M*A*S*H (1972 – 1983)
Come Seinfeld e The Prisoner, M*A*S*H è una serie tv vintage da vedere che si è imposta ben presto come un fenomeno culturale. Si tratta di una serie tv iconica, esilarante ed eloquente anche a distanza di decenni. Dopo un inizio travagliato – forse causato dell’orario di messa in onda – la sit-com, dark comedy, medical drama sviluppata da Larry Gelbart, e basata sull’opera omonima di Richard Hooker, è diventata un programma di punta; uno dei primi 10 show dell’anno. Il series finale è uno dei singoli episodi più visti e più votati nella storia della televisione statunitense, con un record di 125 milioni di telespettatori. In 256 episodi, la serie tv corale segue un team di medici e il personale di supporto di stanza presso il “4077th Mobile Army Surgical Hospital” di Uijeongbu, in Corea del Sud, durante la guerra di Corea (1950-1953). Molte delle storie delle prime stagioni sono basate sulle testimonianze dirette di veri chirurghi MASH, i quali sono stati intervistati dal team di produzione.
Come il successivo film, M*A*S*H venne però percepita come un’allegoria della guerra del Vietnam (ancora in corso all’inizio dello spettacolo). Ecco quindi che un messaggio universale – ancora tristemente attuale – veniva avvolto da un strato spessissimo di umorismo, nonsense e romanticismo. Quelle gag ruvide ed esilaranti hanno finito per condizionare la comicità futura. Le battute, infatti, brillano e travolgono allo stesso modo ancora adesso. È la capacità di combinare la commedia con il dramma, che restituisce una tipologia di intrattenimento così insolita, leggera e allo stesso tempo impegnata, a renderla un gioiello sospeso nel tempo. Ci sentiamo un tutt’uno con quei personaggi così veri, e stranamente tridimensionali per una sit-com, inseriti in una cornice narrativa straniante, che contribuisce a evidenziare il carattere surreale e disumano della guerra stessa.
Quantum Leap (1989 – 1993)
Creata da Donald P. Bellisario, trasmessa in anteprima sulla NBC, Quantum Leap segue le avventure di un fisico quantistico, Dr. Samuel “Sam” Beckett (Scott Bakula), il quale, non avendo ancora completato l’acceleratore, scompare nello spaziotempo. Da quel momento si ritrova a saltare nel tempo senza averne alcun controllo. Classificata al 19° posto nella classifica dei “Top Cult Shows Ever” di TV Guide nel 2007, la serie si presentava come una miscela insolita di concetti innovativi, umorismo, romanticismo e risvolti drammatici. Seppur ingenue, lo show presentava delle trovate fantascientifiche notevoli, capaci di influenzare il genere stesso. Il protagonista non si limitava ad attraversare lo spazio tempo, come accadeva nei film e nelle serie sci-fi allora in voga, ma entrava nelle persone stesse, sostituendovisi.
Indubbiamente la dinamica dei viaggi temporali presuppone una dose elevatissima di sospensione dell’incredulità. Ma il viaggio nel tempo funge da pretesto per esplorare delle tematiche sociali molto interessanti. “Saltando” nei corpi delle persone del passato, infatti, Sam finisce per aiutarle a risolvere i loro dilemmi. Ad assisterlo, troviamo il contrammiraglio Albert “Al” Calavicci (Dean Stockwell), il quale può entrare in contatto cerebrale con il viaggiatore attraverso la “Camera delle Immagini”, un luogo in cui viene proiettato olograficamente il mondo visto dagli occhi del viaggiatore. Quantum Leap è una pioniera del suo genere, molto interessante e fruibile anche oggi. Sebbene gli effetti speciali facciano sorridere, il contenuto appare ancora accattivante, grazie al livello elevatissimo della recitazione e dello spessore della narrazione.