SCRUBS: UNA SERIE DI WOODY ALLEN
Ok, questa può sembrare folle, e già immagino il club dei cinefili togliermi per sempre la spilletta “oggi è un anno che non guardo film che non fanno ridere perché ridere al cinema è sbagliato”, ma appena l’associazione mi è balenata in testa mi sono resa conto che era perfetta.
Pensateci, chi è Woody Allen nei suoi film? È un insicuro, un paranoico, un essere umano che cerca figure di riferimento, disincantato ma allo stesso tempo idealista, capace di un’ironia feroce ma delicata allo stesso tempo, che in veste di regista riesce ad alternare magistralmente la commedia pura con il dramma, senza spegnere mai il lumicino della speranza, anche quando veste i panni del cinico. Insomma, è il ritratto di JD e di alcuni personaggi centrali della Serie Tv Scrubs, la Serie di genere dark comedy con protagonisti dei giovani medici che ha fatto la storia delle Serie Tv e che come nessuna è stata capace di regalarci un sorriso mentre allo stesso tempo partiva la lacrimuccia.
Scrubs è vita quotidiana, piccoli drammi e grandi tragedie in un intreccio di personaggi che non vivono l’uno senza l’altro; ma è anche fantasia, interpretazione della realtà ed straniamento da essa attraverso la scappatoia della fantasticheria, che JD mette in atto continuamente, che sia per leggere su un piano comico situazioni comuni o scomode, per sognare il futuro, o per immaginare un passato diverso che lenisca il dolore delle cose già avvenute. L’alternanza del piano “leggero” e impegnato è quello che rende la Serie sì comica, ma mai superficiale o scontata, ed è anche una caratteristica del cinema di Woody Allen, che ha sempre fuso il piano della commedia con quello della riflessione sulla vita, sconfinando anche nel drammatico (e dimostrando di essere in grado di dirigere benissimo anche un film nerissimo e senza speranza come Cassandra’s dream). Le battute di Scrubs non sfigurerebbero affatto in un contesto in cui sulla sedia del regista ci fosse seduto Woody Allen, perché rispecchiano alla grande il suo stile comico, essendo argute al punto giusto da ispirare una riflessione ma allo stesso tempo pittoresche e colorate. Le fantasie più sfrenate di JD trovano un corrispettivo ideale nello stile ampiamente surreale di Allen, in cui la realtà viene distorta per essere vista più chiaramente (quando non si tratta semplicemente di farne una goduriosa parodia). Certo, a volte Scrubs strizza un po’ troppo l’occhio al genere sitcom, e sarebbe improponibile una puntata con sola musica jazz tanto cara ad Allen; e ancora la spensieratezza giovanile che la rendono la Serie culto del genere comedy per chi ha meno di trent’anni forse si avvicina poco alla visione nichilista seppur scanzonata di Allen. Nonostante queste differenze un prodotto come Scrubs, estremamente all’avanguardia per quanto riguarda lo sdoganamento, anche in Italia, della commedia nera, rientra alla perfezione nelle corde di un regista totale come Allen, che saprebbe infondere la sua magia a tutto tondo (ma non sostituendosi a JD; lui è insostituibile) in un piccolo gioiello della televisione, ormai “vintage” ma mai dimenticato né eguagliato.