Ogni serie tv dimostra, a suo modo, di avere i propri punti di forza. Alcune di queste sanno farci ridere e dimenticare i momenti più tristi e faticosi delle nostre giornate, altre ci fanno versare litri di lacrime, e altre ancora ci spingono a riflettere e fanno fare voli pindarici alle nostre menti. Tra gli sconfinati cataloghi di serie tv, ce ne sono alcune in particolare i cui personaggi ci inducono a empatizzare di più di altri. Ci fanno sentire particolarmente vicini agli accadimenti delle loro vite e ne percepiamo in maniera più vivida le relative emozioni e sensazioni. Alcuni di questi protagonisti vantano una sceneggiatura di alto livello, al punto da rendere manifesta ogni sfumatura del proprio carattere, compreso il loro costante senso di inadeguatezza nei confronti della vita. Questo sentimento si esprime attraverso l’impressione di non essere all’altezza di una situazione, di un obiettivo o degli altri. Svalutarsi e circondarsi di un’aura di negatività diventa un pericoloso circolo vizioso in grado di generare sentimenti di ansia e demoralizzazione. Certi protagonisti delle serie tv (Sex Education e Fleabag in questo fanno scuola) hanno raccolto un successo di pubblico anche grazie a questa capacità di trascinare gli spettatori nel proprio senso di incapacità e inettitudine.
Ecco 5 Serie Tv in cui empatizzare col senso di inadeguatezza del protagonista è inevitabile:
1) Ted Mosby (How I Met Your Mother)
Ted Mosby è uno dei personaggi che più ha diviso il pubblico di spettatori di How I Met Your Mother. C’è chi ha provato sin da subito una forte empatia nei suoi confronti e altri che, al contrario, lo hanno giudicato come incoerente e ingenuo, un eterno sognatore senza speranze insomma. Tuttavia, qualsiasi sia la considerazione che abbiamo maturato per quest’uomo, siamo certi che tutti coloro che hanno guardato How I Met Your Mother almeno una volta si siano trovati ad avvertire il suo senso di inadeguatezza. Ted è un inguaribile e instancabile romantico, costantemente alla ricerca del grande amore della propria vita. Ci prova, con tutte le sue forze, investendo emozioni e sentimenti ma ricevendo solo delusioni e porte in faccia. É un uomo comune, non spicca per particolari doti o qualità , se non quella di essere disposto ad amare con tutto se stesso la sua futura compagna, al di sopra di ogni altra cosa. I suoi modi si rivelano spesso discutibili, certo, ma d’altronde c’è qualcuno fra noi che non ha mai sbagliato? Non credo. Ted è uno di noi e commette errori nonostante si riprometta di cambiare. Potrebbe evitare di illudersi ogni volta che una donna si dimostra disposta a dargli attenzione e un po’ di affetto? Certo. Buttarsi a capofitto senza valutare rischi e conseguenze quando si ha ben in mente qual è il proprio traguardo non è la scelta migliore ma, diciamocelo, chi non l’ha mai fatto? Empatizzare con Ted Mosby (anche magari disapprovando due terzi delle sue azioni) è naturale, umano potremmo azzardare. Tutti nutriamo debolezze, alimentiamo insicurezze e ci sentiamo poco all’altezza di situazioni e relazioni eppure continuiamo a provarci, perché quella meta ci chiama insistentemente e non possiamo resistergli. Per Ted, è una famiglia amorevole al fianco della sua anima gemella. Per qualcun altro sarà lo stesso oppure qualcosa di totalmente diverso. Eppure siamo tutti un po’ Ted, gettati in una folle corsa contro il tempo che scorre. Siamo stanchi, affaticati, delusi ma continuiamo a cercare anche quando quella piccola luce che ci ha guidati fin qui si affievolisce. Attenzione però, il bagliore di un sogno che diventa realtà sa essere accecante (in ogni senso!).
2) Fleabag (Fleabag)
Phoebe Waller Bridge è semplicemente geniale e il suo piccolo capolavoro, Fleabag, ne è la conferma. Oltre ad aver creato e scritto l’intera serie, l’attrice inglese ha deciso di interpretare il ruolo da protagonista. Fleabag è una donna tremendamente vicina alla quotidianità che molte donne affrontano, sia pure soltanto soltanto sotto certi punti di vista. Sconclusionata, inaccessibile al giudizio altrui, goffa, fuori posto ma mai banale e prevedibile.
É un vulcano di inattesa vitalità che ha imparato a stare al mondo senza aver bisogno di approvazioni. Non si preoccupa di avere una relazione amorosa stabile e gratificante e preferisce il sesso occasionale. Ha una famiglia disastrata e dimostra di tenere a sua sorella in maniera singolare e controversa. Fleabag si chiama fuori dalla mischia e noi con lei. Grazie alla scrittura sagace della sua creatrice, questa donna diventa estremamente tangibile e ci sembra di averla vista mentre passeggiavamo per le strade della nostra città e, al tempo stesso, diventa un’idealizzazione che non potrà mai avere vita nel mondo reale. Di rado, intravediamo in lei qualche crepa e capiamo si tratta di qualcosa di irreparabile e resterà lì per sempre, la rende proprio ciò che è davanti ai nostri occhi. Fleabag riserva a ciascuno spettatore un posto d’onore, rompendo la quarta parete, ci parla con una sincerità inaudita, tagliente e sprezzante del nostro giudizio. Guardare Fleabag è un’esperienza catartica, una finestra che affaccia sulla sua interiorità e ci spinge a scavare nella nostra. Ogni episodio è una tappa di questo percorso, un’imperdibile opportunità per farci insegnare da questa donna stravagante alcune lezioni fondamentali sulla vita.
