In un contesto digitale strabordante di contenuti seriali, e audiovisivi in generale, gli show sono vittime di una serie di variabili ed elementi che ne influenzano il riscontro nel mercato e nella percezione stessa di noi affamati spettatori. Complice una messa in scena non all’altezza delle aspettative, che spesso possono formarsi attorno a un plot intrigante o a dei volti capaci di incrementare fascino e attrattiva di un titolo, accade sempre più di frequente che contenuti audiovisivi di diverso genere non eguaglino le attese che attorno a essi si creano. Come nel caso di Snowpiercer, che non può non essere chiamato in causa, sono diversi gli show seriali che si fondano su delle promettenti fondamenta ma che, per un motivo o per un altro, non sono capaci di reggere una struttura che permetta loro di imporsi con coraggio e determinazione in un panorama in cui emergere sembra sempre più complicato. Infatti, qui ecco dieci esempi di serie televisive che avrebbero potuto avere un presente e un futuro molto più luminosi di quelle che sono state le loro deludenti sorti. Si tratta di vere e proprie occasioni sprecate di titoli che sembravano poter esser grandi, impossibile guardare indietro senza un po’ di rimorso.
Soprattutto nel contesto produttivo e distributivo di Netflix e degli altri colossi che a esso tentano di avvicinarsi, il disappunto nel vedere titoli promettenti non raggiungere i grandi obiettivi alla quale avrebbero potuto ambire é particolarmente incisivo.
1) Q-Force
Una delle delusioni principali dello scorso anno seriale é stata la serie animata Netflix per adulti Q-Force. Spesso e volentieri non bastano intenti nobili o idee apparentemente fuori dal coro, il colosso dello streaming é capace di sfruttare la propria voce in maniera efficace quando vuole e coi prodotti che desidera. Questo non é il caso della serie tv incentrata su una banda di super-spie queer. Le aspettative su un’irriverente e spregiudicata serie tv LGBTQ+ che potesse svolgere un ruolo sdoganante con un umorismo pungente erano crescenti, ciò nonostante, lo show si é poi caratterizzato per un’identità poco definita. Il contenuto animato ha un’idea generale che ne orienta la dinamica, ma si colora di stereotipi e di ironia e avvicendamenti troppo piatti e privi di sapore. Q-Force si muove in uno spazio che non ha ancora una propria dimensione, ragione per la quale le opinioni al riguardo sono divergenti: la serie tv divide senza incontrare un’audience concreta coinvolta al punto da generarne engagement o un qualche tipo di interesse collettivo che possa trarre e sfruttare per crescere e divenire grande tanto quanto il plot alla base poteva anche solo far sperare.
Come per Snowpiercer, senza considerare i grandi nomi che ha alle spalle, Q-Force resta comunque un deludente risultato di un prodotto dal potenziale alto.
2) Snowpiercer
Nel caso di trasposizioni e adattamenti, i contenuti per la televisione non devono soltanto fare i conti con delle aspettative generalmente alte per una pluralità di ragioni, devono anche fronteggiare il grande ostacolo del giudizio comparativo per la quale si ha spesso un’associazione immediata con il titolo originale dalla quale la storia a episodi é tratta (e/o viceversa). È il caso anche di Snowpiercer in cui il plot sembra essere generalmente interessante, se non fosse che la serie tv risulta essere una delle delusioni maggiori che il portale streaming abbia proposto negli ultimi anni. Snowpiercer nella sua versione a episodi trae origine dall’omonimo lungometraggio del 2013 di Bong Joon-ho, a sua volta ispirata da una serie di fumetti degli anni Ottanta. La storia non é la medesima rispetto all’opera cinematografica: Snowpiercer la serie proietta indietro nel tempo, i fatti narrati collocano l’audience otto anni prima di quanto si verifica nel film.
Purtroppo però, il disappunto generale é inevitabile: Snowpiercer é una delle più grandi occasioni bruciate e opportunità sprecate di un titolo che avrebbe potuto essere veramente tra i nuovi colossi seriali del genere di riferimento, ma si é accontentato di un mediocre risultato che lo colloca tra i contenuti che avrebbero potuto e dovuto dare di più.
