Il primo impatto, si sa, a volte può non essere dei migliori. Che si tratti di un prodotto per il grande o il piccolo schermo, oppure di qualsiasi altra situazione, per molti è complicato non lasciarsi influenzare dalle apparenze. Nel caso delle serie tv inizialmente sottovalutate, sta al pubblico cercare di capirne tutto il potenziale e seguirle con costanza a partire del primo episodio. Eppure, molto spesso il meccanismo di attrazione fatale scatta solo dopo un paio di stagioni, nel momento in cui la fama di quella serie comincia a viaggiare e diventa impossibile non recuperarla. Rimanere indietro è impensabile. Anche sui film da non sottovalutare c’è poco da scherzare, ce ne sono in abbondanza. La prima impressione può spesso fuorviare ma non bisogna lasciarsi ingannare dalle apparenze.
Alcuni dei titoli di cui vi parliamo oggi hanno avuto un successo stratosferico ma all’inizio la reazione degli spettatori non è stata per nulla unanime e il pubblico si è diviso, provando una sorta di timida diffidenza. Solo il tempo gli ha permesso di scoprire tutti i dettagli che non aveva saputo apprezzare e ha sanato i dubbi e le incertezze.
Ecco 7 serie tv in principio sottovalutate, su cui il pubblico si è ricreduto solo in seguito.
1) Manifest
Partiamo con Manifest, una serie televisiva composta da 4 stagioni andate in onda a partire dal 2018. Il titolo non lasciava trasparire molto sulla trama i questo prodotto seriale che però, dopo i primi episodi, ha lasciato inizialmente nel pubblico un po’ di amaro in bocca. Non tutti sono stati in grado di passare oltre alle somiglianze evidenti che la serie della NBC aveva con Lost e la prima stagione è stata trascurata e non apprezzata a dovere da moltissimi spettatori. D’altronde un volo carico di passeggeri scomparso per 5 anni in circostanze piuttosto misteriose avrebbe potuto trarre in inganno qualunque. Con la seconda e la terza stagione, però, persino Netflix ha compreso il potenziale di questa serie di avventura, perché ha comprato i diritti per produrre la quarta e ultima stagione e poi per distribuir sulla piattaforma di streaming le prime tre.
Quindi, una serie che a nessuno era sembrata diversa rispetto al panorama seriale del momento, invece, è stata adottata da Netflix proprio per permettergli di svilupparsi nel migliore dei modi. La serie poteva essere davvero avvincente, ma all’epoca nessuno era davvero pronto ad accoglierla. Ora come ora Manifest vanta un grande seguito di fan e quelli che all’inizio l’avevano data per spacciata, si sono dovuti ricredere.
La prima di un notevole elenco di serie tv inizialmente sottovalutate.
2) The Office
Inutile dire il contrario. Per moltissimo tempo la prima stagione di The Office (USA), ideata da Greg Daniels e andata in onda a partire dal 2005 sulla NBC, non ha avuto un grande seguito. Gli spettatori statunitensi non erano affatto convinti da un tipo di umorismo che ricordava fin troppo quello del suo originale inglese divenuto un cult e creato da quel genio di Ricky Gervais con la collaborazione di Stephen Merchant. Ci sono voluti un paio d’anni prima che questa sitcom intraprendesse la strada che l’avrebbe portata a diventare una delle più famose e apprezzate di tutti i tempi. Già con la seconda stagione i fan hanno iniziato a dargli qualche possibilità in più, lasciandosi trascinare all’interno di quel folle ufficio dalle battute sempre fuori posto di Michael (un grandissimo Steve Carell), dalla follia di Dwight Schrute (Rainn Wilson), dalla dolcezza di Pam e da tutti gli altri unici personaggi.
Il fatto che si trattasse di un remake dell’originale britannico, poi, tratteneva gli spettatori dal guardarla, perché ci sono sempre dei pregiudizi nei confronti di una serie che tenta di replicare il successo avuto dalla sua serie madre. La partenza per The Office è stato piuttosto burrascosa, ma ciò non ha impedito alla produzione di cambiare un po’ rotta e di dare modo al pubblico di conoscere meglio i suoi protagonisti prima di giudicarli.
