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La classifica delle 10 Serie Tv più sottovalutate di sempre dal pubblico italiano

Serie Tv sottovalutate
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In questa speciale classifica delle serie tv sottovalutate sono riassunte tutte le opere che, nonostante la qualità, sembrano aver interessato solo una nicchia di pubblico, almeno in Italia. Una scarsa fama che non trova reali giustificazioni a fronte di corrispettivi di pari livello e ben altro apprezzamento del vasto pubblico. Dite la verità: quante di queste serie avete visto? Probabilmente pochissime e vi siete persi dei veri gioielli seriali. Ce n’è per tutti i gusti: comedy, drama, pietre miliari della tv, spy story e war movies di 10 ore. Questa è l’occasione per scoprirli tutti e farvi affascinare. E siamo sicuri che direte: ma perché non ne sapevo nulla?

10) Silicon Valley

gasilicon valley

Ad aprire la classifica delle serie tv sottovalutate, una comedy che ha ottenuto tanti premi e non ha mai smesso di sorprendere e divertire. Non fatevi ingannare dal plot: i protagonisti sono sì dei programmatori informatici ma i dialoghi non hanno mai nulla di tecnico né una comicità da nerd. Una serie che si rivolge a tutti e non manca di mettere in luce tematiche relazionali con sguardo attento e grande approfondimento.

Non esistono personaggi positivi in assoluto ma l’assurdo e l’iperbole si affiancano al realismo dei tratti, alle bassezze umane e all’arrivismo come pure a valori quali l’amicizia e il riconoscimento e la volontà di rimediare, umanamente, ai propri errori.

E se volete un ulteriore incentivo per vedere questa serie allora date retta a Bill Gates che ha ammesso: “Se volete capire la Silicon Valley, guardate questo show“. Niente male come sponsorizzazione. Ovviamente nelle trame si gioca sull’esagerazione e sulla parodia ma dietro questi eccessi iperbolici funzionali all’elemento comico si nasconde un realismo senza pari. Una visione di grande impatto sui rapporti competitivi in un mondo in cui innovare prima degli altri significa pura sopravvivenza.

Da dove viene tutto questo realismo? L’ideatore, Mike Judge (il creatore di Beavis e Butt-head), lavorò in una startup della Silicon Valley a inizio carriera, licenziandosi dopo pochi mesi perché scontento della perversa cultura aziendale che si respirava. Quei personaggi e quegli atteggiamenti che vide, nonché i segreti di quel mondo, gli rimasero però profondamente impressi e divennero così idea preliminare per una serie sul tema.

Grande merito di Mike Judge è stato soprattutto, chiarisce ancora Bill Gates, mostrare il peso che il caso occupa nelle vite degli sviluppatori: “Qualcuno ha un’idea quasi giusta ma non del tutto e fallisce. Un altro la propone quel poco che basta per risultare migliore e viene considerato un genio“. E c’è anche un’altra curiosità su Bill Gates ma non la sveleremo qui per non rovinarvi la sorpresa. Se volete scoprirla non vi resta che guardare Silicon Valley, disponibile su Sky e NOW in tutte e sei le sue stagioni.

9) Orphan Black

orphan black serie tv

Una protagonista femminile come Sarah Manning difficilmente la troverete altrove. Le capacità dell’attrice, Tatiana Maslany, le ha permesso di ricevere riconoscimenti e onori da parte della critica (tra cui un Emmy per miglior attrice in serie drammatica). Il suo incredibile trasformismo la rende capace di interpretare personaggi diversi (si arriverà a un numero abnorme), in uno stesso episodio, accomunati solo dalle fattezze esteriori.

Si coglie immediatamente la differenza caratteriale tra l’uno e l’altro: tutte le donne risultano incredibilmente diverse e originali. Merito della Maslany che eleva il plot, la storia di una ragazza orfana vittima di un esperimento genetico, a sfondo di un virtuosismo recitativo senza precedenti. Ma Orphan Black non è solo questo: anche tanta azione, dramma, colpi di scena ed emotività.

Amatissima dal pubblico LGBT, la diversità e l’originalità dei “cloni” (le diverse versioni della protagonista) sta anche in questa esplosione di identità sessuali che evidenziano il peso dei pregiudizi sociali e dei limiti che impone la società. Più volte viene proposta l’idea di fondo che lo spettro della sessualità sia più ampio di quello codificato dalla nostra cultura e che vada indagato a fondo, in una riscoperta identitaria interiore.

Tutti i “cloni”, infatti, hanno lo stesso corredo genetico eppure appaiono diversissimi tra loro, anche dal punto di vista sessuale. Ne scaturisce una rappresentazione con una forte critica implicita: non c’è genetica che tenga, la nostra identità si costruisce nel tempo e secondo aspetti quanto mai eterogenei. Proprio l’eclettismo e la grande varietà umana messa in scena rappresenta un punto di forza indiscusso della serie.

Nonostante questo, però, Orphan Black è tra le serie tv sottovalutate dal pubblico generalista italiano. Le ragioni? Probabilmente la scarsa distribuzione nel Bel Paese. Ora, però, è disponibile su Netflix, in tutte le sue cinque stagioni. Vi aspetta un bel binge watching per una serie che vi affascinerà sotto molteplici punti di vista.

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