Da After Life alla celeberrima Stranger Things, potrebbe sorprenderci pensare a quante siano le serie tv di genere “ibrido” che, nonostante abbiano dei tratti indubbiamente cupi, ci regalano spesso delle note ironiche o addirittura divertenti.
Nel cuore della notte o prima di cena, stravaccati sul divano o raggomitolati sotto le coperte, non importa quali siano i curiosi rituali ai quali ci si appresta. Come ogni buon divoratore di serie tv ben sa, ciò che davvero lo contraddistingue è la predilezione per il genere: romantico, horror, fantasy o storico, questa scelta è la chiave che condizionerà la sua esperienza sul piccolo schermo e che lo indurrà a fare terra bruciata di episodi, stagioni e intere serie, nei secoli dei secoli.
Ma cosa succede quando non è possibile inquadrare una serie televisiva in un solo genere? Quando premendo il tasto “play” e aspettandosi, magari, l’ansia di un thriller o del paranormale, ci si ritrova a ridere di gusto? Può essere una piacevole sorpresa o, piuttosto, un’arma a doppio taglio?
1) After Life
Una piccola chicca scritta e diretta da Ricky Gervais, resa disponibile a marzo su Netflix. L’unica stagione composta da sei episodi (qui trovate la nostra recensione), vede protagonista lo stesso Gervais nei panni di Tony, un uomo straziato dal dolore per la perdita della moglie, morta di cancro. Il personaggio sviluppa un suo personale modo di reagire al dolore e, se da un lato la sua sofferenza si espleta tra l’intimità delle mura domestiche, dove trascorre le ore a riguardare i video della moglie e dei loro momenti felici, dall’altro si trasforma gradualmente in una figura cinica e sempre più disinteressata al dolore altrui, troppo incentrato sul proprio per curarsi delle conseguenze di ciò che dice e fa. Come risultante, durante la visione spesso si ha la sensazione di assistere a una delle stand-up comedy di Gervais, che ci propone verità amare e spesso crudeli con sottigliezza ed umorismo, strappandoci sorrisi e risate anche tra qualche lacrima.
2) Happy!
Psichedelica all’esasperazione e al contempo piuttosto cruda, Happy! (diretta da David Petrarca e Brian Taylor), è forse una delle serie tv più originali e controverse in cui ci si possa imbattere: la vicenda si evolve intorno al personaggio di Nick Sax. Interpretato da Christopher Meloni (celebre già per la parte in Law & Order – Unità vittime speciali), Nick è un ex poliziotto precipitato nel baratro di alcol e droghe, un uomo ormai cinico ed egoista che lavora come sicario e pensa solo al suo tornaconto personale. La sua vita subisce una svolta quando, in seguito ad una ferita riportata durante la sua ultima missione, Nick inizia a vedere un piccolo e strano unicorno azzurro volante, Happy, il quale si presenta come amico immaginario di una bambina di nome Hailey (Bryce Lorenzo), e ha bisogno proprio dell’aiuto del sicario ubriacone per salvarla. Da questo momento la storia sviluppa caratteri sempre più assurdi, suscitando nello spettatore la sensazione di essere lui stesso sotto l’effetto di stupefacenti. Allucinante, drammatica, irriverente, Happy! invita coloro che la guardano ad uscire totalmente dalla zona di comfort, in favore di qualcosa di assolutamente nuovo. Anche l’allegria può essere inquietante.
3) Misfits
La traduzione del titolo di questa serie tv è letteralmente “disadattati”, termine che sta ad indicare i cinque ragazzi protagonisti della serie, addetti a svolgere dei lavori socialmente utili dopo aver commesso dei crimini di piccola entità (qui vi raccontiamo perché questi teppisti sono tanto adorabili); è proprio mentre svolgono questa attività che, un giorno, vengono colpiti da un fulmine, il quale cambierà le loro vite dando a dei giovani piuttosto irruenti e immaturi un potere che non potevano nemmeno immaginare. È sorprendente come Misfits riesca ad analizzare i grandi “dubbi adolescenziali” in modo profondo e toccante, eppur con un linguaggio giovane, paranormale e quasi ai confini del trash. Scritto da Howard Overman e diretto da Tom Green e Tom Harper, la serie inglese ha riscosso grande approvazione da parte del pubblico, soprattutto per quanto riguarda le prime due stagioni. E voi, quale superpotere vorreste avere?
4) Lucifer
Continuiamo ad indagare il mondo dell’urban fantasy con Lucifer di Tom Kapinos, trasposizione televisiva del fumetto omonimo di Mike Carey. Ci viene in questo caso proposta una versione moderna e affascinante del Re degli Inferi che tutti conosciamo (interpretato da Tom Ellis), il quale decide di trasferirsi sulla Terra, annoiato dalla vita che conduce tra le fiamme eterne e rancoroso nei confronti di suo padre; decide di aprire una discoteca, il Lux, e di presentarsi agli umani senza veli, con il trasparente nome di “Lucifer Morningstar” ed un’improbabile tendenza a dire sempre e solo la verità. S’imbatte a questo punto in Chloe Decker (Lauren German), una detective che attirerà la sua attenzione e che, suo malgrado, dovrà accettare Lucifer come compagno d’investigazione sulle scene del crimine. L’ironia, il sorrisetto sfacciato e la vena festaiola dell’angelo caduto cozzano in continuazione con il suo animo tormentato e crudele, facendoci entrare in un’empatia immediata con lui; può il desiderio di essere buoni diventare, per il nostro diavolo, la tentazione più grande?
5) Stranger Things
Ultima ma non meno importante, la serie televisiva che ha conquistato i cuori di molti fan in questa torrida estate, con l’uscita della sua terza stagione! Stranger Things, nata dalla mente dei gemelli Duffer nel 2016 e insignita di numerosi riconoscimenti, con le sue tinte nostalgiche anni ’80, i personaggi ben caratterizzati e l’atmosfera assolutamente dark che si viene a creare, si è imposta sulla scena come poche altre serie. La storia, ambientata nella cittadina di Hawkins, ruota intorno alla misteriosa sparizione di Will (Noah Shnapp), al tentativo di ritrovarlo e far luce sulla faccenda dei suoi tre amici, e alla comparsa di una curiosa bambina con abilità particolari. Tra mostri davvero spaventosi, esperimenti di laboratorio e mondi alternativi, i ragazzini dovranno farsi valere per permettere alla verità di emergere, nonostante lo scetticismo degli adulti. Inquietante, cupa, ricca di suspense, non si può negare che Stranger Things abbia anche i suoi elementi comici, come il comportamento da orso del buffo e burbero sceriffo, Hopper (David Harbour) o l’ingenuo e favolistico approccio alla vita dei quattro piccoli protagonisti, appassionati nerd e giocatori di Dungeons&Dragons che scoprono gradualmente mondi ben più complicati del cosiddetto Sottosopra… ad esempio quello delle ragazze.