Quanti pomeriggi abbiamo passato davanti alla TV, mentre le serie tv vecchie di Italia 1, Rai 2, MTV e Disney Channel scorrevano davanti ai nostri occhi, catturando totalmente la nostra attenzione e rendendoci dei bambini/adolescenti felici. Ne guardavamo talmente tante che è difficile ricordarsele tutte (o capire quali effettivamente abbiamo visto), tanto che le varie storyline si sovrappongono e si confondono nella nostra mente. È un duro colpo per la nostra nostalgia; però sono pezzi come il seguente che intervengono in nostro aiuto e rinfrescano una memoria un po’ acciaccata. Del resto, gli anni sono passati un po’ per tutti! Dunque, abbiamo selezionato 8 serie tv vecchie, comprese nell’arco dal 1999 al 2004, che vi condurranno sul viale dei ricordi, facendovi esclamare: “Ma no, non posso averla dimenticata!”. Non ci resta allora che andarle a vedere e ricordarle insieme, consci della nostalgia che ci assalirà. Nel bene e nel male.
1) Summerland
Non c’era niente di meglio, nelle calde estati dei quegli anni, di mettersi di fronte alla TV con un gelato tra le mani (o un fruttolo ghiacciato) e godersi uno di quei teen drama estivi che adoravamo tanto.
Tra quelle serie tv vecchie c’è anche lei, Summerland. Sisi, quella con Jesse McCartney e Zac Efron.
Anche se nella nostra testa è già partito “Because youuuu liveee and breath”, rispolveriamo un attimo la trama di Summerland: le vicende ruotano attorno alla fashion designer Ava Gregory a cui, dopo la morte della sorella e del cognato, vengono affidati i tre figli della coppia defunta: il sedicenne e star del basket Bradin, la dodicenne Nikke e il piccolo Derrik di soli otto anni. Così tutti loro dovranno imparare a convivere dopo questo inevitabile cambiamento, soprattutto i giovani, su cui lo spettacolo si concentra particolarmente. E per noi, piccoli bambini dell’epoca, vedere quanta attenzione veniva posta all’adolescenza, ai suoi problemi e alle sue gioie, era importantissimo.
In Summerland trovavamo drammi, comedy, situazioni quotidiane che riuscivano però a essere coinvolgenti. Non era leggerissimo, ma la coralità delle storie e il mare della California ci piacevano così tanto che l’accettavamo così com’era. E quindi, a quanti di voi è venuta voglia di rivederla?
2) Firefly
Sì, siamo consapevoli che, sbloccando questo ricordo, rinasce in voi – ma anche in noi – una ferita che pensavamo ormai essersi chiusa. E invece no. Perché, come disse Mark Sheppard (che ha recitato pure in Doctor Who e Supernatural) al Phoenix Comicon nel 2014:
“Firefly ci manca così tanto perché ci è stato rubato. Non è morto – qualcuno ce l’ha portato via”.
Fin da subito la serie, che narra le avventure del Capitano Malcom Mal Reynolds che, dopo la sconfitta nella Guerra di unificazione della galassia, acquista una nave di classe firefly e con Zoey diviene contrabbandiere, incontrò numerose difficoltà. Fox impose la trasmissione in 4:3 anche se Firefly venne girata in wildscreen, rifiutò il doppio pilot a favore di uno più semplice e mandò in onda gli episodi in ordine sparso, così fu impossibile capirci qualcosa della trama. Paradossalmente, però, il prodotto più sfortunato di Joss Whedon, capace di mixare i generi come sci-fi e western, lasciò un segno indelebile nel mondo della fantascienza (e non), avendo il tempo sufficiente di crearsi una solida fanbase e una critica positiva che non lo fece sprofondare nel dimenticatoio.
E ancora oggi, nelle discussioni degli appassionati di fantascienza e di serialità in generale, il nome Firefly compare sempre.
3) Everwood, una delle serie tv vecchie più amate
Diciamoci la verità: ma quanto eravamo affezionati a Everwood?
