Mediano:
“Una vita basta a malapena per diventare bravo in una cosa, quindi devi stare bene attento a quello in cui vuoi diventare bravo.”
Rust Cohle è tornato da un seminario sull'”Ecce Homo” di Nietzsche più determinato dell’X alla Snai di Rolando Maran, convinto che il detective fosse la strada sbagliata e che la sua nuova vocazione consistesse nello sport. Non poteva che trovare nel “mediano” la sua locazione più conforme.
Nella sua più celebre intervista, boriosamente, dirà: “L’azione parte dal mediano. Essa, l’azione, altro non è che il risultato ancora in potenza. Da me, quindi, dipende quest’ultimo.”
ETERNO RITORTO.
Mezz’ala sinistra:
Saul Goodman (Breaking Bad/Better Call Saul)
L’indiscusso Re del centrocampo. L’uomo giusto, “sempre in mezzo”.
A presidiare il centrocampo, il Presidente chiedeva un giocatore che facesse legna nel rombo alle spalle del trequartista, in grado all’occorrenza di maneggiare l’espediente che vale più di mille Messi, al cospetto dell’arbitro: la retorica.
Il ballottaggio di mercato vedeva una concorrenza sfrenata tra lui ed avvocato Stendardo, ma questo significava escludere La Montagna e la società non avrebbe retto l’ennesima inchiesta per omicidio.
Il provino si è basato interamente sulla capacità di mettere su banco le prove necessarie a mandare sotto inchiesta i presidenti delle altre società e le rispettive squadre in B, per un avvio al fulmicotone nella tattica scaccia-concorrenza in campionato.
(IL)LEGALE
Mezz’ala destra:
Michael Scofield (Prison Break)
Il vero metronomo del centrocampo a rombo è la mezz’ala destra Scoffield.
Ogni due settimane, i compagni lo usano come cartina umana per disegnare le planimetrie dello stadio avversario e poter così attingere alla riserva di morfina in infermeria. Quando giocano in casa, colgono l’occasione di usarlo per segnare le marcature ed i movimenti.
Ogni tanto, se l’allenatore sente sulla coscienza il peso del lavoro, viene usato anche come lavagna per spiegare gli schemi.
Spesso non finisce la partita per doppia ammonizione a causa della rimozione della maglia ad opera di Mario, che dimentica i movimenti ed è costretto a spogliarlo ed usarlo come promemoria. Le poche volte in cui riesce a finire la partita, è perché “il velocissimo” terzino non ha fatto in tempo ad arrivare da lui per la seconda volta in 90 minuti.
DUTTILE
Trequartista:
Predicatore nel deserto. E’ lui il giocatore di maggior talento della squadra.
Regista offensivo nel centrocampo a rombo abbiamo Sherlock.
Intuito, velocità di pensiero e tanta dipendenza dalle droghe sintetiche che, con tutta probabilità, sono la ragione del senno compromesso che lo hanno indotto ad entrare in squadra.
Per molti, la sua presenza in società non sarebbe altro che una copertura per le indagini in atto su Goodman e Scofield.
Ogni tanto soffre l’assenza di supporto psicologico in mezzo al campo che Watson gli sa dare più di quel fariseo di Lightman, ma il più delle volte le sue intuizioni e le giocate brillanti a liberare i due d’attacco sono precise al punto da sembrare facili e plausibili anche per il piedino fatato di Felipe Melo.