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La vera ragione per cui le Serie Tv vengono divise a metà stagione

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Intorno alle Serie Tv c’è un mistero che aleggia da anni, e a cui spesso abbiamo faticato per trovare una risposta. Non riguarda i motivi che spingono a cancellare Serie Tv che potrebbero essere dei successi, né la crescita esponenziale dei reboot, e nemmeno le scelte di cast abbastanza discutibili.

Ci troviamo invece di fronte ad una delle domande più vecchie del mondo: perché le Serie Tv vengono divise a metà stagione?

Abbiamo notato tutti che, nel corso della programmazione americana, vediamo le nostre amate Serie Tv andare in pausa per mesi, in attesa che la stagione riprenda con la sua seconda parte.

Ci possono essere mille e più motivi per cui si decide di spezzare a metà una Serie Tv e vi garantisco che li abbiamo vagliati praticamente tutti. 

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Considerando che le produzioni dei nostri serial preferiti sono fatti in Paesi diversi dal nostro, è più che normale che si scelga di seguire il calendario delle festività nazionali e, allo stesso tempo, degli eventi importanti. Non dovremmo quindi stupirci più di tanto della pausa invernale nè dei piccoli momenti di pausa per elezioni politiche, o per il Super Bowl. Ciò che però spesso ci stupisce è la lunga durata di queste pause. Notoriamente le Serie Tv che vanno in onda nel periodo autunnale cominciano tra settembre/ottobre, vanno avanti fino ai primi di dicembre e poi si fermano, riprendendo con la seconda e ultima parte tra febbraio e marzo. E anche in questa seconda fase, ogni tanto capita che ci siano dei momenti di vuoto.

Un esempio per tutti: Star. La nuova stagione è cominciata il 28 settembre 2017, e ha concluso la sua prima parte il 14 dicembre. Tralasciando il cliffhanger con cui ci ha lasciato, che ancora mi fa riflettere, abbiamo dovuto aspettare qualche settimana per avere la data d’uscita della nuova parte della stagione.

Il risultato è che rivedremo le tre pop star di Atlanta il 29 marzo di quest’anno. La domanda ci sorge spontanea: per quale motivo è necessario fare una pausa così lunga?

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Spesso i motivi di queste scelte sono più complicati di quello che pensiamo: fattori contrattuali, lavorativi, di semantica e di premiazioni. Tutti dettagli che vanno analizzati singolarmente, ma che spesso si trovano in relazione tra di loro.

Partiamo dal fattore semantico, un concetto che si riferisce più alla percezione degli spettatori che non alla produzione della Serie Tv in sé. Dopotutto, tutti sappiamo di cosa tratta la semantica: le variazioni che i vari significati delle parole hanno, in base al contesto in cui si sta discutendo.

Non mi addentrerò troppo in questo campo ma pensate solo alla confusione che spesso viene fatta tra “serie” e “stagione”. Moltissime persone confondono una parola con l’altra, sempre nel contesto di Serie Tv, dando loro quindi un significato sbagliato. Ma cosa c’entra tutto questo con le pause delle Serie Tv? Beh, agli spettatori questa cosa può sfuggire, ma ci sono situazioni per cui delle stagioni di Serie Tv, specie quelle finali, vengono divise in due mini-stagioni, ciascuna con un numero di episodi minore rispetto a quelli che siamo stati abituati a vedere fino a quel momento.

Esempio: stagioni finali di Breaking Bad Mad Men. Per entrambe le Serie Tv, infatti, è stata operata una divisione: la prima consisteva in due parti di otto episodi ciascuna, e la seconda in due parti di sette episodi ciascuna.

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C’è da dire che, da spettatori, noi abbiamo comunque percepito la quinta stagione di Breaking Bad come un’unica stagione di sedici episodi, e la stessa cosa vale per la settima stagione di Mad Men, per noi composta da quattordici episodi. Questo vale soprattutto se avete deciso di recuperare queste Serie Tv in un secondo momento, ovvero quando già si erano effettivamente concluse.

Un’altra storia c’è, invece, per chi magari le seguiva in contemporanea, e ha evidentemente notato questa lunga pausa tra la prima e l’ultima parte dell’ultima stagione. Sappiate che comprendo pienamente il vostro disagio!

