Le serie web sono un continente ancora non del tutto esplorato.
Spesso poco reclamizzate, figlie di budget inesistenti e di tantissima forza di volontà, non sempre riescono ad emergere dall’oceano di Youtube, rimanendo confinate tra le sue maglie, in attesa di un sommozzatore abile a trovarle e aprirle per estrarre la perla che contengono.
‘Azz, davvero ho scritto sta roba?
Va beh, dato che mi (e vi) voglio del gran male, dopo aver – qualche tempo fa – rintracciato una lista di serie web italiane che andavano assolutamente viste, adesso mi concentrerò sulla prima sottocategoria che il genere è stato capace di partorire e alimentare: il trash.
Trash è una parola molto vaga, che necessita più di una definizione. Non necessariamente una cosa etichettata come trash è negativa, ma a volte vorresti suonare al campanello degli autori lasciando sulla porta un sacchetto di sterco incendiato.
In altri casi, invece, escono fuori serie web tanto assurde quanto imperdibili (come la prima di questo elenco, che andrebbe inserita in qualsiasi antologia proveniente dall’internet). Non perdiamoci in chiacchiere e armiamoci di finestra aperta sul tubo, comincia il viaggio.
Come ogni cena di gala che si rispetti, ho tenuto il dolce alla fine. Però adesso non facciamo che saltate direttamente lì, che poi ci rimango male.
Le ho dovute vedere tutte per scriverne, io.
9 SERIE WEB TRASH DALL’INTERNET ITALIANO
The Lady
Impossibile non nominarla in qualsivoglia classifica relativa alle serie web. Il primo, vero caso di Cult Trash per quanto riguarda la serialità italiana su Youtube o affini. Almeno la prima puntata credo che ormai l’abbiano vista praticamente tutti, quindi non ci dilungheremo troppo sulla trama.
Parliamo di una telenovela, dove una donna forte ed emancipata sgomita in una vasca di squali, tra nemici tenebrosi, fidanzati affascinanti e le lusinghe del Jet Set.
Parliamone, perché altrimenti ci tocca parlare di The Lady.
InstaGirls
Da molti definita come l’erede naturale di The Lady (immagino che non fosse esattamente un complimento). Il sottotitolo su Youtube recita la frase “6 Fashion Blogger per la prima volta nel ruolo di attrici”.
Diciamo che, personalmente, avrei già letto abbastanza per skippare. Però devo andare avanti, è una missione, quindi attendo che si concluda la sigla psichedelica e mi metto all’ascolto.
Appare una tipa rossa, che mi avverte con voce suadente del fatto che, se avessi chiuso il video, non avrei mai saputo il significato del termine “Nevrosi Pornografica Compulsiva”.
Prima avevate la mia curiosità, ma ora avete la mia attenzione.
Cit.
La prima puntata – “Il party da Edoardo” – è per l’appunto ambientata durante una festa tra persone gggiuste, dove ad una prima impressione l’unica a divertirsi sembrerebbe essere la carta da parati.
La particolarità di questa webserie è insita nel fatto che gli attori (probabilmente in un chiaro omaggio a Marlon Brando) sono costretti a recitare tenendo costantemente in bocca un marshmellow. Non manca un alone di mistero, tipo cercare di capire cosa diavolo dicano in fondo alle frasi.
Ne prendo una per spiegarne cento:
Senti Anna fai una cosa, vammi a prendere un bicchiere che nriesco più a starnminuto senghuiojeu.
Questo, e gli Hashtag messi a caso in #sovraimpressione fanno sì che InstaGirls rientri nell’arco di 200 millisecondi circa nel Gotha del trash su banda larga. Ah, da qualche parte dovrebbe anche esserci una trama, ma credo che sia andata in bagno a limonare.
MilzaMan
Il trash a volte sa essere delizioso. MilzaMan è la storia di un comune venditore palermitano di panini con la milza, che di punto in bianco si ritrova con dei superpoteri spaventosi, tipo la capacità di sparare milze in stile Spider Man.
