È stata dura ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Individuare gli spin-off (forse) meno conosciuti in Italia – e citarne solo 10 – tra le decine di serie prodotte, credeteci, è stata un’impresa titanica. Per i neofiti del linguaggio televisivo che sono arrivati fin qui è opportuno che vi si dica che uno spin-off altro non è che un prodotto televisivo – ma non solo – che deriva dallo stesso universo della serie originale focalizzando l’attenzione su personaggi secondari o comunque analizzando aspetti differenti della serie su cui si basa. Dagli anni ’70 a oggi quello di far letteralmente “rotolar fuori” (to spin-off) prodotti televisivi derivati da una sit-com, uno sceneggiato o da qualsiasi trasmissione, è stato praticamente una costante, ma non sempre una scelta che ha premiato con ascolti pari o superiori a quelli dell’originale. Non è quindi un caso che le serie spin-off che andremo qui a elencare siano state (quasi) tutte dei flop. Ed è anche per questo che alcune di queste potrebbero non dire nulla alla maggior parte di voi.
Chiariamo fin da subito che questa classifica è estremamente soggettiva e non vuole premiare nient’altro che l’effetto boh! quando abbiamo preso atto dell’esistenza degli spin-off che seguono. Siamo abbastanza sicuri che vi troverete d’accordo con noi sulla top 5.
10) Young Americans (spin-off di Dawson’s Creek)
Ebbene sì, Dawson’s Creek ha avuto un suo spin-off del quale il mondo intero avrebbe fatto volentieri a meno. E infatti Young Americans è stato un flop totale anche a causa di una sponsorizzazione della Coca Cola Company talmente invasiva da far perdere di credibilità pure una serie decente, cosa che Young Americans non era. Andata in onda per un’unica stagione di 8 episodi solo negli States, la serie racconta delle avventure di Will Krudski (Rodney Scott) – amico di infanzia di Dawson comparso dalla terza stagione della serie madre – che vince una borsa di studio nella Rawley Summer Academy, famosa scuola d’élite nel Connecticut. Tra abusi paterni, amici problematici e primi amori, la serie prende totalmente le distanze da Dawson & Co. anche nella scelta di lavorare con un cast di bellocci (tra cui anche Ian Somerhalder, Damon Salvatore in The Vampire Diaries) molto meno credibili dei ragazzi di Capeside. Malgrado qualche timido apprezzamento dalla fanbase di Dawson’s Creek che avrebbe voluto un universo più ampio per i propri beniamini, la critica fu talmente severa che la serie scomparve dalla circolazione ed oggi è reperibile solo in dvd. Ovviamente a tiratura limitatissima.
9) C’era una volta nel Paese delle Meraviglie (spin-off di C’era una volta)
C’era una volta non ha bisogno di presentazioni (le considerazioni sul gran finale qui). Ma lo spin-off della ABC incentrato sulle vicende di Alice probabilmente sì. Siamo in Inghilterra in piena età vittoriana e Alice (Sophie Lowe) sprofonda nella tana del bianconiglio dove vive delle avventure in un universo onirico. Ok, fino a qui è storia nota. La serie diventa però drammatica quando Alice tornerà a casa e nessuno le crederà. Allora si ricapulterà nel mondo fantastico per cercare prove e riuscire a convincere la famiglia, ma nulla sembrerà funzionare, così ci riprova, ritorna, finisce in manicomio… insomma, un vero dramma fantasy. Il cross-over con personaggi a caso dal mondo delle favole riprende lo stile di C’era una volta (Robin Hood, Jafar, Il Genio della lampada e tanti altri). Tra gli attori anche Millie Bobby Brown (Alice bambina) e John Lithgow (il Bianconiglio). Il finale dell’unica stagione è auto-conclusivo ma la ABC si era lasciata la possibilità di portare avanti lo spin-off in caso di ascolti soddisfacenti. Che però non sono arrivati. La serie è stata trasmessa in prima visione tra il 2013 e il 2014 e in Italia su Rai 2 nel 2015. Attualmente è disponibile integralmente sul catalogo Disney+.
