Ormai guardiamo le serie con occhio stralunato, facendo caso a ogni cosa che oggi non possiamo più fare. Ogni abbraccio, ogni festa, ogni tipo di assembramento ci risulta assurdo anche in prodotti che sappiamo essere solo depositari di virtualità consapevole. In questo momento particolare facciamo ancora più caso anche al simbolismo nelle serie tv.
Negli anni, sempre più prodotti hanno scelto di contornarsi di simboli, oggetti, idee che rappresentassero più di quello che in apparenza significano. Queste cinque si sono contraddistinte per aver inserito nelle loro trame indizi ed evidenze che sembrano quasi troppi, ma lo sono davvero?
Non è mai un’opinione certa quando si tratta di simbolismo nelle serie tv.
1) Taboo
La Londra del passato offre spunti storici da tenere sempre a mente. Ne abbiamo avuto conferma con un prodotto meraviglioso come Penny Dreadful, ulteriore evidenza ci arriva nientemeno che da Tom Hardy e la sua Taboo. La simbologia la ritroviamo sin dal principio, il colore blu che si mischia con il nero per dare avvio a una storia che parte da lontano, dal continente africano fino ad arrivare in altre zone altrettanto misteriose e interessanti. Taboo è il costume che Tom Hardy indossa in maniera ottimale. Nel mistero c’è la simbologia più bella e intricata. Ma anche nei vestiti, nel modo in cui James Keziah Delaney si interfaccia con un ambiente che non è più il suo e che forse non lo è mai stato. Torna per il funerale del padre e da qui parte la prima stagione, tra buio, terrore, solitudine e progetti, quasi come fosse l’impronta visibile di un autobiografia del creatore nonché attore protagonista. Siamo ancora alla prima stagione, ma quella che abbiamo visto è una trama quasi completamente costruita sui simboli, è della prossima stagione l’arduo compito di metterli in ordine e di permetterci di capire se veramente sono troppi o se sono invece perfetti e giusti.
2) The OA
Siamo ancora scioccati dal fatto che questa serie tv sia stata cancellata alla fine della seconda stagione. Anche se qualcosa ancora ci fa sperare nonostante se ne parli sempre meno.
Ma d’altronde The OA ha da sempre diviso la critica e il pubblico, tra chi inneggiava al capolavoro e chi cautamente aspettava il colpo di scena decisivo. Ed è proprio il simbolismo della serie ad averle dato un certo tipo di caratteristica propria. The OA non va capita, questo è chiaro, bisogna interpretarla e i simboli che ne ritroviamo all’interno sono funzionali a colpire ognuno degli spettatori, uno alla volta con un oggetto o un’idea diversa. Nella prima stagione però tutti questi concetti, astratti e non, mettono un po’ in soggezione e da qui scaturisce un senso di disorientamento, non quello della seconda stagione, ma un tipo diverso. A partire dal sogno/visione di Prairie e la maga, con tutto ciò che questo ha comportato. The OA, grazie ai suoi simboli, non può essere oggettivamente definibile come troppo astratta o troppo simbolica, perché molto dipende da come la si interpreta.