2) Star Trek: Picard
Al secondo posto non poteva non esserci un mostro sacro della fantascienza: Star Trek. La creatura di Gene Roddenberry viene rispolverata da Michael Chabon e Alex Kurtzman per Amazon Prime Video. La prima e la seconda posizione della nostra classifica condividono molti aspetti, ma uno dei più importanti sembra essere iscritto nel loro DNA: la nostalgia come elemento catartico e come lente attraverso il quale guardare un Universo grandioso ma intimo. Perché Star Trek: Picard è il ritratto intimistico di un’icona, uno svisceramento del rimpianto del passato e un tentativo di ritornarvi senza però perdersi. Al centro della narrazione c’è proprio Picard, al contempo icona e vestigia di un passato perduto. Ormai ritiratosi a vita privata, seguiamo il suo difficile percorso all’interno di se stesso e verso una nuova vita, simbolicamente rappresentando il percorso dell’intero universo di Star Trek.
E nella ricerca di Picard e nel suo incontro con l’antico amico si arriva al cuore stesso della serie: “Arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima” diventa un luogo astratto, nel quale umanità e artificialità si scambiano e si fondono. Data, l’androide che voleva più di ogni altra cosa essere umano, muore e non c’è nulla di più umano della morte. Picard, l’uomo più umano di Star Trek diventa (forse) androide, rimanendo vivo per sempre.