7) 2 Broke Girls
Al settimo posto della classifica, tra le 10 Serie Tv sopravvalutate dal pubblico italiano, troviamo 2 Broke Girls, una comedy d’intrattenimento composta da 6 stagioni che ha di certo richiamato l’attenzione del pubblico generalista ma senza mai davvero restituire qualcosa di indimenticabile. La serie statunitense potrebbe infatti essere definita come un sottofondo, una puntata d’intrattenimento che ci fa compagnia in determinati pomeriggi, ma non come una comedy all’altezza di altre che non hanno avuto il suo stesso successo. Perché è questo quel che più infastidisce: 2 Broke Girls ha avuto un successo immediato senza alcun ostacolo, mentre altre grandi comedy come Happyish sono rimaste in silenzio nonostante la loro genialità. Non è la mancanza di profondità il problema di 2 Broke Girls, non abbiamo sempre bisogno di una morale e questo lo ha saputo ben dimostrare Seinfeld, ma il suo essere ripetitiva e priva di qualsiasi elemento che riesca a restituirle un’identità ben definita e degna di non passare inosservata. Alla fine della storia, 2 Broke Girls si è guadagnata diversi consensi e un successo irrefrenabile senza mai reinventarsi o trovare davvero una chiave, dettaglio che la rende – di certo – una Serie Tv sopravvalutata.
6) Lucifer
Al sesto posto, tra le Serie Tv sopravvalutate dal pubblico italiano, troviamo invece Lucifer, una Serie Tv che – come nel caso di Manifest – ha ritrovato la propria salvezza grazie alla piattaforma streaming Netflix. Nata nel 2016 e conclusasi nel 2021, Lucifer è di certo una delle Serie Tv crime che più ha avuto successo in Italia, ma anche in questo caso i dubbi a riguardo non sono pochi. Nonostante la trama originale che vede Lucifero scontrarsi con i problemi terreni, Lucifer rimane una Serie Tv che per la durata di ben 93 puntate non ha fatto altro che portare avanti la stessa ripetuta struttura. Le sei stagioni della serie sono infatti caratterizzate dal continuo amore-odio che i due protagonisti provano per l’altro tanto da far diventare più rilevanti i diversi casi che, di puntata in puntata, caratterizzano la trama verticale della produzione statunitense. Il successo di Lucifer potrebbe essere dato dall’originalità della storia, ma il suo concreto svolgimento lascia di certo un po’ perplessi. Insomma, definirla buon intrattenimento è più che corretto, ma definirla una buona serie a tutti gli effetti è già meno oggettivo.
5) Mercoledì
Distribuita alla fine del 2022 nella piattaforma streaming Netflix, Mercoledì era di certo una delle Serie Tv più attese dell’anno. Diretta da Tim Burton, la produzione partiva con delle aspettative altissime che, stando alle opinioni del pubblico, sarebbero state rispettate. Chiariamoci: Mercoledì non può non essere considerato un buon prodotto, ma siamo certi che sia davvero stato un grande prodotto come in molti l’hanno definita? Tra i diversi interrogativi a riguardo, rimane una costante che non può essere ignorata: Mercoledì poteva essere migliore di così. Quel che abbiamo visto, considerando che si tratta di un ibrido tra teen drama e crime, non ci ha lasciato perplessi, ma sicuramente il bagaglio di aspettative ha influito negativamente portandoci a riflettere sul potenziale della serie. Jenna Ortega ha messo in atto un’interpretazione degna di nota, ma quel che forse è sfuggito è stato tutto il contorno. La protagonista è stata presentata attraverso numerosi stereotipi che, di fatto, rischiano di ridurre il prodotto a essere qualcosa di già visto e sentito nelle più svariate Serie Tv di questo genere. Nonostante la cura e la dedizione al contesto in cui la storia è stata raccontata, il tentativo di normalizzare il personaggio concentrandosi troppo sul caso da risolvere ha distratto la narrazione dal suo obiettivo principale: mostrare chi fosse davvero la protagonista, che cosa rappresentasse, le sfumature della sua essenza.
A Mercoledì è mancata Mercoledì, e questo è un bel problema.
4) La Regina degli Scacchi
Arrivata sulla piattaforma streaming Netflix nel 2020, La Regina degli Scacchi è presto diventata un cult di cui continua a parlarsi tuttora. Nonostante le sole sette puntate, la miniserie con protagonista Anya Taylor-Joy ha mantenuto il suo primo posto nella Top 10 della piattaforma per diversi mesi dopo il suo arrivo, tanto da far chiedere ai fan una seconda stagione. Solo qualche giorno fa un tweet aveva fatto pensare che il desiderio stesse per essere realizzato, ma per fortuna era tutto frutto di un malinteso. La Regina degli Scacchi ha infatti espresso il suo potenziale al massimo e qualsiasi suo ritorno potrebbe essere superfluo.
La produzione Netflix è immediatamente diventata una vero e proprio fenomeno mediatico, ma non possiamo negare che anche in questo caso le cose non siano sfuggite di mano. Le sette puntate sono riuscite nel loro intento e di certo La Regina degli Scacchi rimarrà sempre una delle serie più interessanti della piattaforma, ma ritenerla un capolavoro è stato e continua a essere un azzardo. Dialoghi intensi e una trama intrigante sono elementi che non ci permettono di ritenerla comunque una serie di primo ordine. Ed è proprio questo il punto: La Regina degli Scacchi possedeva diversi punti di forza, ma non tali da scomodare un termine così impegnativo come capolavoro. E va bene così, anche se in molti non si sono accontentati affibbiandole una definizione che non le appartiene.