F-A-N-T-A-S-T-I-C-O
Questo è il trash che ci piace, quello consapevole. I rivali di MilzaMan sono i capoccia del quartiere, e il cibo popolare per definizione diventa il simbolo dietro cui la gente della strada può difendersi dai soprusi della malavita. Trash consapevole e che fa riflettere, più di così, ninzò.
Non mancano riferimenti, citazioni e parodie ai classici film di supereroi alla Marvel&co, insieme a palesi ammiccamenti ad altre opere italiane più celebrate (diciamo Gomorra e facciamo prima). Ecco, se si è nati fuori dalla Trinacria, alcuni scambi di battute potrebbero risultare ostici.
Però c’è di peggio, per esempio potevano parlare francese…
I Trombamici
Al lato opposto del mio personalissimo indice di gradimento del trash, invece, si posiziona chi vorrebbe essere trasgressivo e demenziale, ma non ce la fa proprio.
I Trombamici, dal titolo piuttosto refrattario agli equivoci, dovrebbe parlare delle dinamiche relazionali tra due ragazzi dediti a passare del tempo molto divertente insieme. Tarli del dubbio, paura (o speranza) che il rapporto possa evolversi sentimentalmente, cose così. In teoria, materiale su cui basare una serie web arguta e giovanile ce ne sarebbe stato a pacchi.
La sensazione che lascia, al contrario, è quella che gli autori abbiano fatto nello scriverla l’equivalente narrativo del prendere un Ringo, separare i due biscotti e leccare la crema in mezzo. Concentrarsi solo sul dolcissimo lato trash, tralasciando il fatto che un prodotto del genere deve per forza cercare di fare un umorismo intelligente per poter funzionare.
Tradotto per i naviganti: non basta passare 3 minuti a ripetere Scopare, F*ga, C*zzo, sveltine et similia per essere degli irriverenti nemici del politicamente corretto. Al massimo si può sperare di diventare il degno erede della fiera tradizione cinepanettonistica italiana, ma non penso fosse quello l’obiettivo.
Come quell’amico che cerca a tutti i costi di fare il simpaticone, il classico soggettone che spara battute a raffica lasciando intorno a sé un clima da spedizione per la conquista del Polo Sud. Dopo qualche anno di frequentazione, riesce a far diventare irritante anche una gag riuscita.
Maria Express
Il trash televisivo si unisce a quello in rete, partorendo un Reality Webshow assolutamente geniale. Il format richiama quello del più famoso Pechino Express, ma senza la sagacia di Costantino della Gherardesca.
Le coppie in gara non devono girare il mondo, ma riuscire ad entrare a far parte di un programma di Maria De Filippi. Il concept è di Trash Italiano, un’istituzione sul web per tutto quello che riguarda le produzioni di nostra Signora di Canale 5.
Tra i protagonisti. altri volti noti dell’Internet tricolore (uno su tutti il SignorPonza) e gente più o meno famosa, tipo Michele Bravi (ora possiamo comprendere appieno quanto sia fitto il suo diario degli errori). Tutti i concorrenti avranno 2 euro in tasca, 20 km da percorrere e l’obiettivo degli studios Elios, raggiungibile solo mediante prove e competizioni varie.
Mentre vi scrivo, la mia laurea si è appena staccata dalla parete e si è lanciata nel vuoto.
Casa Lovero
L’obiettivo finale è quello di promuovere il lungometraggio di Pippo Mezzapesa Pinuccio Lovero, Yes i Can. Se non ve lo ricordate, forse è anche colpa (merito?) dell’inefficacia di questa serie web. Basandoci solo sul primo estratto, dalla durata di 50 secondi (dei quali 24 di intro/outro), possiamo capire il motivo.
Non succede NIENTE. Lovero è un becchino, torna a casa, dice alla moglie una roba in dialetto. Lei lo redarguisce imponendogli la lingua di Dante, lui ripete in mezzo dialetto (come se lei non avesse capito anche prima) e poi esce dalla stanza.
Fine.
Capiamo che è successo qualcosa al cimitero, che ci sono diversi problemi e comprendiamo le difficoltà della trama, se sono riusciti anche a far fatica nel riempire mezzo minuto scarso di proiezione. La cosa peggiore è che non stiamo parlando di una produzione indipendente girata con pochi soldi e tanta speranza, ma di una webserie di clip che avrebbero dovuto fare da volano al film.
