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La classifica delle 10 Serie Tv più sottovalutate di sempre dal pubblico italiano

Serie Tv sottovalutate

6) Seinfeld

seinfeld

Se Friends, nonostante l’età, rappresenta una tra le più conosciute e apprezzate comedy nel nostro paese, continuo oggetto di citazionismo e interesse memistico, Seinfeld è incredibilmente tra le serie tv sottovalutate. Le ragioni vanno ricercate anche nella scarsa diffusione offerta dalle reti nazionali e privatistiche italiane (Friends, viceversa, godette e gode di ampia messa in onda).

Ma appare davvero incomprensibile il perché di questa mancata trasmissione. Seinfeld non è solo (né tanto) una comedy classica, in cui i personaggi non mutano nel tempo, ma soprattutto una riflessione scomoda e scorretta sui rapporti sociali e umani oltre che sulla vacuità dell’esistenza, come mostra il bellissimo finale. Si ride in maniera non canonica, spesso con battute sferzanti, e si viene catturati da un ritmo senza pari. Pura avanguardia delle comedy in uno stile che forse nessuna serie ha mai più saputo, purtroppo, replicare.

Probabilmente solo di recente le sempre più frequenti apparizioni televisive di Rick Gervais e Louis C.K. possono restituirci un vaga idea di cosa rappresentasse all’epoca Seinfeld. Lo stesso vale per Larry David, creatore apprezzatissimo di Curb Your Enthusiasm e co-autore proprio di Seinfeld. Lo show con trent’anni di anticipo sui tempi era riuscito a portare sulla scena televisiva il corrispettivo più diretto di una stand up comedy scegliendo come protagonista proprio un cabarettista, Jerry Seinfeld, nel ruolo di sé stesso.

Ma non è il solo motivo di innovazione: in un universo in cui le commedie erano tutte famiglia e maturazione personale, Seinfeld ci restituisce con cinismo la visione basata sul “nulla”. Il tema centrale è proprio questa esistenziale vacuità di protagonisti spesso del tutto amorali e modesti e continuamente identici a sé stessi. Ma il punto forte della serie sta proprio qui: in questo scanzonato, salace realismo in cui ci rispecchiamo appieno.

Un realismo che diviene iperrealismo nel nonsense, nell’eroismo per ottenere un posto al ristorante o trovare parcheggio, in una quotidianità totalmente priva di valore e resa epica dall’assurdità delle situazioni. Un Satyricon moderno molto lontano da intellettualismi e sofismi in cui la vita di tutti i giorni la fa da padrone e la critica sociale è solo involontaria, corollario alla folle insensatezza e al “logorio della vita moderna”.

5) The Wire

game of thrones

Unanimemente considerata un capolavoro seriale, tra i migliori prodotti di sempre, The Wire risulta clamorosamente tra le serie tv sottovalutate in Italia. Eppure, il genere dovrebbe intrigare non poco: un racconto sporco e incredibilmente realistico di criminalità e giustizia e nel mezzo il grigio che investe tutti i personaggi mai realmente né totalmente positivi o negativi.

A tratti pesante e assai drammatico, The Wire non cade in preziosismi ma restituisce con crudezza un microcosmo di emarginati e derelitti delineando così un quadro sociale incredibilmente vivido. Uno spaccato sull’altra faccia dell’America e sugli intrecci tra politica, polizia e crimine senza pari nella serialità.

Ma se vi aspettate un racconto machista vi sbagliate di grosso: la serie sa anche lasciarsi andare a profonde riflessioni e dialoghi dall’alta intensità emotiva. Il pessimismo esistenziale investe ogni cosa, ogni personaggio, ogni immagine sulla scena. Di stagione in stagione la prospettiva cambia, l’ambiente muta mostrando nuove dinamiche, nuovi modi di interazione tra criminalità e società ma con un filo rosso che sempre, invariabilmente, attraversa tutti questi mondi e delinea un quadro d’insieme di grande organicità.

Da molti considerata la serie tv per eccellenza, The Wire non ha trovato terreno fertile in Italia rimanendo, addirittura, inedita. Un’imperdonabile mancanza da parte dei distributori forse dovuta alle tematiche molto forti. Non è comunque al primissimo posto di questa classifica perché, seppur di indiscussa qualità, sta andando fortunatamente incontro a un graduale processo di riscoperta da parte del pubblico, sempre più desideroso di scoprire pezzi da novanta anche datati. E cosa di meglio di questo capolavoro?

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