La storia del Dottor Brown, un luminare della chirurgia che decide di lasciare tutto e trasferirsi a Everwood per esaudire il vecchio sogno della moglie defunta e tornare a essere un padre per i suoi figli, ci ha tenuto incollati allo schermo nei primi anni 2000. Tra temi complessi (come l’alcolismo, il rapporto genitori-figli o il lutto) e momenti di leggerezza, questa serie tv ci faceva piangere e ridere allo stesso tempo, senza che ce ne vergognassimo, perché ciò che veniva raccontato e affrontato nel corso degli episodi, con quella delicatezza rara da vedere, erano i nostri problemi, i nostri trionfi e le nostre sconfitte.
Il merito è della scrittura ottima e non convenzionale, dove i personaggi venivano lasciati liberi di sfogarsi e confidarsi l’un con l’altro. Da queste interazioni nascevano dei monologhi di una bellezza disarmante, accompagnati da una colonna sonora perfetta per ogni occasione. Il cast, inoltre, era affiatatissimo e il sentimentalismo di questo teen drama non veniva mai nascosto, rendendolo la sua forza. E poi Ephram e Amy ci hanno fatto sognare tantissimo e sapevamo che, nonostante potessero essere divisi da famiglia o altro, il loro destino era solo uno: stare insieme.
4) Dark Angel
Altro tuffo nella fantascienza degli anni 2000, altra ferita che si apre. Ma ce l’avevano proprio con questo genere all’epoca, non trovate?
La trama di Dark Angel (prodotta da quel signore chiamato James Cameron), con una giovane e quasi sconosciuta Jessica Alba, era un’assoluta e avvincente novità per quegli anni: c’era questo universo distopico annientato da un’esplosione nucleare, dal potere del denaro e degli uomini e senza più valori. Max Guevara (un cognome non casuale) è la grandiosa figura femminile della serie, giovane guerriera invincibile dal passato oscuro e fautrice della rivoluzione; infatti, fu la cavia di un esperimento che mirava a creare il soldato perfetto. Ma tutti i personaggi dello show presentano una caratterizzazione così profonda che era impossibile non amarli, anche se erano i villain della situazione. Pieni di umorismo, intraprendenza e furbizia, tutti erano funzionali a una storia che non oscurava nessuno, perché ognuno aveva il suo momento sotto i riflettori.
In particolare, da ricordare è l’Alec interpretato da un giovane Jensen Ackles, classico bad guy combina guai che ha fatto perdere la testa a noi – e a Max – e che sarebbe stato il character development per eccellenza se solo a Dark Angel non avessero tarpato le ali.
5) Degrassi: The Next Generation
Italia 1 ha trasmesso le prime sei stagioni, ma non le ha mai prestato l’attenzione che meritava. Così è intervenuta MTV, acquistandola e facendola diventare famosa nel Bel Paese. Tanto che è impossibile non aver visto nemmeno un episodio di questa iconica serie che ha lanciato diversi nomi importanti della TV (e non solo): Nina Dobrev, Aubrey Graham (in arte, il rapper Drake) e Shay Mitchell sono solo tre esempi. Anche se la protagonista di Degrassi è la dodicenne Emma che frequenta la scuola che dà il nome allo spettacolo, la trama di quest’ultimo non è confinata solo a lei, allargandosi alle vicende dei suoi amici, anche loro studenti della Degrassi Community School.
Una sorta di Skam dei primi anni 2000 e alla quale Skins deve essersi ispirato, Degrassi si addentra nelle tematiche tipiche degli adolescenti, narrando i loro amori e i primi approcci al sesso, le amicizie, gli scontri, la situazione familiare (compresa l’adozione) e problemi delicati quali alcol, droga o l’aborto. Emma, ad esempio, ha questa relazione sentimentale con Sean, ma tra i due non mancheranno litigate, rotture, ritorni e quant’altro.
La grandezza di questa serie sta però nel modo con cui affronta tutto ciò: la veridicità è il suo punto di forza, dandoci sempre qualcuno con cui possiamo immedesimarci.