8) Il risolutore (spin-off di Bones)
Bones è stata una serie stupenda (abbiamo detto addio a Bones qui), il suo spin-off decisamente meno. Il risolutore è una serie 20th Century Fox trasmessa su Fox nel 2012 sia in USA che in Italia e cancellata dopo i soliti 13 episodi. Le cause del flop sono sicuramente da ricercarsi nell’idea di base di abbandonare totalmente le “ossa” dell’agente Seeley Booth (David Boreanaz) e dell’antropologa forense Temperance “Bones” Brennan (Emily Deschanel) per sviluppare uno spin-off poliziesco il cui unico vero collegamento con la serie madre è la complicata amicizia tra l’investigatore privato Walter Sherman (Geoff Stults) – protagonista de Il risolutore – e Seeley Booth. Il pilot dello spin-off è stato un episodio della serie madre che ha riscosso un discreto successo ma le vicende di Walter Sherman non hanno soddisfatto la fanbase di Bones che ne ha bocciato sostanzialmente “l’assenza di Bones“. Tra i protagonisti anche Michael Clarke Duncan che interpreta il più caro amico di Sherman, l’avvocato Leo Knox.
7) Models Inc. (spin-off di Melrose Place, spin-off di Beverly Hills 90210)
Gli spin-off degli spin-off non sono rari, ma Models Inc. è sicuramente il più sconosciuto degli sconosciuti. Ammettiamolo, se già Melrose Place non riuscì a replicare il successo di Beverly Hills 90210 (10 curiosità sullo show qui), lo spin-off dello spin-off non lasciava presagire nulla di buono. E infatti durò appena due stagioni (1994-1995) che approdarono su Italia 1 solo nel 1999. Anche Models Inc. è stata prodotta dal mai domo Aaron Spelling e le vicende narrate ruotano intorno all’agenzia di modelle Models Inc., gestita da Hillary Michaels (Linda Gray), madre di Amanda Woodward in Melrose Place. Vale la pena ricordarla perché fu il trampolino di lancio per Carrie-Ann Moss (la Trinity della saga di Matrix) che reciterà in ben 28 dei 29 episodi che compongono lo spin-off.
6) Caprica (spin-off di Battlestar Galactica)
Farebbe pensare a uno dei capolavori di René Ferretti, e invece no. Caprica è lo sfortunato spin-off della plurinominata agli Emmy Awards Battlestar Galactica serie cult per gli amanti della science fiction (un approfondimento degli esordi qui). Dopo il successo delle quattro stagioni andate in onda nella prima decade del nuovo millennio, Ronald D. Moore – già autore di Battlestar Galactica – ideò Caprica come spin-off prequel della serie, in onda nel 2010 negli USA e nel 2011 sul canale tematico Steel. Nell’universo Battlestar vengono sviscerate le vicende che portarono alla creazione dei robot Cycloni 58 anni prima. Tra gli attori protagonisti anche Esai Morales, il detective Rodriguez di NYPD – New York Police Department, e Eric Stoltz, la seconda scelta di Zemeckis per il ruolo di Marty McFly in Ritorno al Futuro (ma divenne la prima per indisponibilità di Michael J. Fox che alla fine accettò il ruolo e sappiamo tutti come è finita). Gli ascolti furono piuttosto bassi e costrinsero la produzione prima a rimandare l’uscita degli ultimi 5 episodi, poi a interrompere la produzione dello spin-off al diciottesimo episodio.
5) Baywatch Nights (spin-off di Baywatch)
Baywatch… quanti ricordi. Gli anni ’90 e la leggerezza della vita… stretta di Pamela “CJ” Anderson. Arrivati alla quinta stagione dei bagnini di Malibù, la produzione decide che è il momento di dare una svolta ai soliti plot con uno spin-off sulla vita di Mitch Buchannon (David Hasseloff) che è anche un investigatore privato. “Bagnino di giorno e investigatore di notte” è già una summa buttata lì nella prima puntata. Ma c’è di più: una prima stagione fallimentare, un’ipotesi di chiusura anticipata della produzione e David Hasseloff che si fa carico della seconda per rilanciarla da serie crime a serie sci-fi (è successo davvero). Così a bagnini, vita notturna e crimini da risolvere si aggiungono pure aspetti paranormali, mostri e aspetti grotteschi che ne decreteranno la fine definitiva nel 1997, dopo la “bruttezza” di 22 episodi. Per approfondimenti abbiamo già dedicato a Baywatch Nights un nostro #VenerdìVintage, potete leggerlo qui.
