2) Peaky Blinders
La crisi del ’29 ma anche un villain realmente esistito (ve ne abbiamo parlato qui) puntualizzano l’ambientazione storica della quinta stagione di Peaky Blinders. Ma se pure questo è lo sfondo necessario e l’espediente che mette in moto le azioni dei personaggi, il focus è ancora una volta, immancabilmente, sul carismatico, caleidoscopico protagonista, Thomas Shelby. I suoi demoni sembrano emergere con più forza che mai, in una macabra successione carica di presagi di morte.
Il dramma interiore si intreccia così con la storia e la politica, con le vicende di potere e le strategie di affermazione. Tanto più in questa quinta stagione in cui si guadagna un posto d’onore tra i miglior villain delle serie tv, Oswald Mosley, politico diabolico e manipolativo. L’oscurità si fa sempre più profonda in Peaky Blinders 5 e le scenografie si macchiano di toni che faticano a restituire altro che inquieti e inquietanti chiaroscuri.
Ma sempre, improvviso e rarefatto, emerge in slow motion quel lirismo che cristallizza nell’eternità un istante, un sottile, anacronistico, momento di pura poesia. E così l’allucinato buio si fonde con la fragilità, i sensi di colpa, le riflessioni interiori di un protagonista sempre più scisso e introverso. Il risultato è, ancora una volta ma mai come stavolta, straordinario.