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I revival delle Serie Tv sono una scommessa persa in partenza?

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Ci sono volte in cui parlare di Serie Tv ci sembra incredibilmente facile. Ci mettiamo al pc, esprimiamo le nostre opinioni su un determinato argomento e la cosa finisce lì.

Ma, obiettivamente, c’è anche il rovescio della medaglia, ovvero quel momento in cui la nostra opinione non viene apprezzata, o capita, e si rischia quindi di passare per i disinformati o gli ignoranti della situazione.

A volte però in uno stesso argomento riescono a coesistere due diverse opinioni, entrambe corrette. A livello di Serie Tv, uno di questi argomenti è: ma i revival nascono già come dei flop annunciati?

L’idea di strutturare un’analisi approfondita sull’argomento mi è venuta durante una discussione, che mi ha fatto rendere conto di quanto fosse effettivamente difficile rispondere a una domanda del genere. Da una parte volevo ammettere che sì, i revival delle Serie Tv spesso non hanno senso di esistere; allo stesso tempo, però, mi rimbombava in testa la domanda “Perché no?”.

Ci rendiamo conto subito, quindi, di quanto certe volte sia difficile sviscerare questioni molto dibattute dall’opinione pubblica, in cui ognuno ha la sua idea e il suo pensiero.

Lungi da me farvi cambiare idea, sia chiaro. Non sono un guru delle Serie Tv e non ho nemmeno la scienza infusa per risolvere i dilemmi che attanagliano i diversi generi di telefilm addicted.

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Ciò non toglie che comunque posso dire la mia, e oggi voglio concentrarmi nello specifico sui revival. 

Innanzitutto ci sono tantissime cose, nel mondo seriale, che stanno andando fortissimo negli ultimi tempi. I rewatch (di cui trovate un articolo specifico qui) vengono sicuramente inclusi nella categoria, e la stessa identica cosa vale anche per i revival.

Negli ultimi anni si è sviluppato sempre più spesso un interesse delle case di produzione nei confronti dei revival di Serie Tv, specie di quelle più famose che, nella loro epoca, hanno fatto il boom di ascolti.

Molto discusso, negli ultimi mesi, è stato sicuramente il revival di Streghe, che ha portato i fan storici a interrogarsi sull’utilità di questa scelta e sull’annesso cambio di cast. Non che ci si potesse aspettare qualcosa di diverso; il Trio originale aveva ripetutamente rifiutato.

Ma, a oggi, non è certo l’unico revival di Serie Tv all’attivo. Si sta infatti aspettando l’uscita di quello di Roswell, si è parlato di recente di un revival di One Tree Hill. Inoltre quello di Will & Grace ha ricevuto il rinnovo per la decima stagione prima ancora che ci fosse un effettivo rilancio.

Con una proliferazione del genere, risulta abbastanza normale domandarsi per quale motivo si stia puntando su questi nuovi rilanci. Insomma, con tutte le possibilità seriali di oggi, perché tornare a riprendere storie già viste e riviste?

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Dietro a questa scelta si nascondono diversi motivi, primo fra tutti la carenza di idee. La verità è una sola: sarà pur vero che si cerca di trovare sempre storie nuove, e spesso questo funziona, ma contemporaneamente si vanno a reiterare delle tematiche che lo spettatore conosce, perché appunto c’è una mancanza di idee nuove alla base.

Tralasciando alcuni fenomeni recenti come Stranger Things, Dark Westworld, ci siamo trovati di fronte più volte a storie che presentavano tematiche simili. Sono trattate diversamente, è vero, e forse sono proprio le diverse sfumature ad rendere una Serie Tv più interessante di un’altra.

A pensarci bene, è stata proprio la Disney la prima ad insegnarci che replicare le storie a volte funziona e a volte no. L’esempio più lampante ci viene fornito da tutti i live action che negli ultimi anni sono usciti o che sono in programma per i prossimi anni.

Da La Bella e la BestiaCenerentola, passando per Il libro della giungla fino ad arrivare a Mulan. Di questi film dobbiamo ammettere che alcuni sono molto apprezzabili, mentre altri forse sarebbe stato meglio lasciarli solo alla versione animata.

