9. My Not So Perfect Life (Sophie Kinsella)
Non nascondiamoci dietro a un dito: il genere romcom, bene o male, piace a tutti. Soprattutto se nasce da penne fresche e curiose come quella di Sophie Kinsella. Tra gli ultimi lavori di una delle più prolifiche voci della narrativa britannica, My Not So Perfect Life è, senza dubbio, la proposta più curiosa. Il fantasma di Becky Bloomwood e della saga di I Love Shopping aleggia pesantemente, ma l’universo di Katie riesce a farsi valere, grazie al piglio di un’eroina moderna che di eroico ha proprio il fatto di non avere alcun superpotere se non la sua straordinaria normalità.
Una normalità che si vergogna di manifestare sui social, che la bombardano con fotografie di corpi perfetti, carriere invidiabili, case da sogno.
Tutte cose che vorrebbe ma che non può avere. Traguardi che vorrebbe tagliare ma che non riesce a raggiungere. Fino a quando nella sua vita tutto cambia e le casualità le faranno capire che, spesso, la perfezione non è altro che il mantello di cui si riveste la tristezza. Soprattutto su Instagram. Escludiamo a priori una serie lunga (sostanzialmente non ci sarebbe materiale a sufficienza come spesso capita nelle serie tv sui libri che non appartengono a una collana o a un’antologia) ma gli scenari che apre questo libro sarebbero perfetti per una miniserie da due o tre episodi, che sappia trovare il compromesso tra una tematica fortemente attuale e la necessità di metterne su una versione che non abbia i toni del documentario moralizzatore. Emily Blunt nei panni di Katie farebbe scintille, ha la mimica giusta, l’indole ideale. E non mi spiacerebbe vederla recitare, per la prima volta, accanto a John Krasinski, che potrebbe regalarci un notevole Alex Astalis, la controparte maschile.