Super G
Per gli amanti di Romanzo Criminale sarà una coltellata al cuore che in confronto quella del Terribile è una carezza con guanto di velluto. Francesco Montanari e Riccardo de Filippis, passati alla Storia come Il Libanese e Scrocchiazeppi, interpretano una coppia di Supereroi molto particolare.
Una coppia non nel senso di due, ma una coppia nel senso di coppia. Nel lavoro e nella vita insomma.
Il primo, Super Cane, incarna molti degli stereotipi del romano medio, dalla parlata all’indolenza; mentre il secondo, Super Cicala, dei due è quello più glamour. Occhiale di tendenza, pose alla Colazione da Tiffany e un certo astio – ben motivato – nei confronti del proprio sarto.
I due pattugliano le strade di Roma – spero tenendosi accuratamente alla larga dalla Magliana – opponendosi al proprio nemico numero uno: la Madre Nera. Ad interferire nelle loro attività (e nella loro relazione) c’è anche Super Botta, interpretato da Mauro Meconi.
Sì, Fierolocchio.
E questi una volta stavano cor libbanese…
Gesù di Cagliari
Ma se il Cristo fosse sardo? Se non ve lo foste mai chiesto, beh, onestamente non avrei nulla da dirvi. In questa serie web tutta isolana le tappe fondamentali del cristianesimo sono riviste e riadattate alle nuove origini del Messia. Anche in questo caso, per esempio, Gesù è in collegamento diretto con un essere ultraterreno, capace di gesti fuori da ogni logica umana: Gianfranco Zola.
Gesù di Cagliari è fuori dalle righe, fuori dai canoni, fuori di testa. Moltiplica le Seadas e si prende gioco di poveri storpi, per la gioia dei suoi discepoli.
Non fatela vedere alla vostra zia bigotta. O almeno, prima assicuratevi di essere nel testamento. Ma poi cancellate la cronologia, eh.
Italian Spider Man
Sedetevi, perché ce n’è veramente bisogno. Fino ad adesso, voi, come me del resto, non avete ancora visto niente.
Prendete a testate il muro per cancellare ogni traccia di memoria a breve o lungo termine (senza chiudere il browser, che se no poi mica andate avanti a leggere). Ora che avete fatto piazza pulita, è il momento di presentarvi la SERIE WEB DE-FI-NI-TI-VA.
Italian Spiderman è una parodia australiana dei film di azione/supereroi degli anni ’60. Le atmosfere in stile Batman psichedelico della beat generation vi lanceranno in un tuffo carpiato nel trash dal quale non vorrete mai riemergere.
Il protagonista è, appunto, lo Spiderman italiano. In pratica un incrocio tra un messicano e Umberto Smaila coi baffoni e la mascherina alla Zorro, che indossa un maglione con disegnato un ragno. La prima dura lotta del video è quella tra il dolcevita rosso e la panza del nostro eroe, destinata a finire tragicamente.
I riferimenti a Spiderman, a parte qualche superpotere del tutto casuale, finiscono qui.
Il tizio spara con un fucile a pompa, spaca botilie in testa come nei peggiori bar di Timisoara e in generale si discosta pochissimo dal prototipo di un Hooligan inglese alle prese con la peggiore sbronza della sua vita. Nonostante ciò (o forse a causa di) è anche un latin lover da competizione.
Non vi racconto la trama perché rischierei di rovinare un capolavoro del nonsense. Una chicca però ve la voglio anticipare: il doppiaggio.
Sì, perché dato che di Italian Spiderman si tratta, tutti gli attor no, gli interpre neanche, quelle cose che appaiono sullo schermo cercano di parlare una cosa che – con un po’ di attenzione – sembrerebbe essere italiano.
Ne esce una sagra della pronuncia assurda da far sembrare Dan Peterson uno stimato esponente dell’Accademia della Crusca. Ve lo giuro, ho riso per 37 minuti filati.
E comunque è più facile da comprendere di Instagirls.