5) Il problema dei 3 corpi
Tra le serie tv più popolari degli ultimi tempi c’è Il Problema dei 3 Corpi. Il grande ritorno di David Benioff e D.B. Weiss, insieme ad Alexander Woo, era atteso da tempo. Un trailer incomprensibile ha terminato una sponsorizzazione quasi eccessiva, fino al debutto su Netflix il 21 marzo 2024. Il problema dei 3 corpi è complessa, corale, distante dal romanzo sul quale è basata e quindi differente anche dallo show cinese del 2023. Ma non per questo non è stata apprezzata dal grande pubblico. Quello che va detto è che Il problema dei 3 corpi è sicuramente una serie tv imperfetta, ma rimane un prodotto di altissimo livello. La scrittura, che combina sci-fi, dramma e avventura, è impeccabile. Come gli sceneggiatori hanno sempre dimostrato di essere capaci di fare, ma dal punto di vista della caratterizzazione dei personaggi, è evidente che manchi qualcosa.
Non tutti sono ben costruiti allo stesso modo e non tutti hanno quel grado di empatia che contraddistingue invece la trama di qualsiasi show televisivo. Comunicazione tra specie differenti, natura umana, paura del diverso, sfiducia nel libero arbitrio e mondo intero in pericolo. Il problema dei 3 corpi riesce ad essere perfettamente tutto questo. Temi controversi, articolati e rappresentati ognuno attraverso una fotografia folgorante, una regia attenta e che si prende tutto il tempo per mostrare cosa sta accadendo. Insieme a un’ottima recitazione e a profonde riflessioni sulla scienza, sulla Storia, sulla tecnologia e sull’indole propria degli esseri umani. Il punto massimo che la serie tv raggiunge è con il finale del quinto episodio. Una scena che ha lasciato il suo ampio pubblico senza parole, sapendo che quell’ultima lunga sequenza avrebbe avuto un impatto quasi impossibile da eguagliare.
E così è stato. Gli ultimi episodi dello show tirano alcune fila, preparando alla seconda stagione e raccogliendo l’eredità della quinta puntata. Il problema dei 3 corpi è una serie da vedere perché è qualcosa di diverso da qualsiasi altra serie a cui si è stati abituati. E non per gli elementi che la caratterizzano, ma per l’ambizione e la difficoltà che ha nel suo essere unica. Combinando bene stili, toni e tematiche molto lontane tra loro, forse pecca in alcune scelte. Soprattuto nella costruzione delle figure principali, non tutte portatrici dell’immedesimazione essenziale delle serie tv. Ma si tratta anche di quel difetto accettabile e, in alcuni casi, anche apprezzabile, di fronte alla complessità e singolarità dello show.
6) Il Simpatizzante
Tra le serie tv più popolari degli ultimi tempi c’è Il Simpatizzante. Ideata da Park Chan-woo, celebre regista del cult Old Boy, insieme a Don McKellar, Il simpatizzante è una delle serie tv più particolari dell’ultimo periodo. La serie è basata sul romanzo dal titolo omonimo, che è valso allo scrittore Viet Thanh Nguyen il premio Pulitzer nel 2016. In onda su Sky Atlantic e in streaming su NOW TV, vede protagonista una giovane spia, chiamata il Capitano, che, dapprima infiltrato nell’esercito del Vietnam del Sud, su ordine del Vietnam del Nord, diventa a sua volta spia dei Viet Cong negli Stati Uniti, dove è costretto a fuggire.
È qui che la serie lo fa entrare in contatto con le personalità più riuscite dello show. Tutte e 4 volto di un irriconoscibile Robert Downey Jr., tutte stravaganti e ironiche al punto giusto. Come è il tono dello show. Con nel cast Hoa Xuande nel ruolo del Capitano, affiancato da Toan Le, Sandra Oh, Phanxinê, Kieu Chinh, Alan Trong, insieme a molti altri, Il Simpatizzante è un dramma nel rappresentare un giovane diviso tra le proprie origini e la sua nuova vita negli Stati Uniti degli anni ’70. Un’epoca che lo show riesce a ricalcare alla perfezione, attraverso costumi e scenografie, e anche attraverso alcune interpretazioni.
Perché Downey Jr., perfettamente in parte nei panni di un agente della CIA, un professore universitario, un politico alla ricerca di voti e un regista pronto a girare il film del secolo sulla guerra del Vietnam, rappresenta le varie facce dell’America dell’epoca. Il Simpatizzante è così sospesa tra satira e spy thriller. Con una narrazione ricca di eventi e azione, ma sempre velata di una comicità raffinata, ricercata. Fattore che ben racconta l’incontro-scontro tra culture profondamente diverse, opposte.
E che il protagonista si ritrova a vivere una dopo l’altra, a volte insieme. Con un totale di 7 episodi, Il Simpatizzante presenta da subito l’atmosfera surreale dello show. Atmosfera che non abbandona mai e che prepara quell’intricato susseguirsi di situazioni e pericoli che saranno poi il cuore del racconto. Un racconto che coinvolge e che, con quel continuo insinuarsi di ironica comicità, crea un prodotto sui generis. Uno show originale e dall’incessante doppio volto che nel tempo crea un connubio perfetto. Quell’ottimo equilibrio tra generi diversi in contrasto con il precario equilibrio che il protagonista della serie tv non riesce mai a trovare.