In questo caso il problema è semplice: mancano le idee per nuove storie a misura di bambino, perciò si pensa sia meglio riavvicinare i piccoli ai classici animati offrendo una versione cinematografica della storia a loro già nota. Peccato che non funzioni sempre nel migliore dei modi. 

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Di certo, dietro l’idea di replicare storie tanto amate dal pubblico grazie ai revival, si nasconde non solo una mancanza di idee, ma anche un bisogno di tenersi stretto un pubblico che per tanti anni è stato fedele. 

Proviamo a fare un esempio pratico: quando l’anno scorso è uscita una nuova stagione di Twin Peaks, Serie Tv che, ricordiamo, ha completamente cambiato il modo di concepire il serial televisivo con la sua prima uscita negli anni ’90, il pubblico l’ha accolta con un gran quantitativo di gioia, e delle aspettative abbastanza elevate che non sono poi state così tanto disilluse.

Il motivo dietro questa reazione è piuttosto semplice: la Serie Tv era stata molto amata alla sua prima uscita, e aveva raccolto un grandissimo seguito. Sentir parlare di un rilancio a distanza di moltissimi anni, quindi, ha fomentato i vecchi fan, riportando in auge una storia che molti avevano amato.

Da questo punto di vista ci troviamo di fronte a una sorta di 50 e 50. Da una parte vediamo che ci si lancia sui revival per mancanza di idee; dall’altra vediamo che alcuni rilanci hanno un pubblico così forte che anche a distanza di anni dimostrano di avere successo.

Questa sottospecie di bipolarismo che si evidenzia nel momento in cui si parla di revival risponde perfettamente al tema dell’articolo: i revival delle Serie Tv sono una scommessa persa in partenza? A volte sì, e a volte no.

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Purtroppo bisogna ammettere che non c’è un’unica risposta corretta a questa domanda. I revival delle Serie Tv possono avere i loro lati positivi e i loro lati negativi. Tutto dipende da come si decide di trattare la cosa.

Facciamo un veloce riassunto: i revival nascono per una generalizzata mancanza di idee nuove, e anche perché tenere un pubblico fidelizzato vicino a un network aiuta a mantenere sempre dei buoni ascolti. Cos’è che funziona, quindi, e cosa invece non dovrebbe esserci?

Vediamo di partire dai lati positivi. Molte volte, quando viene rilanciata una Serie Tv, specie se sono passati diversi anni dalla prima messa in onda, il pubblico tende a impazzire, ricordando quanto amava le vicende che gli erano state narrate.

Tutto questo è legittimo: lo spettatore, quando riceve la notizia, si crea inevitabilmente delle aspettative. Quando finisce una storia, tutti si chiedono “Cosa succederà dopo?”, e si tende a immaginare scenari più o meno veritieri relativamente alla vita futura dei nostri personaggi preferiti.

Quello che gli spettatori si aspettano, quindi, è sì rivedere i personaggi tanto amati in passato, ma magari più cresciuti, con un bagaglio di esperienze che li ha portati a essere diversi, e forse addirittura migliori di come li ricordavamo.

Ciò non vuol dire però che devono perdere quei tratti che ce li hanno comunque fatti amare alla follia. Le loro peculiarità caratteriali devono rimanere, con l’unica differenza di una evoluzione. Questo, tra l’altro, può essere un ottimo punto di partenza per sviluppare dei nuovi scenari, che restino comunque in linea con tutto ciò che ci ha fatto amare la Serie Tv fin dall’inizio.

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Nel momento, quindi, in cui un revival va a riprendere ambientazione e personaggi da noi amati, portando la storia su un nuovo livello e mostrandoci che ci sono state delle modifiche che hanno migliorato i personaggi senza snaturarli, possiamo dire di trovarci di fronte a un revival più che riuscito!

L’esempio perfetto? Raven’s Home. Serie Tv targata Disney Channel e uscita giusto l’anno scorso, era stata annunciata come il revival di That’s So Raven, scatenando le gioie di chi, come me, era cresciuto con le mirabolanti storie di Raven Baxter e le sue visioni.

