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Le 10 Serie Tv più popolari del momento sulle principali piattaforme streaming presenti in Italia

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Per alcune piattaforme, il 2024 è stato e continua a prospettarsi l’anno di una rinascita, di un ritorno a tempi d’oro che sembravano andati, e per le serie tv si sta parlando sicuramente di Netflix. Il colosso dello streaming che sta sorprendendo tutti e che per novità interessanti non ha molti competitor. Le altre piattaforme si difendono comunque con titoli inediti e attesi, attingendo in gran parte alla letteratura internazionale. Di solito maggio e giugno sono, insieme a quelli autunnali, i mesi più ricchi di nuovi prodotti. O di grandi ritorni, e tra i titoli che si aspettavano con trepidazione c’è sicuramente la terza stagione di Bridgerton. La serie creata da Shonda Rhimes che, considerando hype e numero di utenti, è stata divisa in 2 parti.

Lo show Netflix sarà quindi uno dei prodotti di punta di entrambi i mesi. Ma accanto a questi successi ormai assodati, ci sono state anche le mini serie tv più popolari che hanno sorpreso e che, in pochi giorni, sono arrivati in cima alle classifiche delle serie tv più viste al mondo. Merita di essere nominato quindi lo show Disney+ Shogun, che dal suo debutto non ha fatto che conquistare sempre più fan e pubblico. Oltre a quelli che già la aspettavano da anni. Ma tra le serie tv più popolari ci sono anche show meno apprezzati, che stanno facendo parlare di sé, con grandi performance, ma che magari non hanno convinto tutti. Prodotti che meritano di essere visti.

Che forse non sono definibili dei capolavori, ma che non deludono le aspettative, come può essere per la serie tv tedesca Pauline, o per lo stesso Un gentiluomo a Mosca, che regala una delle migliori interpretazioni di Ewan McGregor, magistrale come sempre. Una cosa è certa: ognuno di questi show è da recuperare, indipendentemente che sia uno tra i migliori del 2024, degli ultimi 10 anni o che avrà breve fortuna.

Ecco le 10 serie tv più popolari presenti in Italia sulle principali piattaforme streaming:

1) Un gentiluomo a Mosca

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Tra le serie tv più popolari degli ultimi tempi c’è l’adattamento del romanzo di Amor Towles la miniserie diretta da Sam Miller e Sarah O’Gorman, uno dei titoli di punta della piattaforma Paramount+. La narrazione di Un gentiluomo a Mosca procede lenta e dilatata nei corridoi e negli spazi comuni di un hotel di lusso. In netto contrasto con la soffitta dove il protagonista vive. Il conte Alexander Rostov è agli arresti domiciliari, costretto a non poter mai lasciare il Grand Hotel di Mosca a seguito della Rivoluzione d’ottobre.

La miniserie si avvale di una sceneggiatura eccelsa, di una scenografia straordinaria e di un’interpretazione del protagonista davvero magistrale. Non che si avessero dubbi su Ewan McGregor, ma il personaggio del conte Rostov sembra esser stato scritto appositamente per lui. Elegante, aristocratico nel linguaggio e nelle movenze, raffinato e distinto, tanto gentile quanto esigente, vive la sua condizione con classe, accettandola, lasciandosi andare solo ogni tanto. Quando la crudeltà del regime esplode davanti ai suoi occhi.

Altro punto di forza sono i dialoghi, tra pensieri e idee sul senso dell’esistenza, sulla libertà e sull’impossibilità di vivere per sempre all’interno di quell’hotel. Condizione che non interessa solo il personaggio di McGregor. Al tempo stesso, negli scambi con altri personaggi, il dialogo è serrato. Un botta e riposta graffiante, ironica e audace, ma elementare in ciò che vuole raccontare. Per non parlare appunto della scenografia, seconda forse solo alla recitazione di Ewan McGregor. Forte di un’ambientazione dove regnano lo sfarzo, il lusso, la sontuosità e la grande eleganza. Un gentiluomo a Mosca è una miniserie fatta di autenticità e che, attraverso elementi di tecnica studiati e particolareggiati, estremamente accurati, racconta qualcosa di semplice, basilare, ma sempre importante. Qualcosa da non dimenticare mai. L’importanza della libertà, quella di scegliere chi essere, quella del pensiero e della parola.

E come, rinchiuso in un hotel, emblema del non essere libero, lui ritrova il significato e il fine di quella libertà sacrificata: i rapporti umani. Un gentiluomo a Mosca, che nella tecnica non manca di nulla, deve la sua riuscita anche agli straordinari costumi, trucco e acconciature. Così come alla fotografia, che si concentra sulle tipiche tinte cromatiche che si ritroverebbero in un hotel di lusso in Russia: il rosso, il giallo e il verde. Con nel cast anche le ottime Mary Elizabeth Winstead e Alexa Goodall, Un gentiluomo a Mosca, nella sua atmosfera surreale dai tratti fantastici, è la rappresentazione più pura del contatto umano, delle relazioni interpersonali che da sempre riescono a salvare le persone.

2) The 8 Show

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Tra le serie tv più popolari degli ultimi tempi c’è The 8 Show. Il timore che la serie Netflix fosse una brutta copia di Squid Game era legittima (qui la nostra recensione). C’era chi l’aveva definita così prima ancora di darle una possibilità. La trama lo è, l’esiguo background dei personaggi anche. Così come somiglia anche in quel disgustoso egocentrismo utilitaristico e quell’insensata violenza che ne consegue. Dove gli esseri umano sono causa del dolore, dello sconforto e della sofferenza di altri esseri umani.

The 8 Show si concentra meno sulle differenze di classe, tema caro ai prodotti coreani. I personaggi sono 8 e hanno tutti eguale importanza, anche se, come in Squid Game, si può identificare un unico protagonista. In The 8 Show non è la morte degli altri concorrenti uno dei metodi per decretare un vincitore. Perché non ci sarà un unico vincitore. C’è chi guadagnerà più degli altri, ma ognuno uscirà da lì abbandonando per sempre la condizione di povertà in cui viveva.

In The 8 Show è lenta e angosciante la scoperta di come si svolge il gioco. Di cosa per degli spettatori invisibili sia l’intrattenimento che vede protagonisti gli 8 personaggi. E la netta linea che separa il ricco dal povero avviene anche tra quelle 4 mura dove inizialmente si doveva essere tutti uguali. Ma dove le regole dell’assoggettamento e della prevaricazione valgono tanto quanto nel mondo esterno. Il pubblico invisibile trasmette il proprio interessamento attraverso un aumento delle ore, ognuno sembra regalare un tot di ore in più alla durata del gioco.

I concorrenti guadagnano cifre diverse ogni ora. Quindi finché il gioco sembra perfido, ma sopportabile, l’obiettivo è che quel timer non diminuisca mai. Mentre ognuno cerca il proprio talento nascosto, tentando di far ridere, intrattenere e coinvolgere la propria audience senza nome e senza volto, diventa sempre più chiaro come sia la violenza, quella più cruda ed estrema e che mette i giocatore l’uno contro l’altro, ad essere la scelta vincente. Diretta da Han Jae-Rim e con nel cast Ryu Jon-yeol, Park Jung-min, Chun Woo-hee, Lee Joo-young, Park Hae-joon e moltissimi altri, The 8 Show è una serie tv da non perdere.

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