Il mondo è perennemente in corsa. Non si ferma mai e ci obbliga a premere l’acceleratore ed essere sempre ben concentrati sulla pista senza mai perdere un colpo. Una vita veloce in cui ogni cosa è scandita da dei ritmi ben precisi e serrati. Ne siamo consapevoli e il nostro stile di vita si è adattato a questa modalità. Persino inconsciamente ne siamo influenzati e valutiamo ogni cosa basandoci su parametri di una pseudo velocità dettata dalla nostra mente. Le Serie Tv non fanno eccezione e questo è dovuto al fatto che occupano gran parte del nostro tempo libero. Soprattutto per noi appassionati che ne vediamo sempre di nuove e spesso non perdiamo occasione per rivedere più e più volte un prodotto che ci ha davvero incantato.
Una critica che spesso viene fatta nei confronti di una Serie Tv riguarda proprio la sua velocità di narrazione. É definita il più delle volte lenta e questo elemento diviene un dettaglio estremamente invalidante per lo spettatore, tale da ribaltare anche completamente il giudizio e l’interesse per la Serie Tv in questione. Ma cosa vuol dire davvero Serie Tv “lenta”?
Una domanda più che lecita per un giudizio espresso molto spesso con superficialità e privo dei necessari strumenti analitici. Difatti un prodotto “lento” non è necessariamente un elemento negativo ai fini della struttura narrativa dello show. La lentezza, ovvero qualcosa di ridotto o limitato nella velocità, è un elemento onnipresente più o meno evidente a seconda della Serie Tv specifica. É percepito soprattutto per quanto concerne la narrazione. Esiste una narrazione ben gestita e intenzionale che induce alla riflessione e alla contemplazione. Una narrazione volutamente lenta per spiegare bene ogni dettaglio importante ai fini della storia.
Privati di quella cura alcune Serie Tv non avrebbero la stessa profondità di trama ma soprattutto sarebbero meno interessanti. Ne abbiamo un esempio con Game of Thrones e Breaking Bad ove la narrazione non è spedita ma indirizza lo spettatore nel cogliere le giuste informazioni sui personaggi e la trama in modo da rendere il prodotto completo e interessante su più livelli senza arrivare subito alla conclusione. Tuttavia abbiamo anche esempi contrari, i veri mostri che alimentano la chimera di questa critica spesso ingiustificata. In questo caso parliamo di Serie che sono a tutti gli effetti vuote e ripetitive, in cui la narrazione seppur “lenta” non aggiunge nulla alla trama e al contesto appiattendo quindi il prodotto stesso il quale si trova a perderne di qualità e di ascolti.
Ne abbiamo un esempio con The Walking Dead e la sua epopea di otto stagioni (ancora in corso), le quali presentano più bassi che alti. Un prodotto senza dubbio interessante e con forti potenzialità. Tuttavia negli anni ha perso gran parte del suo sapore stupendo lo spettatore molto raramente in poche puntate a stagione, a fronte di tantissime altre banali e ripetitive che annoiano e non inducono a nessun tipo di riflessione che non sia stata già sperimentata nelle prime stagioni.
In questi due esempi abbiamo la perfetta sintesi di un arma a doppio taglio dovuta a una differente narrazione. Tuttavia c’è un ulteriore ma non meno importante elemento, ovvero la capacità recitativa dell’attore di far sua quella struttura narrativa che gli è stata affidata. A questo proposito alcuni attori risultano inadatti e “pesanti” agli occhi dello spettatore influenzando così il giudizio generale di ciò che viene raccontato e rappresentato. Potremmo prendere da esempio la Serie Tv “testimone d’accusa” della BBC basata sui romanzi di Agatha Christie. Per quanto sia soggettivo gli attori spesso rendono “pesante” la scena risultando davvero difficili da seguire.
Una corretta narrazione deve sposarsi perfettamente con gli attori che tentano di riprodurla per non stancare lo spettatore e renderlo partecipativo della storia che si vuole raccontare. Questi aspetti evidenziano molto bene quanto sia errato definire “lenta” una Serie Tv. Una Serie Tv ha semplicemente dei differenti stili narrativi, i quali variano in base all’obiettivo del regista e al target verso cui è rivolto lo show. Al netto di questa dicotomia interpretativa, l’errore non è sostanzialmente utilizzare il termine “lenta” di fatto, bensì sottintendere la negatività di giudizio nel definirla tale.