La vera domanda da farsi, però, è: per quale motivo si sceglie di dividere a metà una stagione di una Serie Tv, facendola però comunque passare agli spettatori per un unico, grande blocco visivo?

Qui entriamo in un campo diverso, quello relativo ai problemi contrattuali. Anche qui, non mi considero così esperta, ma dopo qualche ricerca posso dirvi quello che ho scoperto a riguardo.

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Partiamo da un presupposto: più un attore è famoso, più alto sarà il suo cachet. Questa cosa di per sé è già abbastanza ovvia ma non avrei mai pensato che potesse effettivamente incidere sulle pause delle Serie Tv.

Riflettiamoci un attimo: se un attore famoso entra a far parte di una Serie Tv, chiederà parecchi soldi, e lo stesso procedimento vale se un attore diventa famoso grazie alla Serie Tv che lo vede protagonista. Più il telefilm avrà successo, più difficile sarà mantenere il protagonista al suo interno, dato che, con l’aumentare della fama, aumentano anche i soldi richiesti.

Da questo punto di vista, The Big Bang Theory ci offre l’esempio perfetto: tre dei personaggi principali, infatti, hanno richiesto un cospicuo aumento di stipendio non più di due anni fa. Per poter continuare comunque con la produzione, i produttori sono riusciti a scendere a compromessi e a rivedere le clausole dei contratti degli interessati.

Ma la verità è che, con le pause delle Serie Tv, spesso questi aumenti di stipendio possono essere evitati. La divisione di una stagione in più parti, infatti, permette di considerare ogni singola parte come una stagione a sé stante. Il numero di episodi in produzione per ogni singola parte diventa quindi più breve, e di conseguenza il numero di episodi che vengono conteggiati all’attore risulta essere minore. Meno episodi conteggiati porta quindi a considerare meno soldi per gli attori, che si trovano a loro volta in una posizione tale da non poter chiedere aumenti troppo alti. Si tratta di un discorso complesso, che di certo richiederebbe un’analisi più approfondita, ma date le nostre conoscenze non possiamo spingerci molto oltre.

Ci basta solo pensare che, spesso, anche le richieste di aumenti salariali da parte degli attori di una Serie Tv possono fare la differenza tra le pause più o meno lunghe delle stagioni.

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A pensarci può risultare una cosa quasi incredibile, ma ricordiamoci che il business che fa andare avanti le Serie Tv è molto complesso, e allo stesso tempo estremamente costoso. Il che ci porta direttamente alle ragioni di tipo lavorativo per cui i nostri amati telefilm vengono mandati in pausa.

Il lavoro di sceneggiatura di una Serie Tv è infatti una cosa lunga, elaborata, che richiede fantasia, logica, ma soprattutto tempo. Il fatto è questo: se gli sceneggiatori avessero delle date ravvicinate, o delle scadenze troppo strette per consegnare i copioni in tempo, molto probabilmente la storia finale non sarebbe delle migliori.

Il buon vecchio detto “La fretta è cattiva consigliera” si può applicare davvero a tutto, e il mondo delle Serie Tv non fa eccezione. Ecco perché, in genere, i network che mandano in onda i diversi telefilm decidono di dare agli sceneggiatori tutto il tempo necessario perché si arrivi al finale più giusto possibile. Senza fretta, senza intoppi, ma con la giusta conclusione della storia.

Un esempio su questo punto ci viene gentilmente offerto da Game of Thrones. Molti di voi potranno obiettare sul fatto che, in questo momento, la Serie Tv non è in pausa perché deve arrivare, nel giro di qualche mese, la seconda parte della settima stagione, ma siamo proprio tutti in attesa per l’ultima, incredibile stagione.

Non sarà esattamente una pausa convenzionale, ma fa sicuramente al caso nostro per il ragionamento che stiamo facendo. Sappiamo tutti, infatti, che dovremo aspettare almeno fino alla primavera del 2019 per poter sapere in maniera definitiva come si concludono le storie di Westeros. Un tempo che sembra un’eternità, e che ci da modo di fare dei rewatch infiniti. La scelta di questa lunga attesa non è sicuramente casuale. Un po’ è dovuta ai problemi di hackeraggio che la HBO si è trovata a subire negli ultimi anni, con episodi usciti sulla rete prima della messa in onda effettiva, e un po’ è stata una scelta data dal network per fare in modo che la Serie Tv si concludesse nel modo più giusto.