3) Suburra
Chi ha visto il film Suburra del 2015, tratto dal romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, avrà sicuramente fatto fatica a digerire la prima stagione di Suburra – La serie, con protagonisti Alessandro Borghi nei panni di Aureliano Adami e Giacomo Ferrara in quelli di Spadino (Alberto Anacleti). Visto e considerato che il rapporto tra Aureliano e Spadino nel film era freddo e le interazioni fra i due erano ridotte all’osso, i fan si sono subito chiesti come la serie televisiva avrebbe potuto giustificare una tale distanza se li aveva resi inseparabili fin dai primi episodi. Eppure, andando avanti con le stagioni, il prodotto seriale pubblicato su Netflix a partire dal 6 ottobre 2017 non ha dato una risposta a questa domanda, anzi, ne ha intensificato ancora di più l’intreccio.
Il rapporto tra i due giovani esponenti di due delle famiglie mafiose più potenti di Roma non sembrava accennare a una rottura, finché la terza stagione non ha distrutto le aspettative degli spettatori, mettendo definitivamente fuori gioco uno dei due protagonisti (per evitare spoiler non ne citeremo il nome) e dimostrando che in realtà tra serie e film non doveva esserci alcuna coerenza narrativa. Così, guardando indietro alla prima stagione, Suburra acquista di nuovo valore, permettendo al pubblico di rivalutare positivamente la prima stagione che all’uscita aveva ricevuto solo diffidenza, che con la seconda stagione aveva raggiunto l’apice del suo successo, e che con l’ultima ha invertito la tendenza rivelandosi fin troppo romanzata.
4) You
Il 26 dicembre 2018 faceva il suo ingresso su Netflix, in Italia, You, un thriller basato sull’omonimo romanzo (e sul suo seguito Hidden Bodies) di Caroline Kepnes che ha come protagonista Penn Badgley nei panni del misterioso e disturbato Joe Goldberg, un uomo dalle abitudini tutte particolari. La trama e lo sviluppo dei primi episodi di You, inizialmente, non avevano attirato l’attenzione degli spettatori della piattaforma. La serie era passata piuttosto inosservata. Quando invece la seconda stagione è stata distribuita, il 26 dicembre dell’anno successivo, e il pubblico ha notato una notevole discrepanza fra prima e seconda, allora i primi 10 episodi sono stati rivalutati e hanno acquistato più successo. Il progetto iniziale era interessante. Mostrare il modo in cui agiva un maniaco come Joe era affascinante per chi sapeva coglierne gli elementi tossici, e il suo rapporto con Guinevere Beck (Elizabeth Lail) avevano un che di originale.
Con la stagione successiva, e poi con la terza e sicuramente con la quarta che verrà distribuita in due tranche nella primavera del 2023, ci siamo trovati di fronte a un pattern ripetitivo che aggiungeva davvero poco a quanto già detto su Joe, dando vita a una serie prevedibile. Con il senno di poi, guardando le stagioni seguenti, gli spettatori hanno rivalutato la prima e le hanno riconosciuto i suoi meriti.
5) 13 Reasons Why
Anche 13 Reasons Why ha avuto una partenza un po’ difficoltosa. Quando la prima stagione del teen drama basato sul romanzo 13 di Jay Asher è stata distribuita su Netflix nel 2017, i pareri del pubblico sono stati piuttosto contrastanti. Le polemiche legate agli argomenti affrontati e al modo in cui sono stati portati sul piccolo schermo ha seguito la serie per parecchio tempo e non ha permesso davvero agli spettatori di concentrarsi sui punti forti dei primi 13 episodi. La vera originalità della serie è diventata argomento di conversazione solo successivamente, già a partire dal 2018, quando la seconda stagione ha fatto il suo ingresso sulla piattaforma di streaming.
