3) The Haunting, una delle Serie Tv piene di colpi di scena divisa tra l’horror e l’esistenzialismo
Non parlo soltanto di The Haunting of Hill House, come si potrebbe presuppore dall’immagine qui sopra. Parliamo di tutta l’antologia The Haunting, un’antologia che – se chiedete a me – non ho ancora compreso per quale motivo si sia fermata a sole due stagioni. Poteva andare avanti ancora. Tirare per una terza conclusiva, certo, ma anche fino a una possibile quinta. Funzionava. Funzionava tutto. Quel mix tra horror e drama funzionava in un modo che ancora oggi mi lascia con il cuore in gola.
Non credevo di poter mai piangere per nessun horror nella mia vita. Ma ancora non avevo conosciuto The Haunting. In quel caso sì che ho versato tutte le mie lacrime. E la cosa più incredibile di questa antologia è che ha risposto a ogni mia esigenza televisiva. La suspense, l’adrenalina, un tocco di esistenzialismo, di rapporti da ricostruire, e anche una giusta dose di horror che, quando fatto bene, non guasta mai.
Insomma, The Haunting corrisponde all’ABC delle Serie Tv fatte apposta per me. E intendiamoci: più o meno lo sapevo quando era stato presentato. Me lo aspettavo. Quello che non mi sarei mai aspettata è che The Haunting fosse anche una Serie Tv piena di colpi di scena. Di episodi che conoscevano alcuna pausa. Perché ogni puntata di The Haunting termina con dei cliffhinger che non credevo potesso sconvolgermi in questo modo, e che invece – puntuali – mi spiazzavano sempre facendomi cambiare prospettiva. Che si trattasse dell’inquietante villa di House House o della dimora di Bly Manor poco importava, perché i colpi di scena di questa Serie Tv mi hanno seguita ovunque in qualsiasi stagione, restituendomi una storia in cui non sapevo cosa fare prima: se piangere o fermarmi un attimo per capire che cosa si stessa nascondendo dietro quella scena.
Una narrazione del genere, che per giunta cambiava completamente narrazione di stagione in stagione, aveva tutte le carte per andare avanti. Per arrivare anche a una quinta stagione. E invece no: rinnoviamo Élite fino all’ottava stagione chi se ne frega di quella perla di The Haunting. Chi se ne frega di quanto ancora potesse darci.
4) Scandal
Sveliamo un altro tassello della mia personalissima storia con Shonda Rhimes. Del mio rapporto con la rinomatissima queen delle Serie Tv. In How to get Away with Murder d’altronde a un certo punto arriva anche Oliva Pope, protagonista indiscussa di Scandal. La determinazione e l’ostinazione sono simili a quelle di Annalise Keating, ma diverso è tutto il resto. Guardandola in quel crossover, è stato inevitabile chiedermi che cosa si celasse dietro alla sua storia. Che cosa Scandal potesse restituirmi. D’altronde anche in questo caso, seppur in modo estremamente diverso, a un certo punto si finiva in tribunale. Si affrontavano intrighi e corruzioni, omissioni. La curiosità, soprattutto dopo la fine How to get Away with Murder, era dunque alle stelle. E così ho provato, e non sono rimasta delusa. Non del tutto almeno.
Intendiamoci: avevo capito che nulla per me sarebbe stato all’altezza di How to get Away with Murder. Ma Scandal, quanto a struttura degli episodi, sapeva come tenermi incollata allo schermo. Ogni episodio anche in questo caso terminava infatti con un cliffhinger di livello. Con una rivelazione che faceva luce sulle ombre di tutti i personaggi. Perché, come nel caso di How to get Away with Murder, in questa Serie Tv non esistono personaggi buoni o cattivi. Esistono protagonisti che lottano per portare la verità dalla loro parte, per vincere qualsiasi battaglia a qualunque costo, anche sacrificare la propria moralità. E così ogni episodio di Scandal viaggiava in questa direzione scombinando le carte e portando personaggi a compiere azioni e decisioni imprevedibili, esattamente come i colpi di scena che si susseguiranno lungo le sette stagioni.
Non mentirò: Scandal, al contrario di How to get Away with Murder, finisce per non essere più all’altezza delle prime stagioni. Si perde in dinamiche che si ripetono fino allo sfinimento, mettendo a dura prova la pazienza del telespettatore. A un certo punto ho dunque cominciato ad accusare il peso delle stagioni e della ripetizione di tanti e troppi espedienti già visti nella Serie Tv. Ma, nonostante tutto, ogni finale di puntata mi impediva di mettere fine alla mia esperienza.
Era tutta opera di quei cliffhinger finali che riuscivano a spiazzarmi nonostante la stanchezza. Che mi davano un motivo per continuare, per scoprire che cosa si nascondesse dietro a quel nuovo colpo di scena che ancora rimescolava le carte. La mia storia con Scandal è dunque stata una vera e propria montagna russa, ma lo rifarei. Per i suoi colpi di scena alla fine degli episodi ben mirati e anche per il suo finale definitivo (di cui abbiamo parlato meglio qui) che riaccende la curiosità facendoti venire voglia di un’altra stagione.