Non sappiamo se il finale ci renderà tutti contenti, e nemmeno sappiamo se il finale sarà totalmente giusto. Ma di una cosa possiamo essere certi: faranno tutto il possibile per rendere il finale logico e, allo stesso tempo, imprevedibile. Perché ciò effettivamente accada, direi che quasi due anni di lavoro possono bastare.

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Al voler dare un finale degno alla Serie Tv si aggiunge un secondo fattore: uno stretto legame tra le pause delle Serie Tv e i premi per i quali vengono candidate. 

Molte volte c’è un legame piuttosto stretto anche tra il fattore premi e il fattore lavorativo di prima. Ovvero: qualora si riescano a finire in tempo le riprese di determinate stagioni delle Serie Tv, è possibile farle partecipare a diverse premiazioni, tra i quali il più importante sembra riguardare gli Emmy. 

Vediamola in modo semplice: il fatto che le stagioni delle Serie Tv vengano divise porta, inevitabilmente, a dare alle Serie Tv stesse una durata maggiore. E più a lungo queste durano, maggiore sarà la possibilità di farsi conoscere dal grande pubblico e di essere apprezzate. Più fama, quindi, porta spesso alla creazione di più stagioni, e di una storia a lungo termine.

Se poi consideriamo che, mandando le Serie Tv in pausa, le portiamo a essere considerate dai produttori come mini-stagioni a sé stanti, abbiamo davvero fatto centro. Anche in questo caso, infatti, la durata del telefilm aumenta, e questo li porta, a sua volta, a essere favoriti per premi e riconoscimenti. 

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Più a lungo durano le Serie Tv, più è facile che siano famose e note al pubblico. Dato questo, è altamente probabile che facciano presa sugli spettatori, abbastanza da essere candidate a premi di una certa rilevanza, quali, per l’appunto, gli Emmy.

Ci sono, allo stesso tempo, dei premi che richiedono una votazione da parte del pubblico stesso, come i People Choice Award. In questo caso, è praticamente impossibile non candidare qualcosa che piace alla maggioranza, in modo tale da permettere al network che le produce di portarsi a casa determinati premi.

Ma come si lega tutto questo alle pause delle Serie Tv?

Per due motivi. In primo luogo, c’è da considerare la conclusione di una stagione, e dunque le scadenze che la troupe si dà per mettere la parola ‘fine’ a un insieme di episodi. Se si riesce a concludere una stagione in tempo perché sia visionata da una giuria e dal pubblico, infatti, è possibile farla partecipare a determinate premiazioni.

Allo stesso tempo, i network considerano necessario portare avanti i loro show di punta, come ad esempio fa la HBO con Game of Thrones. Questo ci riporta al discorso della fama, facendoci chiaramente capire che più un telefilm è famoso, più possibilità ha di vincere premi importanti. Perché ciò accada, però, non basta che la stagione sia pronta e mandata in onda nei tempi stabiliti.

È anche necessario, infatti, che alcune Serie Tv, sempre appartenenti allo stesso network, vengano messe in pausa per qualche mese, in favore della messa in onda di telefilm più famosi che successivamente concorreranno, ad esempio, agli Emmy. Si favoriscono così, quindi, degli show sempre amati dal pubblico, giocando con il loro successo.

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Il mondo delle Serie Tv, e della televisione in generale, è un mondo complesso, con delle dinamiche che richiederebbero ben più di un’analisi. Aver scoperto tutti questi legami che portano a capire, anche se solo parzialmente, come mai le Serie Tv vengono mandate in pausa, mi ha decisamente aperto un mondo.

Tra fattori lavorativi, premiazioni e problemi di carattere contrattuale, risulta piuttosto chiaro che stiamo parlando di un mondo sufficientemente complesso, abbastanza per farci capire che, forse, vorremmo davvero saperne di più. 

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