La donna del lago
Sempre sulla scia di un mistero da risolvere, e aggrappati a personaggi complessi, sfaccettati e ambigui, è costruita La donna del lago, una serie Apple TV+ sbarcata sulla piattaforma lo scorso 19 luglio. Con la solita qualità che contraddistingue i prodotti di Apple TV+, La donna del lago tratteggia i contorni di una storia amara e torbida, immersa nelle contraddizioni di un contesto sociale straniante e sfuggente, nel quale le sue protagoniste sono costrette a fronteggiare continuamente pregiudizi, tabù, chiusure mentali, prassi distorte e preclusioni.
È una storia dolorosa e triste, che ha che fare con la morte, le sparizioni, le bugie e i misteri. Ma non è solo un giallo palpitante che riesce a tenere col fiato sospeso. La donna del lago è quasi un dramma storico, pronto a far emergere le ribollenti contraddizioni sociali della Baltimora degli anni ’60, una società chiusa, esclusiva, fondamentalmente razzista.
Come per le altre serie tv tratte dai libri, anche per questo prodotto c’era il timore che gli autori potessero stravolgerne la natura.
Invece, lo show di AppleTV+ ha fatto un lavoro di trasposizione eccezionale, dando un volto ai personaggi del romanzo di Laura Lippman. La donna del lago è una serie tv tratta dai libri che sa esaltare le atmosfere descritte sulla pagina dalla sua scrittrice. Al centro dello show non ci sono solo le misteriose trame del giallo televisivo. Protagonista de La donna del lago è anche la città di Baltimora, con le sue dinamiche sociali, i suoi personaggi che si muovono come grosse pedine di un ingranaggio automatizzato. Nel libro, la Lippman è riuscita a restituire l’animo vulnerabile delle due protagoniste della storia, due donne che non si sono mai realmente conosciute, ma che hanno condiviso un pezzo di vita insieme. È facile perdersi tra le pagine del romanzo, sospinti dalla curiosità di andare fino in fondo al mistero e catturati dalla prosa incisiva della sua autrice.
Ni una más
Una caratteristica che, come abbiamo visto, accomuna queste serie tv tratte dai libri presi in esame, è la presenza preponderante dei personaggi femminili. Nelle due serie sopra menzionate, sono le donne le protagoniste delle vicende, coloro che attivano il motore dell’azione. Anche per Ni una más vale lo stesso discorso. La serie è approdata quest’estate su Netflix e ha provato ad iscriversi nel solco di altri show dello stesso genere come Unbelieveble, 13, Maid e tante altre. Il fulcro principale del racconto è la violenza. Che non è solo violenza fisica, ma anche psicologica, mentale.
La storia parla di una diciassettenne che ha il coraggio di denunciare pubblicamente l’abuso che ha subito. La sua vicenda personale è triste e angosciante, nella misura in cui ogni violenza lo è. Il percorso della protagonista, tra i soliti cliché da teen drama e le atmosfere un po’ cupe che accompagnano i titoli di questo genere, si dipana attraverso una serie di tappe alle quali giunge per convinzione personale e sospinta dell’ambiente circostante. Ma non è solo la protagonista di Ni una más a raccontare la propria storia di abusi e violenze.
Tutti i personaggi dello show mettono in luce le proprie vulnerabilità e le debolezze scoperte.
La serie, attraverso il mezzo del teen drama, prova ad affrontare argomenti attualissimi attraverso le storie di giovani donne che provano a risalire la china dei loro sogni spezzati. Sono storie di amicizie, legami, fiducia mal riposta e voglia di riscatto. Leggendo le pagine dell’omonimo romanzo da cui la serie è tratta, si riesce ad entrare ancora più in empatia con i personaggi. C’era molta attesa in effetti per questa serie, tra le novità da non perdersi quest’estate su Netflix. I lettori di Miguel Sáez Carral erano in fermento. La serie tratta dai libri dell’autore spagnolo è riuscita a rendere giustizia alla sua versione cartacea, anche se lo spazio della pagina scritta è molto più ampio per poter tratteggiare la psicologia dei vari personaggi che sono al centro dell’azione. La produzione televisiva ha comunque fatto un buon lavoro, confezionando una storia che sceglie una tematica delicata per sprigionare la sua forza emotiva.