4) Chiamatemi Anna
Si può attualizzare un’opera come Anna dai capelli rossi senza farle perdere l’originario senso? A quanto dimostra Chiamatemi Anna (titolo originale Anne with an E) sì. Il taglio è ormai quello consueto per le Serie Tv di qualità: approfondimento psicologico e percorso di crescita interiore (o degradazione, vedi Breaking Bad). Abbandoniamo la spensieratezza un po’ vacua dell’Anna che appare nell’anime che ha accompagnato la nostra infanzia. L’immagine che la Serie targata Netflix ci restituisce è quella di una bambina privata della sua infanzia, dei suoi affetti, della sua innocenza. Catapultata nel mondo freddo e inospitale deve andare incontro alle sue brutture e rinunciare all’età dorata del gioco e della serenità.
Ci caliamo nei meandri oscuri della mente di Anna. Nella sua estemporaneità e in quella frenesia maschera di un disagio profondo. Nei suoi racconti di fantasia emergerà il bisogno di rifugiarsi in un mondo diverso e la proiezione dei suoi desideri più profondi. Una Serie che ci restituisce la pesantezza concreta di una realtà solcata da ingiustizie. E la brutale vividezza della violenza che non risparmia neanche l’infanzia. Ingiustamente snobbata per il preconcetto che la vuole ennesimo, pedissequo adattamento del romanzo della Montgomery, Chiamatemi Anna rappresenta invece una felice novità nel panorama seriale capace di coinvolgere e restituire brillantezza all’opera originaria.