Nei labirinti narrativi delle serie tv spesso ci imbattiamo in personaggi che inizialmente riteniamo insopportabili, per poi scoprire, con il procedere degli episodi, che diventano tra i nostri preferiti come è il caso di Stranger Things. Questo fenomeno, comune tra gli spettatori, è il risultato di una combinazione di scrittura brillante, sviluppo del personaggio e, non meno importante, le nostre proiezioni e aspettative personali.
Gli showrunner spesso introducono personaggi in modi che possono sembrare stereotipati o unidimensionali, solo per poi rivelare lentamente strati più complessi della loro personalità . Attraverso approfondimenti del loro background, motivazioni e crescita personale, i personaggi che una volta trovavamo irritanti o banali possono evolvere. Mostrando così vulnerabilità e tratti caratteriali che innescano la nostra empatia.
A questo si aggiunge inevitabilmente il carisma dell’interprete. Può essere il carisma dell’attore stesso a trasformare un personaggio inizialmente antipatico in un preferito del pubblico. La loro performance può gradualmente rivelare le sfumature del personaggio che non erano evidenti all’inizio. Così è il caso dei personaggi secondari presenti in questa lista.
Ecco 9 serie tv – da The Office a Stranger Things – in cui ci sono stati personaggi che abbiamo inizialmente detestato per poi innamorarcene perdutamente.
1) Andy Bernard – The Office
Con il suo arrivo nella terza stagione come parte del trasferimento dei dipendenti dalla filiale di Stamford, Andy si fa rapidamente notare per la sua personalità eccentrica, il suo temperamento e il bisogno disperato di essere apprezzato. Se all’inizio la sua arroganza e competitività lo mettono in contrasto con alcuni dei personaggi principali (come avviene anche a Steve in Stranger Things), diventa ben presto chiaro che, dietro le apparenze, Andy nasconde numerose insicurezze. Moltissime delle quali derivano dal suo desiderio di compiacere suo padre e dalla pressione di vivere all’altezza del successo del fratello.
Man mano che le stagioni procedono, la personalità di Andy evolve in modo significativo. La sua passione per la musica e il canto è un leitmotiv che offre numerosi momenti di leggerezza e umorismo. Oltre a rivelare il suo lato più vulnerabile e autentico. Anche le relazioni sentimentali, con Angela prime ed Erin poi, aggiungono ulteriori sfumature al personaggio. L’apice della trasformazione di Andy avviene, però, dopo l’uscita di scena di Michael.
Quando gli viene offerta la posizione di manager regionale della filiale di Scranton. Qui la sua leadership è messa a dura prova, evidenziando sia i suoi limiti sia tutto il suo potenziale di crescita. Questo nuovo ruolo lo spinge a prendere decisioni difficili, e il suo stile di management, sebbene non privo di errori, mostra il desiderio sincero di fare del suo meglio per i colleghi. Sono proprio le sue debolezze a renderlo ancor più apprezzato dai fan.
2) Sansa Stark – Game of Thrones
La figlia maggiore di casa Stark non fa esattamente una buonissima prima impressione e, per lungo tempo, rimane un personaggio difficile da comprendere e apprezzare. Arrivata ad Approdo del Re piena di sogni da ragazzina, Sansa non si rende per niente conto della situazione di pericolo in cui si trovano lei e gli altri membri della famiglia. Anche dopo l’esecuzione del suo Metalupo, Sansa continua a proteggere a spada tratta Joffrey, chiudendo gli occhi di fronte all’evidente malvagità e follia del ragazzo. Solo con la morte di suo padre Ned, la bolla di ingenuità della ragazza scoppia facendola precipitare nel crudele mondo governato dalle leggi del Trono e alla mercé dei Lannister.
Per lungo tempo, Sansa rimane così in balia dei capricci e degli abusi di Cersei e Joffrey. Solo nella quarta stagione una malsana libertà arriva sotto le fattezze di Ditocorto che la porta via da Approdo del Re dopo l’omicidio di Joffrey. Ma, appunto, la libertà agognata non è che l’inizio di un nuovo incubo, rappresentato stavolta dalla violenza senza freni del “bastardo” Bolton. La crescita di Sansa è un percorso tortuoso, difficile che passa attraverso il dolore e la vergogna. Da principessa inesperta a Regina del Nord, l’arco narrativo di Sansa si rivela essere uno dei migliori di Game of Thrones.