Quante volte vi sarà capitato di dare un possibilità a una nuova sit-com e scoprire dopo poco che invece i produttori avevano deciso che non meritavano quella possibilità? Troppo spesso serie tv, di ogni genere, vengono stroncate senza neanche concedere ai fan un addio. Ma ormai non ci meravigliamo più di tanto: negli ultimi anni, Netflix ha fatto piazza pulita di sempre più prodotti, dopo pochissime stagioni e tutti lasciati in sospeso. Sono più le sit-com cancellate – e non solo sit-com – che le serie che vanno avanti. Eppure, va detto che la maggior parte delle sit-com che oggi sono dei veri e propri cult non hanno avuto un inizio eccellente. La stessa The Office appartiene a questa categoria e guardiamo dov’è arrivata lontano!
La differenza tra una sit-com come questa e altre come, Santa Clarita Diet o Non Fidarti della St**** dell’Interno 23 è il numero di stagioni e i tempi che hanno permesso a molte serie di sbocciare e diventare capolavori.
1) Dollface
Dollface è una delle recenti perdite con cui dobbiamo ancora fare i conti. Soprattutto perché sintetizza perfettamente il concetto di sit-com cancellate che non hanno ancora espresso il loro vero potenziale e sono state stroncate sul nascere. Una serie visionaria e onirica, ma soprattutto un viaggio nella vita di una ragazza che riscopre se stessa dopo la rottura. Dollface aveva forse perso un po’ di smalto dalla prima stagione, diventando una classica comedy con protagoniste un gruppo di amiche. Almeno, ad alcuni è parso così. La verità è che stava preparandosi per fare un salto di qualità, pronta a scavare più in profondità nella psicologia di Jules. Se ne avesse avuto l’occasione. Finalmente Jules non era più la fidanzata né l’amica di nessuno. Era solo se stessa e questo fa paura.
Quindi, se solo avesse avuto la possibilità di dimostrarlo, questa sit-com avrebbe fatto un ottimo lavoro avviando un viaggio alla scoperta dell’identità di una giovane donna nel ventunesimo secolo. Ma purtroppo, non vedremo mai cosa sarebbe potuta diventare.
2) Freaks and Geeks
Iconica è dire poco di questa sit-com cancellata degli anni 90. Anzi, nonostante abbia avuto vita molto breve, Freaks and Geeks ha avuto un successo decisamente longevo, soprattutto grazie allo stile grunge, alla fotografia e alle situazioni proposte. Ma la storia di Freaks and Geeks è diversa dalle altre sit-com qui presenti. È la prima serie che ha deciso di parlare degli adolescenti in modo autentico, la prima serie che si è ribellata alle decisioni del Network e che per questo motivo è stata relegata a un orario infausto. Che ha provocato un drastico calo di ascolti. Così la sit-com con protagonisti dei ragazzini vestiti male e con genitori leggermente pressanti viene stroncata sul nascere e non arriva a essere rinnovata per una seconda stagione.
È impossibile non chiedersi quanto lontana sarebbe potuta arrivare questa serie se solo ne avesse avuto l’opportunità. Impossibile non chiedersi come l’emittente sia stato così cieco e insensibile all’umorismo cinico e – paradossalmente – al tempo stesso sognatore di quei fricchettoni e di quei nerd. Freaks and Geeks avrebbe potuto davvero offrirci molto, se solo le fosse stata offerta più fiducia.
3) Mr. Mayor
Tra le sit-com cancellate ingiustamente c’è anche Mr. Mayor, una comedy come poche ce ne sono state negli ultimi anni e che soprattutto ci ha fatto riscoprire la verve comica di Tina Fey e Robert Carlock che con Unbreakable Kimmy Schmidt si era un po’ occultata. Invece ci stupiscono con una nuova serie che unisce politica e comicità, insieme a famiglia e drammi personali. Questa serie riflette sulla società contemporanea celebrandola e facendosene beffe allo stesso tempo, anche attraverso l’occhio più disilluso dei giovani che non trovano un vero rappresentante in politica. Una serie con delle premesse brillanti che ha finito per essere l’ennesimo buco nell’acqua.
La verità è che se Parks and Recreation – che la ricorda molto – ce l’ha fatta, anche Mr. Mayor poteva avere un’altra possibilità. Era una sit-com divertente, con dei caratteri per lo più macchiettistici, ma pur sempre originale nelle tematiche e nelle evoluzioni. Era semplicemente acerba, come la maggior parte delle comedy e delle sit-com alle quali ci siamo appassionati nel corso delle stagioni.
