6) Jesse Pinkman (Breaking Bad)
Jesse Pinkman nei panni di informatore della DEA (di Hank, per la precisione) è un caso particolare di spia che ci ha spezzato il cuore, ed è il mondo alla rovescia di Breaking Bad a renderlo tale. Vince Gilligan ha più volte asserito di aver scritto suddetta serie tv col chiaro intento di capovolgere le emozioni suscitate nel corso della narrazione. La figura dell’antieroe ha come obiettivo di portare lo spettatore a sentirsi confuso circa i propri sentimenti nei confronti dei protagonisti. E il gioiellino di Vince Gilligan ci riesce alla grande.
Per tali motivi, quando Jesse decide di collaborare con Hank per incastrare Walt, spifferandogli ogni cosa sul loro business, non sappiamo se odiarlo o meno.
Perché in fondo Walt se lo merita e di tutte le sue malefatte, Jesse è forse quello che ne ha pagato il prezzo più alto. Tuttavia se da un lato siamo consapevoli di ciò, dall’altro non riusciamo a sopportare l’idea di vedere Walt cadere dall’Olimpo, specie a causa di Jesse. Quindi finiamo comunque per sperare che il giovane cambi idea. Non lo fa e ci sta. Soffriamo, ma non troppo. Questo fino a quando non vediamo le conseguenze delle sue azioni (certo anche con il solito contributo di Heisenberg). Assistiamo alla caduta morale e fisica di Walt. Lo vediamo crollare disperato sulle ginocchia mentre Hank muore sotto i suoi occhi. Impotente, legato, con la faccia nella sabbia, derubato di parte della sua famiglia e dei suoi soldi. È lì che rimpiangiamo davvero la collaborazione tra Pinkman ed Hank. Gli diamo della maledetta spia, soffriamo con Walt per la morte del (forse) unico eroe di Breaking Bad e vorremmo davvero tanto che per una volta fosse andato a strafarsi piuttosto che fare il pentito.