentro un vortice in cui la sete di potere diventa la sua migliore amica. Tutto nasce da Marty, ma noi tendiamo a fidarci più di lui, del suo temperamento più calmo, razionale. Wendy ci spaventa. Nei suoi occhi leggiamo la voglia di controllo, di potere e di riscatto. Per riuscire nei suoi obiettivi farebbe qualsiasi cosa, motivo per il quale – a un certo punto – smette anche di coinvolgere Marty nelle scelte che riguardano gli affari. Le sue decisioni sono caratterizzate da una freddezza e da un distacco tale da, a volte, mettere in serio pericolo l’incolumità della propria famiglia, arrivando perfino a mettersi contro il proprio figlio. In questo senso, come abbiamo visto, ha sacrificato suo fratello Ben per timore che la sua inaffidabilità potesse rovinarle la vita di cui è diventata protagonista.
4) Shane Walsh – The Walking Dead
Shane Walsh si presenta a noi come un vero e proprio leader, una posizione in cui ha imparato a stare praticamente subito, e di cui godeva. Fin dal principio sappiamo del suo stretto legame con Rick, un uomo che ormai pensa morto. Proprio quella drammatica condizione, però, gli conferisce la possibilità di vivere la sua storia con Lori e con suo figlio, con cui poi sviluppa un forte legame. Ma sarà proprio il ritorno di Rick a distruggere l’equilibrio che Shane aveva creato fino a quel momento. Comincerà di nuovo a vivere stando un passo indietro, e non sarà più il leader del gruppo. Vedrà Lori tornare con il proprio marito, e Carl allentare il rapporto con lui, cosa che lo farà sentire sostituito. Comincerà a sentirsi escluso, cosa che lo porterà a non concepire i motivi per cui Rick riesca ad avere tutto ciò che prima aveva conquistato lui. Vede degli errori nelle sue scelte, e su molte questioni vive in totale disaccordo. Questa condizione comincia, quindi, a indebolire e a fortificare allo stesso tempo Shane che, dopo qualche episodio, comincerà a mostrare la sua instabilità. Al contrario degli altri, riuscirà ad accettare con più facilità la convivenza in questo nuovo mondo, quasi adattandoglisi. Ciò è risultato evidente quando, pur di salvare se stesso e Carl, ha sacrificato Otis. In questo senso, quindi, Shane ha dimostrato che – pur di raggiungere i suoi scopi – sarebbe stato pronto a tutto, e senza troppi rimpianti. A sangue freddo, infatti, ha dato vita a delle azioni e gesti che ci hanno sempre lasciato con il fiato sospeso. Avevamo paura della sua prossima mossa, come il resto dei personaggi. E il suo gran finale con(tro) Rick ce lo ricordiamo ancora come uno dei momenti più epici e ansiogeni di tutta The Walking Dead.
5) Clay Morrow – Sons Of Anarchy
Clay Morrow è uno dei personaggi di Sons Of Anarchy che più ha diviso il fandom in due fazioni: da una parte c’è chi ha bramato la sua morte, e dall’altra chi continua a ripetere che no, Clay Morrow non è un mostro. La verità in questi casi sta sempre nel mezzo. Clay ha cercato di difendere il proprio gruppo, di essere un vero e proprio leader senza se o ma, e ci è anche riuscito per un certo periodo di tempo. I veri problemi, come abbiamo visto anche con Shane di The Walking Dead, cominciano quando Clay comincia ad avvertire Jax come una minaccia, come colui che gli soffierà il ruolo da leader. Entrambi hanno fatto degli errori, ma – in un certo senso – quelli di Jax venivano perdonati, e questo perché era chiaro che fossero fatti per tutelare il gruppo. Non c’era della malizia dietro, e non c’era neanche la voglia di fregare i propri compagni. Jax ha avuto quello che Clay non ha mai avuto: comprensione e fiducia dagli altri. Il motivo alla base, però, è semplice. Noi siamo stati i primi a perdonare a Jax cose che a lui non avremmo perdonato, e questo perché di fronte a noi – spesso – si palesava una persona che non riusciva a essere una garanzia per il proprio gruppo ma che, anzi, lo metteva in pericolo. La sua freddezza e la sua voglia di essere l’unica voce del coro hanno contribuito a non farci mai essere tranquilli in sua presenza, a temere sempre il peggio. Clay è così freddo e distaccato per necessità, per riuscire a farsi largo in un mondo che non avrebbe guardato in faccia nessuno. Per riuscire a stargli dietro ha fatto lo stesso, arrivando perfino a uccidere il padre di Jax.
6) John Locke – Lost
John Locke aveva capito la natura dell’isola fin dall’inizio. Il suo passato, il suo modo di vivere all’interno di quest’ultima, ogni cosa ci ha portato a vedere in questo personaggio mille sfumature che, ancora oggi, non sembrano essere finite. Per ogni rewatch, riusciremo a cogliere qualcosa di più su di lui, un colore intenso che non siamo riusciti a scorgere prima. Eppure, in modo particolare, anche lui riuscì a metterci ansia, e lo fece durante la sesta stagione della serie. Come ricorderete, il corpo di Locke viene posseduto dal mostro che spiega di aver scelto lui perché era così ingenuo da credere che ritrovarsi su quell’isola avesse un senso, delle ragioni profonde. Durante quella stagione, dunque, assistiamo a un “John Locke” mai visto, privo di empatia e umanità. Lo stesso Jack, durante una conversazione con lui, ammette che credere che quello fosse davvero Locke sarebbe un insulto alla propria intelligenza. In lui questa oscurità non esisteva. Ha preso vita, tramite le sue sembianze, soltanto durante la sesta stagione. Durante quei momenti avevamo paura di cosa sarebbe potuto succedere, soprattutto durante la lotta finale con Jack. Lotta in cui, per fortuna, sopravvive quest’ultimo.
7) Claudia Tiedemann – Dark
Il discorso che riguarda Claudia Tiedemann è sicuramente diverso rispetto a quelli che abbiamo fatto fino a questo momento. La donna, diventata la prima direttrice della centrale nucleare di Winden, ha dovuto fare presto i conti con una scoperta che ha cambiato non solo la sua vita, ma anche quella del resto dei personaggi che conosciamo all’interno di Dark: i viaggi nel tempo esistono, eccome se esistono. Lo scopre durante il 1987, quando incontra la sé del futuro. Da quel momento Claudia diventerà la protagonista principale di questa storia, tanto da farci avere numerosi dubbi riguardo alla sua persona. E’ coinvolta? Ha un piano? Quali sono davvero le sue intenzioni? Queste erano delle domande a cui non riuscivamo mai a dare alcuna spiegazione. Quando la vedevamo provavamo un senso di inquietudine, questo soprattutto perché la sua posizione riguardo alla questione del tempo – e a tutto ciò che ne deriva – sembrava stare nel mezzo, senza mai scomporsi. Non era mai chiara. Dietro di sé portava la stessa oscurità, e ogni sua parola era così ambigua da venire anche fraintesa. Per scoprire davvero chi fosse, abbiamo faticato. E in ognuno di questi momenti, abbiamo temuto che potesse disintegrare tutto premendo semplicemente un tasto.