4) Laverne & Shirley e Le ragazze di Blansky (spin-off di Happy Days)
Fin qui abbiamo parlato di spin-off sconosciuti perché sostanzialmente esperienze di produzione fallimentari, ma non è sempre andata male per le serie derivate. Laverne & Shirley è nata come spin-off di Happy Days (che fine hanno fatto gli attori? Ne abbiamo parlato qui) ma non ha tardato a crearsi una sua fanbase (soprattutto americana) che l’ha premiata con ascolti record garantendone la continuità per ben otto stagioni. Dal 1976 al 1983 Laverne DeFazio (interpretata da Penny Marshall, sorella di Garry – produttore di Happy Days – ma anche attrice e regista che ha diretto attori come Robin Williams e Tom Hanks) e Shirley Feeney (Cindy Williams) sono entrate nelle case degli americani per un totale di 178 episodi durante i quali le due amiche dai caratteri molto diversi – Laverne forte e risoluta, Shirley sognante e romantica – condividono un appartamento di Milwaukee dove entrano e escono amici, fidanzati e tanti personaggi di Happy Days. Le protagoniste erano precedentemente comparse in alcuni episodi di Happy Days che hanno registrato un record di ascolti tale da spingere la produzione su uno spin-off tutto per loro. In Italia la serie è andata in onda negli anni ’80 su emittenti locali per venire riproposta integralmente negli anni ’90 su Canale 5. Curiosità: in Italia la sigla originale “Make Our Dreams Come True” è stata sostituita da una diversa – ma con testo comunque in inglese – cantata da Romina Power.
Sorte diversa è invece toccata a Le ragazze di Blansky, altro sfortunato spin-off di Happy Days dove Garry Marshall sviluppa una storia attorno a un altro personaggio di Happy Days, Nancy Blansky (Nancy Walker). Anche se gli episodi in cui compare in Happy Days sono ambientati negli anni ’50, lo spin-off su Nancy viene ambientato negli anni ’70 e dei personaggi della serie madre non c’è traccia. Successiva all’uscita di Laverne & Shirley, la serie avrebbe voluto sviluppare una storia parallela richiamando l’universo di Happy Days ma fu scaricata dal pubblico che non perdonò i buchi di sceneggiatura e l’assenza totale dei beniamini di Milwaukee. La produzione fu interrotta al tredicesimo episodio.
3) The Lone Gunmen (spin-off di X-Files)
Mettendo insieme Vince Gilligan (ideatore di Breaking Bad e Better Call Saul) e Chris Carter (la mente dietro X-Files) ci si sarebbe aspettati uno spin-off da 10 stagioni e invece The Lone Gunmen (I pistoleri solitari) fu un fiasco inaspettato. La serie vede come protagonisti tre hacker, personaggi ricorrenti in X-Files (10 criticità di X-Files qui), chiamati Lone Gunmen come “l’esecutore solitario” che avrebbe ucciso il presidente Kennedy nella teoria della Commissione Warren, sostenuta anche da Fox Mulder (David Duchovny), presente nel tredicesimo episodio dello spin-off. Byers, Frohike e Langly (interpretati rispettivamente da Bruce Harwood, Tom Braidwood e Dean Haglund) sono i personaggi principali, hacker cospirazionisti che sopravvivono di donazioni da parte di altri fedeli fanatici delle teorie del complotto. Nella storia i protagonisti si trovano a fare i conti con un attentato alla sicurezza nazionale messo in atto da una parte del Governo USA che vorrebbe dirottare un aereo di linea contro il World Trade Center. Sei mesi dopo la messa in onda del primo episodio le Torri Gemelle del World Trade Center furono rase al suolo nell’attentato dell’11 settembre 2001. Coincidenze? Bisognerebbe chiederlo a Mulder… In onda da marzo a giugno del 2001, la serie verrà cancellata dopo 13 episodi e con un cliffhanger parzialmente risolto nella nona stagione di X-Files. In Italia è inedita… o forse sì. Saranno stati i poteri forti a volerne la cancellazione. E se esiste un’edizione in italiano, sicuramente non cielo dicono (per approfondimenti su questo gioiello incompreso, gli abbiamo dedicato un articolo qui).