Perché quindi Raven’s Home può considerarsi un revival di una Serie Tv riuscito? Perché è riuscito a fare le due cose che ai fan interessavano: ha preso i vecchi personaggi, ne ha introdotti di nuovi ed ha mantenuto l’elemento simil paranormale che ci aveva fatto amare la Serie Tv madre.

Questo revival infatti ruota intorno alla vita dei figli di Raven e Chelsea. Le due donne ormai sono diventate adulte, e reduci da matrimoni fallimentari decidono di vivere insieme per crescere i loro figli. Nota divertente è che il figlio di Raven ha ereditato il dono della madre sulle visioni.

Non ci sono personaggi snaturati, sia Chelsea che Raven mantengono la loro comicità originale, e persino le vicende che ci vengono presentate ci ricordano perché ne sentivamo tanto la mancanza.Il fatto è che comunque sono cresciute, ma riescono lo stesso a trasportarci nella loro nuova realtà.

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Il vero problema però subentra quando ci troviamo di fronte a dei revival di Serie Tv che invece non funzionano per niente. Magari quando sono stati annunciati noi abbiamo comunque dato di matto, facendoci mille e più film mentali per poi finire con una delusione cocente dopo la visione.

La situazione purtroppo non è poi così inusuale, e risponde a dei canoni di mal funzionamento ben precisi. Se vogliamo vederla da un punto di vista pratico, è vero che amiamo rivedere le storie che ci hanno fatto sognare, ma è anche vero che a volte ripetere sempre la stessa storia ci stanca terribilmente.

Se non ci vengono date delle nuove dinamiche a cui appassionarci, infatti, diventa difficile e soprattutto noioso seguire una Serie Tv. Deve esserci l’elemento accattivante, perché se si va solo su ripetizioni di schemi già visti la cosa funziona molto poco.

Ma c’è di peggio, in realtà. Se le dinamiche sempre uguali annoiano, i personaggi che non sono cresciuti ci fanno proprio arrabbiare! Noi amiamo le storie in cui ci sono dei miglioramenti, e quando questo non succede ci sentiamo rigorosamente traditi dai personaggi stessi.

Esempio chiaro è senza dubbio Gilmore Girls – A Year In A Life. Annunciato come un grande evento targato Netflix, voleva essere il revival di Gilmore Girls, Serie Tv della nostra adolescenza, che in quattro puntate di un’ora e mezza l’una ci avrebbe raccontato come si sta evolvendo la storia dei personaggi.

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C’è più di un problema, in questo revival, che ha portato lo spettatore a chiedersi per quale motivo assurdo si fosse arrivati a sviluppare un’idea del genere. Non tanto per il finale, abbastanza deludente per tutti, quanto per tutti quei messaggi che la Serie Tv aveva fatto passare originariamente, e che nel revival sono stati distrutti. 

I personaggi non solo non si sono minimamente evoluti dall’ultima volta che li abbiamo visti, ma sono notevolmente peggiorati, dimostrandoci di aver abbandonato quasi tutti i loro ideali in favore di una mentalità retrograda e bigotta. Rory resta sempre ferma allo stesso punto, giusto per fare un esempio.

La mancanza di crescita dei personaggi avrebbe potuto essere compensata da storie innovative,; invece ci troviamo di fronte ai soliti triangoli amorosi e, ancora peggio, a donne molto meno combattive di come le ricordavamo.

In questo caso, il revival di una Serie Tv cult della nostra generazione è stato inevitabilmente un flop, un qualcosa su cui si era scommesso tantissimo, ma che ha portato ben pochi risultati effettivi.

I miei due esempi qui riportati, però, servono a dimostrare un punto. Non sempre i revival vanno considerati come una scommessa persa in partenza. Ciò che serve, in realtà, è seguire un certo criterio di narrazione. Servono novità e miglioramenti, che si uniscano a caratteristiche che hanno già entusiasmato il pubblico.

Solo seguendo queste semplici regole è possibile rilanciare una Serie Tv già molto amata in passato. In caso contrario, è davvero meglio accantonare il progetto per concentrarsi su qualcosa di nuovo. Fidatevi, lo dico per il vostro bene… E, forse, anche per il nostro. 

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