4) Vic Mackey
Vic Mackey (Michael Chiklis) e il suo drama poliziesco sembrano essere stati concepiti fin dal principio per rispondere a una semplice domanda: “e se Tony Soprano fosse un detective di Los Angeles?“. Lo stesso creatore della serie, Shawn Ryan, ha ammesso che il tributo che il suo lavoro deve a I Soprano è enorme:
“Guarda, non saremmo in Tv se non fosse per I Soprano. Sono stati un rompighiaccio. Hanno dato alla FX il coraggio di prendere in esame l’idea del nostro progetto.”
La moralità che porta sullo schermo Vic Mackey è un chiaro esempio di egoismo. Mackey giustifica le sue azioni solo sulla base delle conseguenze che portano a se stesso e a coloro che gli sono più vicini. Anche in questo caso, come per Tony, vi è una solida condizione familiare alle spalle. Nonostante questo, però, ha commesso ogni tipo di adulterio. La personalità di Mackey risulta quindi decisamente narcisistica, cavalcando il motto che i fini giustificano sempre i mezzi. Tuttavia, questa posizione, alla fine, lo ha condotto alla rovina.
La sua brutalità, anche in questo molto simile a Tony, è di solito rivolta a quei criminali che considerava degni dei suoi sfoghi. Quando è arrivato a infrangere la legge, ha sempre giustificato il suo comportamento con la necessità di doverlo fare per una giustizia più alta. In questo, forse, c’è la principale differenza rispetto al boss: Tony ha saputo mettere in discussione se stesso, Vic mai.