La prossima analogia è più che altro un appello, un’osservazione sull’apporto che un regista di questo calibro avrebbe potuto dare a una Serie che da troppo tempo tende a girare su se stessa e sembra ormai impantanata in quelli che erano un tempo i suoi punti di forza.
THE WALKING DEAD: UNA SERIE DI QUENTIN TARANTINO
The Walking Dead è una Serie Tv che toglie il sonno letteralmente, ma non per la presenza di notevoli quantità di sangue e budella o per le paranoie su un possibile futuro apocalittico; semplicemente, quando la inizi non puoi smettere di guardarla.
Questo gli sceneggiatori lo sanno, e da qualche stagione a questa parte ci marciano un po’ su, proponendo sempre lo stesso copione: i sopravvissuti arrivano, dopo inenarrabili peripezie, in un luogo che sembra sicuro, e che invece non lo è (o che lo è per un periodo limitatissimo di tempo), dopodiché vengono puntualmente sterminati/schiavizzati/perseguitati dai cattivi di turno, ma dopo qualche puntata di assestamento si coalizzano e sconfiggono l’avversario, per spostarsi in un altro posto dove si ripresenterà la medesima situazione.
Nel mezzo la finta morte o il rapimento di qualche comprimario, giusto per far preoccupare il pubblico quel tanto che basta per assicurare uno share alle stelle per gli episodi successivi. Al timone di una Serie di questo tipo Tarantino ci starebbe come i Pan di Stelle nel latte caldo, perché The Walking Dead propone esattamente quelli che sono i punti di forza della sua cinematografia: l’America selvaggia, degli sterminati paesaggi rurali o delle campagne incontaminate, la lotta per la sopravvivenza, il tema sempreverde della vendetta, l’indagine degli aspetti più grotteschi e meschini dell’animo umano, e ovviamente l’immancabile violenza, corredata sia nella serie che nella produzione tarantiniana di fiumi di sangue ed effetti speciali di alta fattura. Quello che un regista del suo calibro potrebbe apportare a una Serie che sta ormai da tempo sguazzando nell’autoreferenzialità è prima di tutto un contributo dal punto di vista della scrittura: i film di Tarantino, sebbene siano primariamente “visivi”, non possono fare a meno dei dialoghi, che è ciò che li rende “di Tarantino” e di nessun altro.
E i dialoghi di Tarantino sono taglienti, ironici, grotteschi, un capolavoro di linguaggio “basso” che fa godere ad altissimi livelli e allo stesso tempo rende perfettamente giustizia ai personaggi che li pronunciano: basti pensare all’inizio de Le Iene, che è tutto dialogo e pochissima azione. In pochi minuti capiamo quello che c’è da sapere sulla natura dei personaggi, sui vari caratteri, e ci facciamo anche due risate per la situazione che si crea, che è comica e surreale allo stesso tempo perfettamente plausibile.
Ci vorrebbe qualcosa del genere in The Walking Dead, in cui spesso i personaggi pronunciano battute scontate, talmente in linea con lo stereotipo del revenge movie da non aggiungere nulla alla storia e all’azione, e che alla lunga fanno sbadigliare anche i fan più accaniti. Una scrittura meno prevedibile e stereotipata darebbe una sferzata di vita anche all’azione, che spesso per salvarsi tende a puntare più sul colpo di scena improvviso che però si auto-esaurisce dopo poco (il famoso “salto sulla sedia” può funzionare se è una tantum, non se è l’unico espediente per far andare avanti l’azione).
L’apporto di Tarantino potrebbe risolvere l’impasse della Serie anche sul versante dell’ironia, che a prima vista potrebbe sembrare stonata in una Serie Tv incentrata sulla lotta per la sopravvivenza dopo l’apocalisse, ma che è in realtà fondamentale per “condire” i momenti più statici ma anche quelli più sanguinosi e violenti: perché ci rimangono così impresse le scene clou dei film di Tarantino? Non solo perché girati magistralmente o conditi da un’ottima musica, ma anche e soprattutto perché sono sempre caratterizzati da una vena di ironia che li pervade o li precede. Senza, sarebbero solo banali scene di violenza apprezzabili in un contesto horror puro, ma alla lunga noiose in un contesto di gore dove, senza ironia, non si può ottenere quell’effetto grottesco che fa esultare i fan del genere. Senza l’ironia, sarebbero solo scene di The Walking Dead com’è ora.