2) Stockinger (spin-off de Il commissario Rex)
Il commissario Rex ha fatto la storia delle pet series senza se e senza ma. Tutti conoscono il pastore tedesco austriaco Rex, compagno di indagini dei sei commissari che si sono alternati nel corso delle 10 stagioni della serie austriaca. Il detective Ernst Stockinger (Karl Markovics) è un personaggio delle prime due stagioni ed è una spalla comica per Rex e per il suo primo padrone, il commissario Richard Moser (Tobias Moretti). Stockinger è palesemente cinofobo, e subisce gli scherzi di Rex e dei suoi colleghi. Nel corso delle prime due stagioni si affezionerà all’animale e verrà fuori come un personaggio positivo e molto amato dal pubblico, tanto da convincere i produttori a puntare su di lui per lo spin-off Stockinger. La trama prende le distanze dalle vicende del distretto di Vienna. Difatti, con la morte del commissario Moser, Stockinger lascia Vienna e ritorna tra gli affetti di Salisburgo dove la moglie Karin ha ricevuto in eredità uno studio dentistico. Stockinger diventa ispettore di distretto nella polizia locale per portare avanti il suo lavoro condividendo l’ufficio con Antonella Simoni, sua nuova collega di indagini. La serie avrà vita breve (solo 14 episodi contro gli oltre 200 de Il commissario Rex), non solo per l’assenza degli amici di Rex, ma anche perché piuttosto scarsa di vis comica e idee. La produzione si interromperà nel 1997 e la serie resterà inedita in Italia (compensata però dalla versione nostrana de Il commissario Rex – un episodio a caso qui).
1) Enos (spin-off di Hazzard)
Bo e Luke! Bo e Luke! Questa è la ballata di Bo e Luke…
…Ed Enos! L’avreste mai detto? No! Lo sapevate? No, non ci crediamo. E secondo noi non ci ha creduto nemmeno Sonny Shroyer quando la Warner Bros. Television decise di mettere mano al portafogli per dedicare uno spin-off al personaggio del vicesceriffo Enos Strate, interpretato proprio da Shroyer. Correva il 1980 quando la messa in onda della seconda stagione di Hazzard era ancora in corso e ci si preparava alla produzione della terza. Gli sceneggiatori decidono di far uscire di scena il vicesceriffo Enos con la scusa di un importante incarico a Los Angeles e lasciare il suo ruolo a Cletus Hogg (Rick Hurst), cugino del dispotico Boss Hogg (Sorell Booke). Passarono pochi mesi ma quello che sembrava un benservito a Shroyer era invece un escamotage per concentrarsi proprio sul timido Enos e tirarne fuori uno spin-off che avrebbe dovuto svilupparsi parallelamente alle produzioni successive di Hazzard. Enos lascia quindi la Georgia per la California e a Los Angeles entra nell’LAPD, lavorando fianco a fianco con il collega Turk Adams (Samuel E. Wright) agli ordini dell’altrettanto dispotico capitano Dempsey (John Milford) e del tenente Broggi (John Dehner). Ogni episodio termina con Enos che scrive una lettera all’amata Daisy Duke (Catherine Bach) per raccontarle le sue giornate. Il tono delle vicende poliziesche è quello di Hazzard ma malgrado nel corso dello spin-off siano frequenti le incursioni di guest star del calibro di zio Jesse (Denver Pyle) e la stessa Daisy, gli ascolti saranno deludenti per le aspettative della Warner Bros. Television e dell’emittente CBS. Dopo un’unica stagione di 18 episodi la serie sarà cancellata. Ma che fine farà Enos? Enos ritornerà ad Hazzard nel 1982 per affiancare Cletus che poi riceverà il benservito di cui sopra. Nei due film di Hazzard (1997 e 2000) Enos è tornato a Los Angeles ed è un poliziotto affermato con 15 anni di servizio alle spalle. Insomma, sarà pure stato uno spin-off poco amato, eppure la serie è arrivata anche su Italia 1 nel 1983 e siamo certi che i fortunati che hanno avuto il piacere di vederla in prima visione possono affermare insieme a noi che Enos Strate si sia meritato di sopravvivere al flop del suo spin-off. E nessuno ci tocchi Enos!