3) Crisis in Six Scenes
Esordio televisivo per Woody Allen, creatore, regista e interprete della Serie Tv. Nonostante la fama di Allen, l’opera è passata (giustamente) in sordina. La trama rispecchia esteriormente vasta parte della “letteratura” filmica dell’Allen vecchio stampo. Famiglia di ceto medio, New York come sfondo e la presenza dominante di uno strano ospite a sconvolgere la pace domestica.
Le incertezze che hanno accompagnato la produzione e i frequenti ripensamenti dell’autore trovano specchio di sé in una trama inconcludente dal banale gusto romantico. Una perfetta corrispondenza rispetto all’Allen cinematografico degli ultimi anni, spento fantasma dell’irriverente e geniale autore di film come Io e Annie, Zelig e Harry a pezzi. Non è un segreto l’enorme esborso del proprietario di Amazon, Jeff Bezos, per convincere Allen a dirigere una Serie. Ecco, alla base della realizzazione di Crisis in Six Scenes manca del tutto il bisogno comunicativo del vecchio Allen. Il suo mettere in scena le nevrosi dell’uomo tardomoderno. Il tentativo di cogliere l’amara ironia della vita con lo sguardo malinconico ma sagace tipico della tradizione ebraica. La scelta di produrre la Serie Tv sembra qui confermare soltanto un famoso luogo comune sugli ebrei che eviteremo qui per ragioni di compostezza letteraria di menzionare.