3) Love & Anarchy (Kärlek och Anarki)
Composta da due stagioni, la prima uscita ufficialmente nel 2020 e la seconda nel 2022, Love & Anarchy è una serie tv di genere sentimentale, che vede protagonista Sofie Rydman, una donna sposata ma insoddisfatta, madre di due figli, con una buona posizione lavorativa all’interno di una casa editrice e Max Järvi, un informatico della stessa azienda, single e più giovane di diversi anni rispetto a Sofie. I due iniziano un flirt fatto di giochi e sfide, il quale sfocerà in un’attrazione sempre maggiore…ma se non l’avete ancora vista non voglio spoilerare troppo!
Love & Anarchy è anche una serie corale dove, accanto ai due protagonisti, vediamo svilupparsi le personalità di altri personaggi interessanti come i colleghi di Sofie e Max: Ronny, il direttore amministrativo; Friedrich il direttore editoriale testardo e un po’ burbero e Denise, la responsabile delle pubbliche relazioni.
Degno di una menzione speciale è il padre di Sofie, Lars, un fervente socialista affetto da schizofrenia, il quale ha un ruolo determinante nelle vicende della figlia.
La serie affronta quindi il tema del sesso, della masturbazione, del sessismo, del rapporto extra-coniugale e della malattia mentale senza pregiudizi e senza moralismi, ma anzi con un approccio molto aperto a qualsiasi esperienza una persona voglia fare in questo ambito essenziale della vita dell’essere umano. Love & Anarchy è una serie leggera e profonda allo stesso tempo, dove la trama principale da commedia romantica, nasconde in realtà degli argomenti delicati, di rottura con quello che viene definito il “normale ordine sociale”.
Love & Anarchy infatti ci insegna che nessuno può stabilire con certezza cosa sia la normalità e che è invece più corretto seguire ciò che ci dicono i nostri sentimenti così come la nostra ragione, in un giusto equilibrio. Nella lingua svedese c’è una parola che indica perfettamente questo concetto, ossia “lagom”, né troppo, né troppo poco, ma il giusto.
4) Barracuda Queens
Anni Novanta. Stoccolma, quartiere benestante di Djurholm. Un gruppo di cinque amiche adolescenti e ricchissime prova a cimentarsi in rapine ai danni delle famiglie del loro vicinato, per riuscire a saldare un debito economico conseguito dopo una vacanza. Così, quello che all’inizio viene preso solo come un gioco, si trasforma presto in un vero e proprio atto di ribellione e di evasione dalla noia della vita agiata.
Le ragazze diventano Barracuda Queens, un nome con cui le stesse protagoniste identificheranno la loro gang “criminale”.
Pubblicata nel 2023 in sei episodi, questa miniserie è ispirata a fatti realmente accaduti, presentati dalla regista svedese Amanda Adolfsson in modo frivolo e a tratti divertente. Infatti, quando le amiche provano a compiere i loro primi furti sono maldestre e disorganizzate, ma allo stesso tempo si trovano a dover affrontare situazioni serie e difficili, come le delusioni amorose, la violenza sessuale, l’alcolismo ed il conflitto con l’autorità dei genitori, del tutto ignari dell’attività illegale delle loro figlie.
E l’occhio attento dello spettatore capirà ben presto che sono proprio questi ultimi i veri colpevoli della storia. Persone di una superficialità purtroppo attuale, ben inserite nella società di quegli anni e proprio per questo spaventate dalla possibilità del giudizio altrui. Ipocriti al punto giusto dall’essere disposti a occultare le azioni compiute dalle proprie figlie, piuttosto che prendersi la responsabilità del loro fallimento come genitori (e come persone).
Un giudizio duro ma necessario per comprendere l’importanza dell’educazione tra tutte le classi sociali, anche quelle più privilegiate e, quindi, considerate intoccabili.