I personaggi che popolano le nostre Serie Tv preferite sono di ogni tipo: belli, brutti, sfigati, di successo. Sembrerebbe un panorama molto variegato, e in effetti lo è. Tutti però hanno una cosa in comune, una caratteristica che prescinde dalla Serie Tv che stiamo guardando e da qualsiasi tipo di classificazione. È il vero e proprio motore di ogni storia, qualcosa di cui non si può fare a meno. Di cosa parliamo? Del drama.
Nessun personaggio che si rispetti, di qualsiasi Serie Tv, ha una vita perfetta.
Il drama può essere esterno al personaggio, quindi far parte della trama della Serie, oppure essere parte integrante del personaggio stesso e diventare una sua caratteristica vera e propria. Come potremmo avere i personaggi più tormentati delle Serie Tv senza il tormento? Cosa spingerebbe chiunque, protagonista di una Serie o persona reale, a fare del proprio meglio se la vita fosse perfetta? Le famiglie della Mulino Bianco non esistono nemmeno nelle Serie Tv, dobbiamo accettare questa cosa. Prendiamo i membri della famiglia Cohen di The O.C.: sono belli, straricchi e in salute. Anche loro però hanno dei problemi, e non sono certo tutti imputabili al povero Ryan, che anzi dovrebbe chiedersi dov’è capitato!
Nel corso delle Serie ne succedono di tutti i colori: Sandy è spesso in conflitto tra etica e vita reale; Kyrsten si dà all’alcol e si fa manipolare come un burattino; Seth fugge di casa, diventa ribelle, ha storie d’amore tormentate. Per non parlare del resto dei personaggi che vivono situazioni surreali e piene di colpi di scena. Compaiono improvvisamente ex fidanzati che attentano alla stabilità delle coppie, ci sono intrecci così intricati che nemmeno nei romanzi di Ken Follett. Sono proprio questi colpi di scena, questi imprevisti, che rendono la loro vita problematica e lontana dall’essere perfetta.
Questo è però proprio il motivo per cui noi guardiamo una Serie Tv. Che senso avrebbe appassionarsi a un racconto piatto, dove non è presente alcun ostacolo da superare, nessun dissidio interiore da risolvere?
Ci possono essere varie ragioni per cui la vita nelle Serie Tv non è sempre rose e fiori. La prima è evidente, soprattutto a questo punto: le vite perfette sono noiose. Prendiamo un personaggio come Hannibal Lecter. Visto da fuori ha tutto quello che si potrebbe desiderare dalla vita: è uno stimato psichiatra, è affascinante, sa disegnare, sa suonare, sa cucinare, ha il dono dell’eloquenza e del buon gusto. Essere invitato alle sue cene è un onore per tutti.
Ora immaginate che non ci sia il piccolissimo particolare che Hannibal è un cannibale che sceglie le sue vittime in base al grado di raffinatezza e garbo. Guardereste Hannibal se tutto si incentrasse sulle cene tenute nella sala da pranzo del protagonista e sul suo lavoro di medico? Hannibal è un grande personaggio, ma senza il giusto motore anche i personaggi migliori sarebbero sprecati. Senza problemi il personaggio non ha ragione di evolvere, non ha senso che cresca se non c’è alcun conflitto da superare.
La seconda ragione è legata al concetto di mimesi. Le Serie Tv, come tutte le creazioni artistiche che mirano a raccontare la realtà, sono plasmate sulla realtà stessa. E per quanto la vita sia molto più monotona di una Serie Tv, di certo non è perfetta.
La differenza, ovviamente, sta tutta nel modo in cui questa vita, anche se apparentemente noiosa, viene raccontata.
Per fare un esempio meno borderline di Hannibal (spero sinceramente che a nessuno sia capitato di conoscere un cannibale) possiamo parlare di personaggi più normali, che hanno problemi normali. Eccome se li hanno! Prendiamo Brooke Davis di One Tree Hill. Brooke, all’inizio della Serie, è una normale studentessa del liceo: non ha superpoteri, non è un vampiro o una strega, non è speciale in alcun modo se non in quello classico. È bella, simpatica, buona, ricca e popolare. Vita perfetta? Non credo proprio. A parte il dramma amoroso vissuto con Lucas, la ragazza aveva i suoi problemi anche prima. Basti pensare che, dal momento dell’inizio di One Tree Hill, Brooke ha sempre vissuto da sola nella grande casa dalla porta rossa. I genitori l’hanno sempre ignorata. Erano troppo occupati dal lavoro e troppo disinteressati a problemi da adolescente per sforzarsi di essere presenti nella vita della figlia.
Ma poi parliamoci chiaramente: chi riuscirebbe a empatizzare con un personaggio perfetto o che conduce una vita senza alcun tipo di problema?
Verrebbe a mancare proprio il pilastro su cui si regge il successo di una Serie Tv. Lo scopo che si propone qualsiasi sceneggiatore è quello di creare personaggi che riescano a provocare una reazione emotiva negli spettatori. Perché altrimenti tutti amano i Walter White di turno e odiano le Mary Sue e i Gary Stu? Questi personaggi sono perfetti e quindi inverosimili. Nessuno si riconosce in loro, a nessuno interessa della loro vita perché sarà prevedibilmente perfetta o comunque a lieto fine. E noi addicted non vogliamo questo. Noi vogliamo il dramma, le lacrime, il sangue, la passione. Vogliamo vedere la vita, quella vera, sullo schermo di fronte ai nostri occhi. Dobbiamo poter dire che quella cosa l’abbiamo vissuta anche noi, o che in un’altra vita almeno avremmo potuto farlo. Ci deve pur essere qualcosa che ci infiamma.
Fortunatamente le Serie Tv fanno bene il loro lavoro e credo che siano ben poche quelle che si propongono di portare in scena la vita perfetta. Non ci sono riusciti in Settimo cielo, per quanto abbiano provato a mostrarci la famiglia perfetta hanno vissuto anche loro un bel po’ di drammi, quindi direi che possiamo stare tranquilli.
Voi conoscete Serie Tv che aspirano a raccontarci storie di uomini e donne con una vita perfetta e senza alcun tipo di problema? Nel caso in cui dovesse uscire una Serie del genere, pensate potrebbe funzionare? Io no, chiaramente, ma sono pronta a essere smentita! D’altra parte, sperare nella vita perfetta non può che farci bene.