3) Curon
Il panorama seriale italiano, soprattutto nell’ambito della digitalizzazione e degli SVOD, é ancora alla ricerca di una identità e una direzione che permetta di sfruttare al meglio le grandi risorse di cui disponiamo. Il nostro paese ha una pluralità di immaginari, racconti e opere da cui poter attingere per dare origine a storie di finzione che sappiano intrattenere col magnetismo della drammaticità italiana. Ciò nonostante, il percorso é ancora in divenire e Curon ne é stato una delle prove più evidenti. La storia é alimentata dal mito attorno al Lago di Resia in Alto Adige permettendo a Netflix di offrire uno dei suoi primi prodotti originali di genere teen, ma soprattutto fantastico e col contatto col thriller, grazie a una buona dose di sana e costruita suspence. Le premesse sono buone e la costruzione delle oscure vicende non é pessima come molti possano pensare. Purtroppo però, Curon ha ancora da lavorare sul suo potenziale per poter diventare anche vagamente alla pari di altri titoli più forti nel panorama nostrano. Non sarà mai grande, ma la speranza di un’implementazione non é così surreale. Sta solo a Netflix scommettere di più sul contenuto sulla cui continuazione vi sono ancora molti, troppi, interrogativi.
4) Designated Survivor
Designated Survivor é uno dei maggior esempi in cui uno show sembra promettere ottimi risultati e riscontri, ma purtroppo la sua storia, che sembrava avere rosee prospettive, si é caratterizzata per un percorso tumultuoso. Salvata dalla cancellazione dopo due stagioni da Netflix, neanche il colosso dello streaming é riuscito a dargli una nuova vita e fruttuosa visibilità . Nonostante il simpatico plot che permetteva di immaginare una serie comedy dall’interessante e avvincente contributo, le vicende di come Thomas Kirkman si sia trovato a diventare dal nulla il nuovo, impreparato, Presidente degli Stati Uniti non ha saputo sfruttare a pieno l’intrigante potenziale di cui si dotava. Designated Survivor é dunque l’ennesimo tentativo fallito di proporre una serie tv che potesse realmente costituire un’inedita prospettiva e proposta seriale che si é persa nel mare delle sue alternative e nel grande mercato televisivo stesso. Soprattutto a fronte di una costruzione che non ha saputo rendere giustizia a un’idea di base potenzialmente buona.
5) Generation
HBO Max compone il suo catalogo di una grande varietà di show tra i più importanti del panorama seriale attuale. La linea editoriale della piattaforma é ben definita e identificativa per ciascun genere, ciò nonostante, anche il portale può prendere degli abbagli e/o non essere capace alle volte di sviluppare in modo funzionale i titoli di cui é madre. Generation é con pochi dubbi uno dei tentativi falliti più recenti e che più hanno lasciato l’amaro in bocca tra i titoli del servizio. Senza considerare la presenza di uno dei volti più promettenti della nuova generazione, Justice Smith, lo show sembrava proporsi come la nuova erede di quei teen drama semplici ma rivoluzionari, ponendosi sullo stesso cammino di Skins Uk e Skam e come interessante rivale della stessa piattaforma di Euphoria. Complice una particolare abbondanza di contenuti nel genere, Generation non è sopravvissuta a lungo, rivelandosi uno dei più deludenti buchi nell’acqua tra le serie che ambivano e potevano permetterselo a qualcosa di più. Lo show é stato cancellato a poco tempo dal rilascio dell’ultima puntata della sua prima e ultima stagione.
Non c’è stato scampo per la serie tv che aveva sicuramente delle ambizioni maggiori rispetto a quello che é stato poi il suo destino. Ciò contrariamente al caso di Snowpiercer, che sembra comunque capace di andare avanti nonostante la mediocrità di una storia che sarebbe stata in grado di essere molto più di quel che in realtà é stata.
6) The Last Man On Earth
Non si tratta sempre e solo di serie drammatiche e fantascientifiche come la già citata Snowpiercer, anche show dalle trame meno pretenziose e/o serie possono essere vittime delle medesime deludenti sorti. The Last Man On Earth é una comedy che si perde in sé stessa e non é stata capace di mantenere stabile la propria direzione e costruzione narrativa. La serie tv statunitense aveva delle buone premesse e per i primi episodi sembrava aver una struttura identitaria dalle grandi potenzialità . The Last Man On Earth sembrava veramente avere il potenziale tale per divenire una grande commedia seriale. Purtroppo però la prima impressione non si é mantenuta salda: lo show si perde nel giro di poco e diventa una vera e propria catastrofe. Nonostante il deludente risvolto di una comedy incapace di guidare sé stessa, The Last Man On Earth resiste per ben quattro stagioni. Per poi essere bruscamente interrotta senza neanche una conclusione chiara, a cui si é preferito un poco ragionato cliffhanger coerente con la piatta e altalenante direzione che la storia ha assunto in un modo che per nulla ha reso giustizia alle premesse con la quale si era affacciata sul panorama seriale.