4) Happy Endings
Happy Endings aveva davvero delle ottime potenzialità, ma è finita anche lei nel pozzo delle sit-com cancellate troppo presto: ci ha tenuto compagnia per tre stagioni e avremmo voluto che continuasse a farlo ancora per un po’. Nonostante questo, per il creatore lo show è stato un gran successo e anche i membri del cast si sono detti orgogliosi del lavoro fatto e dell’intesa che c’era sul set. Forse non ha raggiunto il successo di How I Met Your Mother o quello di The Big Bang Theory, ma questa sit-com aveva tutte le carte in regola per farcela. Bisognava solo darle più fiducia. In Happy Endings c’era tutto: amore, rapporti sessuali, matrimoni e famiglie. Ma soprattutto, c’era un gruppo di amici con i quali è impossibile non sentirsi meglio e del quale ti senti subito parte integrante.
Happy Endings spicca soprattutto per i dettagli: è piena di riferimenti alla cultura pop e , per sottolineare ancora il rapporto d’amicizia che hanno e renderlo più veritiero, ci sono un sacco di riferimenti a situazioni o espressioni tutte loro. Proprio come in un reale gruppo di amici.
5) Non Fidarti della St***** dell’Interno 23
Non Fidarti della St***** dell’Interno 23 è stata cancellata senza margine di replica a causa del calo di ascolti durante la seconda stagione. Eppure, le critiche su questa sit-com sono state assolutamente positive. Questo perché nel panorama della serialità le serie tv in grado di far ridere davvero sono sempre meno: tutto sembra già visto, tutte le battute già sentite, tutto così trito e ritrito. Ma questa sit-com del 2017 era diversa. Sì, perché come si può facilmente dedurre dal titolo, la serie che vede protagonista Krysten Ritter puntava tutto sull’irriverenza, su una comicità urbana e molto vicina allo spettatore. Lo faceva sentire coinvolto, ammiccandogli l’occhio.
Soprattutto perché sembra esserci una tacita intesa con lo spettatore: come può una protagonista che viene definita str**** far ridere così tanto e soprattutto, suscitare una forte empatia da parte del pubblico? Perché quello che si scopre molto presto è che Chloe non è così terribile. È semplicemente se stessa, con tutti i suoi pregi e soprattutto tutti i suoi difetti. Questa sit-com avrebbe avuto ancora regalarci molto con una terza stagione che alcuni di noi ancora sperano arrivi.
6) Santa Clarita Diet
Non riuscirò mai a riprendermi dalla cancellazione di Santa Clarita Diet. Una serie tv divertente che non meritava di essere cancellata, anzi che aveva già mostrato molte potenzialità nelle quali bisognava solo credere di più. L’originalità era indubbiamente quella del contesto e del genere stesso: un mix tra una sit-com e horror-splatter, ma anche un po’ di romanticismo che non guasta mai. Ed è proprio su questi controsensi che si basa Santa Clarita Diet. In una scena vediamo una rinata Drew Barrymore sventrare la sua vittima e in quella dopo sta facendo gli occhi dolci al marito, mentre saluta la figlia con la maglia ancora imbrattata di sangue. Il contrasto è esilarante. Senza contare che è facilissimo affezionarsi alla famiglia Hammond.
È vero, forse l’ultima stagione non era stata all’altezza delle prime e rischiava di entrare in un loop di situazioni paradossali o già proposte. Ma stroncarla così, con un cliffhanger finale che resterà irrisolto per sempre, è stata una mossa scorretta.
7) Everything Sucks!
L’ultima delle sit-com cancellate che avrebbe invece avuto bisogno di qualche stagione in più per mostrare il proprio potenziale, è Everything Sucks!. La serie aveva tutte le carte in regola per diventare un altro dei prodotti di punta di Netflix, sia per tutta la pubblicità che fu fatta al rilascio degli episodi sia perché i temi trattati erano accattivati e attuali. In più, come abbiamo potuto constatare con molte altre serie tv, l’effetto nostalgia funziona benissimo e aggiunge fascino e identità. L’unico pecca, dobbiamo ammetterlo, era la piattezza di alcuni personaggi e l’assenza di figure effettivamente “negative”. Non c’era un vero e proprio antagonista nella storia e anche gli adulti, con i quali si scontrano i protagonisti, non riuscivano ad attirare astio su di sé. Questo però non vuol dire che sia per forza un male. Anzi, sarebbe potuto essere un marchio della serie e mostrare con sagacia come non ci sia solo il bianco o il nero, ma un grigio sfumato.