A proposito degli showrunner, figure essenziali nel mondo delle serie tv.
A inizio anno, la notizia del licenziamento di massa del comparto che si stava occupando della realizzazione della serie Marvel Daredevil: Born Again, fece parecchio scalpore e diede all’Hollywood Reporter, una delle migliori fonti di informazione sul mondo dell’intrattenimento, il la per approfondire quelle che, a detta dei vertici dell’azienda, sarebbero state le novità nel suo comparto seriale. A spiccare, in particolare, vi fu una grande idea: introdurre degli showrunner che si occupino di gestire una serie in tutte le sue fasi, dal concept alla resa finale.
Dopo una gran confusione interna agli Studios, Kevin Feige, direttore del Marvel Cinematic Universe, pare essersi accorto che gran parte dei problemi imputati alle serie supereroistiche di Disney+ sono da far ricadere sul caotico clima e sulla scarsa coesione avvertita nei vari comparti creativi.
Nonostante i vari progetti precedentemente usciti vedessero al comando un capo-sceneggiatore, ciò pare non essere stato sufficiente a rendere coerente e uniforme il tono, la struttura e, in generale, l’idea dietro a queste serie tv: quel che serviva davvero era una figura che prendesse le redini della situazione e che si ponesse idealmente come capitano della nave.
L’idea che, finalmente, le nuove serie in arrivo prevederanno l’introduzione di una figura a cui far riferimento ci rende sicuramente più sereni, ma d’altra parte ci lascia piuttosto interdetti: ci voleva poi così tanto a capire l’importanza di un simile concetto? Gli showrunner come Damon Lindelof, Ryan Murphy e Vince Gilligan, d’altra parte, hanno da sempre avuto un ruolo fondamentale nella buona resa di una serie tv. Soggettisti, sceneggiatori, ma anche arbitri, persone adibite a prendere decisioni difficili e a condurre il proprio equipaggio verso una precisa direzione.
Ma, provando a entrare più nel dettaglio, cos’è di preciso uno showrunner?
Di cosa si occupa? Quali nomi possiamo prendere ad esempio per comprendere quando siano fondamentali per il processo creativo e di realizzazione di una serie tv? Restate con noi per scoprirlo.
Detto con parole semplici, lo showrunner è la persona responsabile dell’intera produzione di una serie televisiva, colui che si prende la maggior parte degli oneri e degli onori.
Lo showrunner è, infatti, il responsabile della visione creativa complessiva della serie, aspetto che include il preciso controllo degli script, degli archi evolutivi dei vari personaggi nonché della direzione artistica generale del prodotto. In molti casi lo showrunner stesso è in primis uno sceneggiatore, che si occupa personalmente di gestire, in autonomia o, più comunemente, all’interno di un gruppo, la scrittura dei singoli episodi. In altri, invece, tale figura assume solo il ruolo di supervisore generale.
Ad ogni modo, comunque, ad egli spetta il compito di aiutare la serie a mantenere una propria coerenza creativa interna per tutta la sua durata, evitando in questo modo fastidiose discontinuità o cambiamenti improvvisi di tono, di genere e di stile.
Non è dunque un caso se molti tra i problemi imputabili ad alcune serie dell’MCU (nonché fonte di molte critiche) si devono proprio a improvvisi cambi di tono o a scelte registiche, creative o visive, che in più di un’occasione non hanno tenuto conto di quanto accade non solo nel resto del suo universo, ma anche negli stessi precedenti episodi. Uno showrunner che compie bene il suo lavoro, d’altra parte, grazie al suo coinvolgimento in tutti gli aspetti della produzione, dovrebbe contribuire a garantire che la serie mantenga un alto livello qualitativo in tutte le sue fasi.
Ma gli incarichi affidati a questo professionista non terminano assolutamente qui.
Lo showrunner partecipa infatti attivamente alla selezione del cast, insieme agli addetti ai lavori, e si assicura personalmente che gli attori selezionati corrispondano e si allineino alla sua idea dello show. Inoltre, gestisce la troupe di produzione e si assicura che tutte le attività siano coordinate in modo efficiente, dalla gestione del budget alla pianificazione delle riprese.
Lo showrunner, spesso e volentieri, diviene poi punto di contatto tra la produzione e la rete televisiva (o la piattaforma di streaming di riferimento), occupandosi di comunicare le necessità creative e di trovare un equilibrio tra le aspettative delle parti coinvolte.
Insomma, parliamo di un professionista poliedrico che sia assume la guida del team creativo e produttivo, offrendo una visione chiara e unificata per la serie: una figura di cui non si può assolutamente fare a meno in una serie che aspiri a grandi cose.
Pensate forse che alcune tra le serie più amate di sempre avrebbero avuto lo stesso successo se non fossero state gestite da persone accorte e con una personale visione? La risposta è semplice: no. Senza l’attenta supervisione di un genio come Vince Gilligan, l’intramontabile Breaking Bad e il suo spin-off Better Call Saul non sarebbero stati quei mostri di qualità che abbiamo tanto ammirato e amato nel corso degli anni.
Creatore, principale sceneggiatore, produttore esecutivo, talvolta regista. Insomma, Vince Gilligan è stato un vero e proprio padre per le sue due creature, prodotti da lui curati nel minimo dettaglio e che non hanno lasciato davvero nulla al caso.
Ma al di là di Gilligan, non serve sforzarci molto per trovare dei degnissimi esempi di showrunner di successo.
Ci basti pensare per esempio alla straordinaria Shonda Rhimes, produttrice, sceneggiatrice, nonché fondatrice della casa di produzione Shondaland. Per anni mente dietro a una serie da record come Grey’s Anatomy e recentemente tornata alla ribalta grazie a Bridgerton, Shonda Rhimes è una donna capace di intercettare come pochi altri l’interesse del pubblico grazie a intrecci appassionanti e storie d’amore che fanno sognare.
Che dire poi del grande Ryan Murphy, un uomo che ha contribuito fortemente a fare la storia della televisione grazie a prodotti innovativi e con una precisa identità?
Mescola con grande maestria generi diversi e affronta importanti temi sociali in modo tale da arrivare a influenzare la società stessa.
Provate anche solo a pensare all’importanza che una serie come Glee ha rivestito nel normalizzare la diversità in televisione, sensibilizzando milioni di spettatori e aprendo la mente di molti.
Lost non sarebbe stata quella che è senza l’operato di Damon Lindelof, affiancato prima da J.J. Abrams (mente dietro ad Alias e Fringe) e poi da Carlton Cuse. Ad essi spetta tutta la nostra stima. Non solo per aver creato una seria leggendaria, ma anche per la grande capacità di gestire con grande elasticità situazioni di crisi sorte a causa di moltissime problematiche.
Poter contare sulla presenza di uno showrunner, tuttavia, non può e non deve essere inteso come sinonimo di consequenziale successo. Non sempre gli showrunner riescono a tenere le redini delle proprie serie: d’altra parte, errare è umano. Così come esistono grandi capolavori, vi sono prodotti che, pur avendo ben chiare le proprie idee, non riescono a soddisfare le esigenze del pubblico.
Quel che è certo, tuttavia, è che prodotti lasciati a sé stessi, senza un’adeguata supervisione, nella stragrande maggioranza dei casi finiscono per crollare inevitabilmente su sé stessi. Risultando confusi e incoerenti, e Marvel sembra averlo ormai capito.