6) Phil dal Futuro
Non poteva di certo mancare in questo articolo una delle serie tv vecchie targate Disney Channel. Ma sarebbe troppo facile con prodotti del calibro di Raven, The Sleepover Club e Lizzie McGuire; quindi abbiamo optato per Phil dal Futuro (e un’altra che troverete alla fine). E al solo nominarla, non vi risuona nella mente quel suo indimenticabile ritornello? A noi sì.
Al centro delle sue vicende c’è l’adorabile famiglia Diffy che, a causa del malfunzionamento della macchina del tempo che avevano affittato per una vacanza, si ritrovano bloccati nel nostro secolo. Riparla così da tornare nel 2121 non è semplice e i Diffy sono costretti a vivere nei primi anni 2000 per un bel po’ di tempo. Nascondendo allo stesso tempo un cavernicolo che si è unito a loro durante il viaggio. Tutti si adatteranno velocemente, con Phil che a scuola fa amicizia con Keely e contemporaneamente deve aiutare i suoi genitori a difendersi dai sospetti di un preside vicino a scoprire il loro segreto.
Un po’ come Degrassi, anche Phil dal Futuro lanciò due attori: Brenda Song, colei che diverrà l’iconica London Tipton in Zack e Cody, e Evan Peters, che i fan di American Horror Story e degli X-Men ricordano sicuramente.
7) Carnivale
Ecco, se molte delle serie tv vecchie in elenco sono state ingiustamente cancellate, la fine di Carnivale è stata una cosa buona e giusta. Possiamo definirla come uno dei rimpianti più grandi della HBO (che raramente sbaglia con i suoi prodotti), perché era uno show molto promettente e dal grande potenziale. La storia, infatti, ci porta nell’America degli anni ’30 dove il misterioso Benjamin Hawkins trova un rifugio presso una compagnia circense itinerante. Ben presto si scopre che Ben ha il potere di donare la vita e la morte e, per questo, è turbato da sogni profetici nel quale è sempre presente il Padre metodista Justin Crowe. Ed è tra loro che si giocherà, ancora una volta, l’eterna sfida tra il Bene e il Male.
Dunque, i presupposti per una serie memorabile c’erano tutti: la cura ai dettagli, un mondo fittizio che si unisce magnificamente con quello reale, una degna componente fantasy, un’ottima storia, un buon cast e la HBO. Peccato che non succeda mai niente. Tutto il bel lavoro fatto è stato reso vano da una lentezza nociva, talmente flemmatica che ci siamo stancati di aspettare un colpo di scena che non arrivava mai. E alla fine coloro che hanno resistito fino all’ultima puntata hanno accolto la cancellazione come una manna dal cielo.
8) Even Stevens
Come avevamo annunciato, chiudiamo con l’altra serie tv di Disney Channel del pezzo: Even Stevens. Un prodotto che ricorda da vicino Malcolm e che è stato ingiustamente interrotto all’epoca, non per calo di ascolti o necessità di chiusura, ma solo per l’insensata politica del network di non produrre più di 65 episodi per ogni show. E, manco a dirlo, ne siamo rimasti (e tuttora siamo) profondamente delusi.
Pur con la disastrosa programmazione italiana (che ha trasmesso il film conclusivo prima della serie), Even Stevens ha avuto il grande merito di riuscire a parlare ai bambini, pre-adolescenti e anche adolescenti dell’epoca. Louis – interpretato da un giovanissimo Shia LaBeouf – è considerato l’ultimo degli Stevens sia perché è il fratello minore, sia soprattutto perché non ha nessun talento in particolare se non quello di creare caos e confusione. Vive per rovinare i piani della sorella, sempre seria e responsabile. Così, accendendo i riflettori sulla lotta tra i due fratelli, in ogni puntata c’è Louis che escogita qualcosa e la sorella che deve difendersi, e la risata è assicurata.
Ecco che in maniera semplice e chiara, Even Stevens ci ha lasciato una lezione che ancora oggi custodiamo nel cuore: non siamo noi a essere mediocri, ma spesso è la nostra famiglia ad avere standard troppo elevati. E per questo, c’ solo una cosa da dire: grazie.