4. Il cardellino (Donna Tartt)
Mettiamo le mani avanti e precisiamo che de Il cardellino è già stato fatto un adattamento cinematografico. Una soluzione che, però, non ha consentito di mostrare appieno le potenzialità del suo plot. Pregio che, per contro, va innegabilmente riconosciuto alle serie tv sui libri.
Nel racconto che Tartt fa di un viaggio tra dipendenze, vizi e confusione, quello di Theo Decker è un percorso che, più che di lacrime, sa di amore.
Una lunga scia che attraverso flashback precisi ci riporta al giorno che gli ha cambiato la vita, quella mattinata al Metropolitan Museum distrutta e rimessa insieme dal detonare di una bomba. E da un quadro prezioso che porterà con sé e che diventa il filo conduttore del suo cammino. Quello che rispetto alla pellicola darebbe la serie sarebbe sicuramente una distribuzione più diluita degli eventi e più spazio per non limitare il racconto a un minutaggio che, guardando alla mole del libro, è davvero fin troppo ridotto. Un format di 8 episodi stile Netflix sarebbe l’ideale per fotografare un viaggio che parla di tutti noi e che tocca corde che in pochi riescono a disturbare senza fare stucchevoli apologie del dolore. Ansel Elgort se l’è cavata ma io, nel ruolo del giovane Decker non posso fare a meno di vederci Josh O’Connor, il Principe Carlo dell’acclamatissima terza stagione di The Crown, la quale assieme ad altri prodotti ha alimentato il fascino dell’industria televisiva per le famiglie reali. Un fenomeno molto curioso che abbiamo analizzato meticolosamente qui.