4) Empire
Re Lear è una tragedia brutale, dove tutto è dominato da una e una sola cosa: il potere. Il vecchio re deve abdicare e decide non solo di dividere il suo regno tra le sue tre figlie, ma di istituire una gara tra di loro: chi conquisterà il suo amore, avrà più territori.
Quest’opera vive di nuovo in Empire. Riceve una nuova linfa, si attualizza, cambia. Non siamo più nell’Inghilterra del ‘600 ma nell’era moderna. Lucious, imperatore della discografia, ha la stessa decisione da prendere di Lear. Malato di SLA deve chiedersi: chi potrà succedergli al trono tra i suoi tre figli? Forse Andre, brillante uomo d’affari, ma nel quale non ripone tante speranze. C’è Jamal, un prodigio della musica ma per Lucious ha un problema: è gay. Resta Hakeem, talentuosissimo, ma pensa solo alla fama. Non sarà una scelta semplice. Anche perché la sua ex moglie vuole dire la sua. E questo non fa altro che portare la tensione alle stelle.
Shakespeare vive ancora in Empire. È lo stesso autore Lee Daniels ad ammetterlo:
Re Lear incontra Dynasty e Il Padrino. Ecco come definirei il mio Empire. Una serie che ha il ritmo delle soap e il passo tragico di Shakespeare: in salsa black.