Quando due universi così affascinanti come quello della letteratura e quello delle serie tv si incontrano, i risultati possono essere sostanzialmente due: assistere a orde di lettori imbufaliti che puntano il dito contro lo showrunner di turno per aver tagliato in maniera indiscriminata il loro libro del cuore, riducendolo a quattro scene in croce e uccidendo la trama come il più spietato dei killer, o diventare i fortunati spettatori di una magia che porta sullo schermo le parole dell’autore e un mondo che, fino a qualche giorno prima, esisteva soltanto nell’immaginazione di pochi. È vero, la vulgata insegna che costruire serie tv sui libri è un azzardo bello e buono, tempi e ritmi del video mal si sposano con la piacevole lentezza della scrittura e impongono rimodellamenti di personaggi e situazioni che, spesso, più che rendere fluida la narrazione la svuotano di mordente. Capita, però, che il libro si presti già benissimo ad essere trasposto e il lavoro di registi e sceneggiatori non si limiti ad altro che a qualche impercettibile ritocchino.
Nel corso dello scorso decennio, diversi sono stati i titoli che ben si presterebbero a entrare di diritto nel catalogo di Netflix o di Amazon Prime sotto forma di miniserie o di serial lunghi.
In una messe ricchissima e sconfinata, abbiamo cercato di selezionare quelli assolutamente imprescindibili e che, in un modo o nell’altro, già vediamo come protagonisti di riguardo di infinite e appaganti sessioni di binge watching. Dalle saghe familiari alle biografie, passando per la narrativa rosa, ce n’è davvero per tutti i gusti.
1. La vita bugiarda degli adulti (Elena Ferrante)
Il grande (e strameritato) successo televisivo de L’Amica Geniale (la serie targata Rai di cui anche gli stranieri si sono innamorati, con numeri mostruosi) ha dimostrato come le serie tv sui libri si possano fare eccome. E con ottimo feedback. La narrativa di Elena Ferrante riesce ad andare d’amore e d’accordo con i linguaggi del piccolo schermo. Quindi, perché non immaginare un adattamento anche per la sua ultima creatura?
La trama de La vita bugiarda degli adulti si presterebbe benissimo: la storia ruota attorno alla figura di Giovanna e alla sua tormentata lotta con la vita adulta e i cambiamenti che porta e comporta, nella sua dimensione e in quella delle persone a cui tiene. A fare da sfondo alla turbolenta ricerca d’identità della protagonista è una Napoli che assorbe tutto, dal degrado all’arrendevolezza, fino al mistero di rapporti familiari costantemente sporcati da segreti e intrighi.
La grammatica dell’autrice è dura, feroce, squarcia il cuore e costringe chi la legge a pensare a fondo a ogni singola virgola.
Questa sua capacità di rendere vivo quel che scrive, senza imprigionarlo in un mucchio di gocce d’inchiostro su carta, fa sì che le vicende che racconta e i personaggi che costruisce si adattino a essere spettacolarizzati senza essere maltrattati o privati di quell’aura che li rende discutibili, imperfetti, fastidiosi, eppure straordinariamente umani e riconoscibili. E, visto che ci siamo, azzarderei anche un accenno di casting: come regista ci vedrei ancora Saverio Costanzo che, con la sua visione discreta, ha sposato perfettamente la linea della Ferrante e nel ruolo della protagonista la delicatezza di Alba Rohrwacher. HBO, TIMvision, un pensierino ce lo farei. Anzi, anche più di uno.