Perché? Perché proprio come You, la seconda (e poi tutte le successive fino alla quarta) ha portato all’attenzione di tutti le debolezze di questa serie. 13 Reasons Why avrebbe dovuto fermarsi con la prima stagione, la più fedele al romanzo, il cui progetto sembrava essere a sé stante. Invece ha proseguito, cavalcando l’onda delle polemiche e facendosi investire in pieno da uno tsunami di critiche. In confronto alla stagioni due, tre e quattro, la prima aveva un senso, una struttura e dei personaggi ben caratterizzati, eppure era stata sottovalutata. Eppure, dopo aver visto gli episodi successivi, una rivalutazione dei primi si è rivelata necessaria, e ha portato gli spettatori a riconsiderare poi non così male i primi episodi che si concentrano sull’ascolto delle cassette lasciate da Hannah Baker prima dl suo tragico suicidio.
6) Black Mirror
Black Mirror, inizialmente, non ha avuto il successo che ha acquistato con l’avanzare delle stagioni, soprattutto con l’intervento di Netflix a partire dalla terza stagione. Il thriller antologico e di fantascienza, composto da 5 stagioni, è andato infatti in onda per la prima volta nel 2011 su Channel 4, e solo i veri intenditori del genere ne avevano sentito parlare. Chi l’ha vista ai suoi albori, quasi sicuramente in Italia è stato costretto a cercarla su siti streaming di dubbia legalità, consapevole di stare guardando una serie di nicchia che quasi nessuno avrebbe conosciuto e apprezzato. I primi 3 episodi, sono stati sottovalutati moltissimo, se si guarda ai numeri che la serie ha fatto solo nel corso degli anni.
Più che con la seconda stagione, quindi, è con la terza che Black Mirror ha fatto il botto e ha conquistato gli spettatori di tutto il mondo con la sua irriverenza e la sua incredibile dose di critica sociale, riscattando la sua bellezza fino a quel momento misconosciuta. La terza e la quarta stagione sono quelle che hanno ricevuto più premi (in particolare Emmy Awards). Inoltre, viste e considerate le critiche ricevute soprattutto dall’ultima stagione, più si guarda indietro nel tempo e più alla prima stagione si guarda ora con nostalgia, considerandola una delle migliori (se non la migliore) di tutto il prodotto seriale. Incredibile ma vero, Black Mirror, all’inizio, è stata una delle serie tv sottovalutate dopo la prima stagione.
7) Game of Thrones
Ebbene sì, quella che dopo anni è diventata una delle migliori serie tv fantasy di sempre, Game of Thrones, quando era uscita nel 2011 con la sua prima stagione, non aveva conquistato tutto il pubblico che la segue adesso (e che per sopperire alla sua mancanza si è divorato anche House of the Dragon). I primi 10 episodi della serie tratta dalla saga di romanzi di George R. R. Martin avevano diviso gli spettatori in due. Da un lato quelli che non apprezzavano e ritenevano noioso, difficile da seguire, questo tipo di fantasy, con tutti i personaggi, le casate e gli intrighi di corte. Un fantasy meno magico di quello a cui erano sempre stati abituati, più violento, crudo e, di conseguenza, realistico. Dall’altro, invece, tutti i fan de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco che non vedevano l’ora di trovare sullo schermo un prodotto ambientato in un’epoca che ricordasse il vero Medioevo, con tutte le sue storture, i giochi di potere, il sangue.
Solo dopo qualche tempo alcuni hanno capito che se non avessero seguito Game of Thrones si sarebbero persi un enorme pezzo della storia delle serie tv e la prima stagione ha riottenuto l’attenzione che meritava. Con gli anni il fantasy creato di David Benioff e D. B. Weiss ha guadagnato sempre più successo, fino a diventare un vero e proprio fenomeno di massa, quando le ultime due stagioni hanno diminuito la qualità in favore della quantità di incassi che il prodotto portava. Difficile a dirsi, soprattutto ora, ma anche Game of Thrones è stata una delle serie tv sottovalutate dai fan.