Ne abbiamo viste di Sit-com nei primi anni Duemila che hanno forgiato la nostra memoria collettiva e individuale. Le conosciamo quasi a memoria, con una devozione pari a recitare le battute come nella visione collettiva di Rocky Horror Picture Show. Tormentoni, sigle, storie, interpreti. Tutto diventa memoria legata a doppio filo all’età del momento e patrimonio della crescita individuale. La critica ha dichiarato morto questo genere più volte. Come in un episodio dei migliori medical drama, la situazione disperata del paziente di turno si trasforma in una sorta di resurrezione. Il genere Sit-com negli anni Duemila viene reinterpretato nella regia, montaggio e ambientazione. Lo streaming con l’offerta delle serie passate fa il resto.
Tra le tante, 7 Sit-com dei primi Duemila non sono riuscite a stabilire un legame con il pubblico e sono cadute nel dimenticatoio. A torto o a ragione?
Sit-com anni Duemila – Center of the Universe (2004-2005)
La saga dell’ennesima famiglia da Sit-com anni Duemila , I Barnett. Il centro dell’universo è John Barnett (John Goodman), il catalizzatore degli altri membri della famiglia che vede negli interpreti un grande cast. John Barnett deve tenere a bada e risolvere i problemi della moglie Kate (Jean Smart) il figlio Nerd Miles (Spencer Breslin). Come ogni Sit-com anni Duemila che si rispetti, la famiglia comprende parecchi altri membri. Tommy il fratello fannullone (Diedrich Bader), Lily la sorella con problemi seriali con gli uomini (Melinda McGraw), Marge e Art i due genitori sui generis interpretati rispettivamente da attori di rilievo quali Olympia Dukakis ed Ed Asner. Con un cast di questa portata il successo sembrava assicurato anche grazie al traino di John Goodman con la sua storica interpretazione di Dan nella Sit-com Pappa e Ciccia. Center of the Universe è stata cancellata dopo solo 15 episodi.
Non è bastata la presenza di un cast di attori rodati e famosi per far decollare questa Sit-com anni Duemila. Gli attori danno il loro contributo positivo ma non è stato sufficiente. La serie è troppo slegata, sembra più un patchwork di tante Sit-com passate. Risente anche della scarsa brillantezza nei dialoghi che sono la punta di diamante di tutte le Sit-Com non solo degli anni Duemila. Dispiace vedere che attori come Ed Asner pluripremiato con Golden Globe ed Emmy Award e il premio Oscar Olympia Dukakis abbiano fatto parte di questo prodotto scadente. John Goodman era già appannato nella sua carriera dopo il grande successo di Pappa e Ciccia e aveva iniziato a scegliere ruoli poco fortunati. Center of the Universe è il classico esempio di come una Sit-com anni Duemila possa fallire nonostante le premesse. Un’occasione sprecata.
So Little Time (2001-2002)
Piccole gemelle crescono. Mary-Kate e Ashley Olsen restano le piccole (veramente piccole, iniziano a 6 mesi) della Sit-com fine anni 80 Gli Amici di Papà (Full House). Sono cresciute fino agli 8 anni in questa serie. Le ritroviamo quattordicenni nella Sit-com anni Duemila So Little Time (Due Gemelle e un Maggiordomo). Sempre carine ma senza l’appeal della tenerezza infantile che le aveva accompagnate nella Sit-com precedente. Le faccette buffe, le smorfie non fanno più effetto, c’è bisogno del talento attoriale che le due ragazze non hanno realmente sviluppato. Due adolescenti come tante con la stereotipata contrapposizione tra i due caratteri. Riley è accomodante, tranquilla mentre Chloe ha un carattere più duro, ambizioso e con pochi scrupoli.
La Sit-com anni Duemila inizia a essere trasmessa nel giugno del 2001 fino ad agosto. L’interruzione era già stata prevista ma capita proprio poco prima della data spartiacque del nostro secolo, l’11 settembre. L’impronta delle battute fino all’agosto del 2021 soprattutto rivista oggi è quasi tenera. Gli argomenti gravitavano attorno a eventi come il matrimonio di Brad Pitt e Jennifer Aniston. Dopo l’11 settembre era difficile anche solo sorridere sulle banalità. Il peso specifico di tutto era cambiato radicalmente. In questa non memorabile Sit-com anni Duemila (durata solo 26 episodi) un ricordo va alla figura del maggiordomo interpretata con leggerezza e sagacia dal caratterista Taylor Negron, l’impertinente cameriere Manuelo.