7) Freud
Una grande promessa seriale sembrava essere Freud, serie televisiva austriaca-tedesca-ceca che si diletta a re-immaginare la vita del giovane Sigmund Freud. La coniugazione tra realtà e assurde dinamiche paranormali che tormentano il protagonista rendono lo show godibile ma poco convincente al netto di una storia che forse avrebbe giovato di più da un formato più documentaristico che romanzato. I period drama e le serie tv biografiche sono solitamente dotate di un’avvincente e magnetica aurea che ne avvolge gli intrecci, anche fittizi ed enfatizzati, ma Freud non osa e si colloca in un calco di dinamiche non particolarmente originali o talmente ricche di suspance da incuriosire anche il più lontano degli spettatori. Proprio per questo, nonostante la grande e complessa figura attorno alla quale si muove, la serie tv non sembra dotarsi di un’anima propria e riconoscibile che le permetta di emergere e stabilirsi con forza e identità .
8) Soulmates
Una serie tv antologica, a tratti distopica, e alla cui realizzazione ha contribuito in veste di sceneggiatore e produttore Brett Goldstein? Le aspettative e prospettive per lo show statunitense Soulmates sembravano alte e positive. Purtroppo però, complice proprio l’hype generatosi attorno al contenuto, grazie anche a una serie di volti televisivi e cinematografici noti, il titolo é risultato sicuramente più deludente di quanto ci si potesse immaginare. Sulla falsariga del britannico Black Mirror, Soulmates poteva (e può ancora con la prossima seconda stagione) ambire a una posizione nel panorama seriale simile alla serie tv che l’ha cronologicamente preceduta. A malincuore però, un po’ come per Snowpiercer e Q-Force, lo show risulta molto più piatto e meno coinvolgente e convincente di quanto ci si potesse attendere. Le premesse erano talmente buone che ora come ora la prospettiva futura sullo show non fa sperare in un gran rilancio che ne permetta il climax e la riscoperta.
9) Y: The Last Man
Sulla falsa riga meno comica di The Last Man On Earth, Y: The Last Man é la trasposizione seriale dell’omonimo fumetto dei primi anni Duemila. La storia distopica di un futuro post-apocalittico, in cui un misterioso cataclisma provoca la morte istantanea di tutti gli esseri viventi dotati di cromosoma Y, vede come unico uomo sopravvissuto soltanto il giovane statunitense York. L’immagine che ipotizza una società statunitense gettata nel caos più totale a seguito dell’avvenimento, catapulta in uno scenario in cui la comunità umana rimasta in vita é totalmente destabilizzata dall’assenza delle figure maschili. Nonostante la premessa interessante, che gioca con donne forti e coi tradizionali limiti connessi alle norme e aspettative di genere, il plot non regge però per un’intera stagione. Infatti, dopo la prima metà degli episodi, Y: The Last Man perde presto la sua attrattiva e il suo carattere: si appiattisce su sé stessa e non trova un’identità capace di garantirne il definitivo decollo. Proprio per questo, la serie tv ha avuto a malincuore vita breve. Già cancellato dopo soltanto una stagione, lo show non ha avuto il coraggio di osare e provare a diventare veramente la grande serie tv che avrebbe potuto essere.
10) Space Force
Ferita ancora aperta nel cuore degli amanti delle sitcom storiche e soprattutto del grande Steve Carell é quella lasciata da uno degli sprechi più paradossali degli ultimi anni e della storia delle commedie: Space Force. Netflix ha saputo mettere insieme un cast importante come quello che vede, oltre a Carell stesso, John Malkovich, Ben Schwartz, Lisa Kudrow, Jane Lynch Diana Silvers, ecc. per una nuova workplace comedy che sembrava avere tutte le carte in regole per divenire una delle sitcom di punta del servizio streaming. Ciò nonostante, Space Force dà forse troppe cose per scontate e si propone come un contenuto molto più piatto del previsto, con cliché e dinamiche prevedibili se non ridondanti. Colpa anche delle aspettative alte create attorno a delle premesse del genere, Space Force non regge il confronto con le antenate e non si avvicina neanche alle più promettenti comedy attuali. Uno degli sprechi e delle delusioni più grandi per una delle serie tv che più sembrava guardare al presente e al futuro con speranza. Come se non bastasse, dopo una prima stagione non pienamente convincente, la seconda risulta addirittura ancora più sottotono in un mondo in streaming in cui non ci si può permettere una stagione pilota così disorientata e disorientante.