3) Otis (Sex Education)
Sex Education ha rivoluzionato il modo di trattare l’argomento più tabù di tutti: il sesso. Ci è riuscito con una spontaneità inaudita e una leggerezza disarmante. Ne ha parlato nel modo in cui tutti speravamo l’avrebbe fatto, ossia come di una delle sfere della vita, una tra le altre. É riuscita lì dove altre serie e storie hanno fallito ed è per questo che il pubblico l’ha premiata con un enorme seguito. Sex Education ci mette davanti alla realtà dei fatti: il sesso è una delle cose più naturali del mondo eppure così misteriosa, complicata e spesso poco “riuscita”. Ad esserne ben consapevole è Otis, il protagonista dello show, un giovane ragazzo che vive in maniera problematica la sua adolescenza e le sue prime esperienze con la sfera della sessualità . Vive con risentimento il lavoro di sua madre, una sessuologa di grande fama, la cui presenza nella sua vita è motivo di imbarazzo e disagio. Otis però sa essere di grande aiuto per i suoi coetanei proprio perché ha appreso da lei e dalle sue consulenze come risolvere quelle problematiche che il sesso può presentare quotidianamente. Nonostante ne sappia più di tutti, il nostro protagonista di Sex Education trova estremamente difficile viversi a pieno questa fase della sua vita e agire spensieratamente come fanno tutti i compagni della sua età . Quante volte siamo stati in grado di dare consigli illuminanti agli altri e di non riuscire a seguirne neanche mezzo? Otis, in fondo, ha paura di doversi confrontare in prima persona con qualcosa che sente più grande di lui, per questo preferisce preparare gli altri a farlo, essere uno spettatore che scruta attentamente, interviene ma rimane in panchina. Il suo cuore batte per Maeve ma dichiararle il suo amore non è affatto facile. Troppi rischi in ballo, paura di fallire e timore di fare la figura del timido innamorato della più ribelle e desiderata della scuola. Otis aspetta di sentirsi pronto per conoscere il proprio corpo e per potersi lasciare andare. Sex Education ci insegna che basta aspettare il momento giusto (o la persona giusta) e il resto verrà da se.
4) Louie (Louie)
Louie, al pari di Fleabag, è stata scritta, diretta, interpretata, montata e prodotta dal suo stesso ideatore, ossia il comico stand-up Louis C.K il quale recita una versione fittizia di se stesso: un comico e padre divorziato con due figlie che vive a New York. C.K. racconta di fatto la sua vita e sceglie di comporre la narrazione dello show con temi e argomenti diversi più che con linee narrative solide e logicamente interconnesse. Pezzi di cabaret si alternano a fiction vera e propria, unendo poi aneddoti, riflessioni e altri sviluppi. Parlando di aspetti della vita a lui particolarmente cari – divorzio, paternità , vita solitaria in grande città , difficoltà vissute come artista e come single di mezza età – il protagonista crea un mondo estremamente personale in cui però, allo stesso tempo, viene molto spontaneo riconoscersi. CK ha la capacità di creare proprio quelle situazioni in cui non vorremo mai trovarci perché ci metterebbero in imbarazzo. Si tratta di un personaggio controverso ma, al tempo stesso, estremamente ordinario. Louie è un uomo bianco di mezza età con i piedi ben piantati nelle contraddizioni della società occidentale che contribuiscono a colorare la sua vita. Guardare Louie è un po’ come guadarsi allo specchio e capire quanto sia sottile la linea di confine tra il dramma umano e l’ironia della vita di ogni giorno.
5) Tony (After Life)
Passiamo ad un altro importante nome del panorama della stand-up comedy, questa volta britannico. La serie è stata creata, diretta e interpretata da Ricky Gervais, che è anche produttore esecutivo insieme a Charlie Hanson. Il protagonista, Tony, è un uomo scorbutico, cinico e disincantato distrutto da una dolorosa perdita: la morte di sua moglie Lisa. After Life è un racconto straziante: i giorni vanno lenti, la voglia di vivere viene meno e i pensieri suicidi si moltiplicano per mancanza di prospettive di vita future. La vita di Tony sembra essere sul punto di perdere ogni spinta vitale e le sue abitudinarie azioni chiariscono il torpore esistenziale in cui è sprofondato. After Life riesce in una difficile impresa: quella di raccontarci la complessa e personalissima elaborazione del lutto di una persona amata. Purtroppo tutti, prima o poi, abbiamo dovuto fare i conti con il vuoto lasciato da chi se n’è andato e per cui nutrivamo un profondo sentimento di amore. After Life, proprio come Sex Education, affronta un tema universale, ossia la morte, ma non solo. Narra quanto può essere difficile risalire dopo aver sperimentato concretamente la mancanza di chi è andato via e ci ha lasciati solo un grande vuoto dentro. Tony ci prova, sbaglia, si rialza e poi si accascia ormai stanco. Tutti coloro che gli sono vicino provano a renderlo nuovamente una persona migliore ma si imbattono in un muro insormontabile fatto di disperazione e sfiducia. After Life ci insegna che ciascuno di noi ha bisogno di vivere ogni momento con i propri tempi, preservando i propri spazi interiori ed esteriori ma anche che non essere soli fa la differenza.